Abbiamo parlato molte volte del perché e quando riprenderà a piovere in Italia, dove la situazione meteo continua ad essere caratterizzata da un clima molto caldo, con un notevole deficit pluviometrico. Ogni volta utilizziamo i principali modelli matematici, essenzialmente quelli stagionali per avere un orizzonte temporale più ampio.
Preferiamo, tra tutti, i dati previsionali ottenuti dalle elaborazioni del Centro Meteo Europeo (ECMWF) abbinate a quelle del modello matematico americano nelle diverse versioni fornite dal NCEP.
Le informazioni da analizzare sono innumerevoli, e da questa estrapoliamo le nostre deduzioni. L’articolo prodotto descrive ogni volta i vari passaggi nel tempo, scorrendo la linea di previsione per settimane e mesi. Sicuramente queste non sono previsioni puntuali, bensì linee di tendenza climatiche su un lungo periodo.
Forse molti non sanno che è anche possibile conoscere tendenze climatiche con validità un anno, o diversi anni. L’utilità di queste proiezioni non è finalizzata alla pianificazione di attività quotidiane per il singolo cittadino, ma sono informazioni utili per gli studiosi e talune aziende. Sarebbero molto utili anche ai Governi e i vari Enti.
L’impatto del clima del futuro, anche quello a tre, quattro mesi è indispensabile per avere una vista meno approssimativa e per individuare possibili azioni dirette a ridurre costi, ma soprattutto garantire i servizi al cittadino e alle imprese.
L’attuale siccità e calura erano previste da alcuni mesi fa. Magari, utilizzando queste informazioni, si sarebbero potuti limitari i disagi per la penuria d’acqua.
In questa fase storica, in Italia e vari Paesi dell’Europa, ma anche in ampie regioni del Pianeta, si susseguono settimane di caldo e siccità. Negli Stati Uniti occidentali, in Spagna e Portogallo è in atto la peggiore siccità degli ultimi 1200 anni. Questo evento atmosferico è quindi di rilevanza storica, è gravissimo per l’ambiente naturale, mentre le nostre ricche economiche riescono a sopravvivere a quella che in altre epoche sarebbe stata l’avvento di una carestia con migliaia di morti per la fame.
Se eventi di tale portata dovessero interessare territori più deboli del nostro Pianeta, per altro alcuni anche molto popolati, le conseguenze sarebbero devastanti. Ecco perché è utile conoscere quale clima ci attende, anche approssimativamente. Immaginatevi avere la previsione in anticipo di alcuni mesi, di una devastante siccità in India, dove vivono 1,4 miliardi di persone.
I cambiamenti del clima sono una realtà, una conseguenza comprovata da migliaia di pubblicazioni e scienziati di tutto il Mondo, che è dovuta alle attività umane, che influenzano l’ambiente non solo con la l’emissione di gas serra.
In Italia è pur vero che rispetto a 50 anni fa ci sono più boschi, ma all’epoca eravamo al minimo storico della loro estensione dopo che furono abbattuti milioni di alberi. Aree oggi popolatissime, con una concentrazione industriale e agricola smisurata, per esempio, le grandi pianure italiane, le aree metropolitane, e la Valle Padana, sino alla fine del 1700 (circa) erano coperte di immensi boschi, poi abbattuti. Questo ha cambiato drasticamente l’ambiente naturale influenzando i microclimi dell’area. Ma ciò è avvenuto anche nei vasti bacini fluviali di Arno e Tevere. Ma sui disastri dell’ambiente ci sarebbe molto da scrivere.
Siamo responsabili del clima pazzo dei giorni nostri, però nonostante la velocità, come mai vista prima, degli attuali cambiamenti del clima, non siamo al disastro totale. Per intenderci, l’Italia non è un deserto, e non lo diventerà nemmeno nei primi due decenni. È quanto emerge da autorevoli ricerche e simulazioni del clima.
In parole semplici, la siccità che abbiamo non è l’inizio della fine del nostro ambiente lussureggiante e ricco di vegetazione. La pioggia tornerà presto. L’attuale siccità è dovuta ad una amplificazione di una vasta cella di Alta Pressione che dalle Bahamas si porta sino alle Azzorre, e che devia il percorso delle perturbazioni oceaniche che hanno origine appena ad est del Labrador, nel Nord America.
I fronti perturbati sono dirottati verso le regioni dell’Artico, sfiorano le Isole Britanniche, raggiungono la Scandinavia e scendono verso il Mar Nero, ma anche più ad est, in Russia verso gli Urali e la Siberia occidentale.
La deviazione delle correnti è a opera dell’Anticiclone delle Azzorre che nell’ultimo decennio ha generato un cambiamento climatico. Gli studiosi, con le loro ricerche sostengono che questo fenomeno è avvenuto anche in passato, tanto che le gravi siccità in Europa derivano dalla sua espansione periodica verso il nostro Continente nelle stagioni piovose.
Nel 1976 un evento meteo simile, ma meno duraturo, bloccò circolazione atmosferica europea, si ebbero siccità e caldo secondo gli standard di allora. In Luglio la situazione si sbloccò e tornò a piovere, e seguì un Autunno molto piovoso anche in Italia. Tale evento meteo è solo un esempio di meteo con delle similitudini con quello attuale, e che dovrebbe dare speranza di un ritorno della pioggia.
Ma il passato ora come ora se ci dice che tornerà a piovere perché la siccità è avvenuta varie volte negli ultimi cento, duecento anni, consapevoli che quella in atto è la più grave, che le temperature superano i valori precedenti, dobbiamo affidarci alle proiezioni dei modelli matematici di previsione del clima per avere una panoramica del futuro più certa. Dal meteo del passato non si fanno previsioni.
Le previsioni stagionali fanno cenno a piogge già ad Agosto, con maggiore frequenza e intensità rispetto a Luglio. Ci dicono che a Settembre, seppur persistendo il blocco dell’Anticiclone delle Azzorre, avremo periodi piovosi maggiori che ad Agosto. Mentre che a Ottobre e Novembre pioverà in eccesso, oltre la media.
La siccità finirà, però avremo ancora una dura irregolarità pluviometrica perché in Oceano Atlantico l’anomalia non si estinguerà. Per altro, La Niña non sarà favorevole, ma in Italia la sua influenza non dovrebbe essere così determinante come in Spagna, e da noi pioverà, per altro potrebbe dare l’occasione di periodi più rigidi rispetto alla media d’Inverno.
Il nostro meteo tornerà ad essere più normale, ma la normalità del passato non ci sarà più. Siamo ancora distanti dai disastri annunciati dai climatologi, anche se il tempo disponibile non è più dalla nostra parte.