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La Niña e le sorprese meteo: scenari invernali per l’Italia

Federico De Michelis di Federico De Michelis
14 Set 2025 - 13:00
in A La notizia del giorno, A Scelta dalla Redazione, Meteo News
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Che cos’è La Niña e perché sta tornando

(METEOGIORNALE.IT) Nell’Oceano Pacifico equatoriale si sta raffreddando la fascia centrale-orientale: è il segnale tipico di La Niña, la fase “fredda” dell’ENSO. Le analisi di NOAA e WMO indicano che, dopo mesi neutri, il quadro sta virando verso condizioni nina-like tra settembre e l’inizio dell’inverno boreale, sebbene con intensità probabilmente modesta e con un contesto termico globale ancora superiore alla media.

 

La Niña si è ormai formata nel Pacifico.

 

Come La Niña influenza il clima globale

Quando il Pacifico orientale si raffredda, gli alisei si irrobustiscono e la Walker circulation si intensifica. Il getto subtropicale tende a deviare più a nord su Nord America e Pacifico occidentale, con un mosaico di effetti che varia da continente a continente. In questa fase, anche se il pianeta continua a registrare temperature medie elevate per il surplus di calore accumulato negli oceani, la “spinta fredda” del Pacifico può ridistribuire piogge e onde di caldo o di freddo su larga scala.

 

Cambiamenti climatici: La Niña non è più “quella di una volta”

Negli ultimi decenni l’influenza dell’ENSO è cambiata. La letteratura recente mostra che il riscaldamento globale e gli oceani più caldi stanno modificando formazione, intensità e teleconnessioni di El Niño/La Niña. Studi di sintesi coordinati da NOAA e ricerche guidate da CSIRO indicano un aumento della probabilità di eventi forti e una risposta atmosferica meno “lineare” rispetto al passato, fattori che spiegano perché due La Niña possano produrre effetti molto diversi tra loro. In breve: la stessa anomalia nel Pacifico oggi “parla” a un’atmosfera e a un oceano più caldi, quindi l’eco meteo-climatica cambia.

 

La Niña e il semestre freddo in Europa: cosa tende a succedere

Nel vecchio continente la relazione non è mai meccanica come su Pacifico e Americhe, ma qualche filo c’è. In media, in presenza di La Niña l’assetto del getto atlantico e delle onde di Rossby può favorire episodi di NAO negativa a tratti, con finestre di blocchi anticiclonici tra Groenlandia e Atlantico settentrionale: quando si aprono corridoi da Artico ed Eurasia, l’aria fredda riesce a scivolare verso Europa centrale e Mediterraneo. La predicibilità stagionale in Europa resta limitata e dipende molto dalla fase della NAO e dalle onde planetarie, ma gli studi mostrano che l’ENSO può modulare le probabilità di certi schemi invernali.

 

Focus Italia: segnali tipici

Per l’Italia, soprattutto tra ottobre e marzo, i setup più interessanti durante La Niña combinano un anticiclone più presente su Atlantico e Scandinavia con discese fredde da nord-est o da nord. In questi scenari, le irruzioni possono coinvolgere Alpi, Pianura Padana e Adriatico, mentre il Tirreno alterna giornate più stabili ad episodi piovosi legati a saccature in transito. L’intensità degli eventi dipende però da quanto il blocco regge e da come risponde il vortice polare in stratosfera, variabili che non dipendono solo dal Pacifico.

 

Amplificazione artica: quando il Polo “scalda” gli inverni… o può ribaltarli

Il riscaldamento accelerato dell’Artico (amplificazione artica) interagisce con le teleconnessioni tropicali. Alcuni studi mostrano che, in La Niña, il pattern WACE (Artico caldo-Eurasia fredda) tende a emergere con maggiore frequenza: il Polo più mite accentua i contrasti, altera il percorso delle onde planetarie e può indebolire o disturbare a tratti il vortice polare, aprendo la strada a sbuffi freddi verso Europa e Italia. È un legame probabilistico, non una regola, ma aiuta a capire perché certi inverni nina-like vedano ondate fredde anche significative nel nostro quadrante.

 

Perché La Niña del 2025 va “interpretata” in un Mondo più caldo

Le ultime note operative della WMO ricordano che, anche con il ritorno di La Niña, le temperature globali hanno alte probabilità di rimanere sopra la media: gli oceani sono eccezionalmente caldi e il background climatico spinge verso valori elevati. Tradotto sul piano meteo: maggiore energia a disposizione significa eventi più estremi (piogge intense, ondate di caldo o di freddo più sbilanciate) e risposte locali meno “classiche” rispetto ai manuali del passato. Per Europa e Italia questo si traduce in un inverno potenzialmente più dinamico, con fasi miti e intermezzi freddi anche decisi, guidati da come si incastreranno NAO, blocchi sul Nord Atlantico e stato del vortice polare.

 

Cosa mostra la mappa

L’immagine mette in evidenza le anomalie di temperatura superficiale degli oceani: spicca la lingua azzurra lungo l’equatore pacifico centrale-orientale, tipica di La Niña, circondata da ampie zone calde su Nord Pacifico, Atlantico settentrionale e Mediterraneo. È la fotografia di un oceano che sta cambiando in fretta: un piccolo “freddo” nel Pacifico dentro un mare globale ancora molto caldo, il contesto che rende gli effetti di La Niña più irregolari ma non meno importanti per il nostro meteo.

 

Prospettive stagionali e dinamiche complesse

La formazione di La Niña rappresenta un elemento chiave per comprendere le tendenze meteo-climatiche dei prossimi mesi. Gli esperti internazionali concordano sul fatto che questo fenomeno, seppur di intensità moderata, avrà ripercussioni significative sui pattern atmosferici globali. La complessa interazione tra oceano e atmosfera genera effetti a cascata che possono manifestarsi anche a migliaia di chilometri di distanza dalla zona di origine nel Pacifico equatoriale.

 

Credits

  • NOAA Climate.gov – El Niño & La Niña (ENSO)
  • NOAA Climate Prediction Center – ENSO Diagnostic Discussion
  • NOAA Climate.gov – Has climate change already affected ENSO?
  • Nature Reviews Earth & Environment – Changing El Niño–Southern Oscillation in a warming climate
  • Nature – Increased occurrences of consecutive La Niña events under global warming
  • Nature – Future increase in extreme El Niño supported by past glacial changes
  • PNAS – El Niño/Southern Oscillation response to global warming
  • NOAA Research – How will climate change change El Niño and La Niña?
  • IRI Columbia – ENSO Quick Look
  • National Science Review – El Niño–Southern Oscillation and its impact in the changing climate
  • National Weather Service – What is ENSO?
  • NOAA Ocean Service – What are El Nino and La Nina?

  (METEOGIORNALE.IT)

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Tags: amplificazione articaanomalie temperaturecambiamenti climaticiENSOgetto subtropicaleInverno EuropaLa NinaNAOOceano Pacifico equatorialeteleconnessioni climatichevortice polareWalker circulation
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Federico De Michelis

Federico De Michelis

Libero professionista nel campo dei dati meteo e dell’Osservazione della Terra. Laurea in Ingegneria Spaziale (Brunel University London). Formazione avanzata in meteorologia in Europa e in Canada, con approfondimenti su modellistica numerica, telerilevamento e analisi dei dati ambientali. Cosa faccio Previsione operativa e analisi per settori meteo-sensibili (energia, outdoor, eventi, turismo) Interpretazione di prodotti satellitari e di modelli (EO/remote sensing) Assessment dei rischi meteo-climatici e reportistica Divulgazione e supporto a media e progetti educativi/R&D Lavoro all’intersezione tra scienza, tecnologia e decisioni concrete, con attenzione a qualità dei dati e comunicazione chiara. La meteorologia è la mia passione fin da bambino; dopo un anno di liceo all’estero mi sono trasferito a Londra dove ho conseguito la laurea alla Brunel University London.

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