(METEOGIORNALE.IT) Ultimamente si sente spesso parlare di zero termico. È un termine meteo che è entrato molto in discussione. Un tempo rappresentava un concetto tecnico, utilizzato quasi esclusivamente da esperti e professionisti del settore. Nessun divulgatore scientifico ne parlava mai sui libri o in televisione.
Mentre oggi è diventato di uso frequente nei media, nelle previsioni del tempo e nelle conversazioni legate al clima. La ragione di questa improvvisa notorietà è l’incredibile e inquietante rapidità con cui sta cambiando il clima.
Le nostre temperature
Oramai, pare che se per alcune settimane non ci sono 40 gradi diffusi in Italia vada tutto bene. Ma ricordiamo che tale soglia un tempo era molto rara e appannaggio solo di zone circoscritte, come l’entroterra sardo, la Piana di Catania e il Tavoliere delle Puglie. Era impossibile pensare di avere over 40 in Pianura Padana, oppure a Firenze. Ma, se consentite, è addirittura peggio quello che accade in quota.
I dati recenti
Lo si studia alle scuole. Le Alpi, che rappresentano il massiccio montuoso più imponente d’Europa, hanno un’altitudine massima paragonabile a quella raggiunta dallo zero termico durante le fasi più calde. Parlare di quota 0°C a 4500 metri significa che sulla vetta del Monte Rosa o del Bianco ci possono essere temperature positive. Ma non è tutto. In più occasioni, anche se per fortuna solo per pochissimi giorni, sono superati anche 4800, con punte di oltre 5000!
I valori sono schiaccianti
Vi mostriamo i database meteo ERA5, elaborato dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF). Le analisi mostrano chiaramente che la quota dello zero termico è cresciuta in maniera significativa. Negli ultimi 45 anni, all’interno della regione alpina, si è registrato un innalzamento medio di circa 300 metri.
Ed è tantissimo! Ricordiamo che stiamo parlando di qualcosa molto prolungato nel tempo. È come dire che l’estate si è scaldata di due gradi. 2°C per molti non sono nulla, ma ripetuti per intere settimane fanno un vero cambiamento climatico. In fondo, chi di voi adora il clima che c’è stato i giorni scorsi al Nord o i 45 gradi di fine luglio in Sicilia?
Gravissime conseguenze
Le conseguenze su ghiacciai e criosfera alpina, manco a dirlo, sono devastanti. Se per un periodo prolungato di tre mesi lo zero termico resta sopra i 4.000 metri (oppure raramente al di sotto dei 3500), significa che la quasi totalità dei ghiacciai alpini si trova esposta a temperature positive.
Solo pochissimi riescono a sottrarsi parzialmente a questa fusione. Per tutti gli altri la sorte è segnata: la neve accumulata nei mesi invernali e primaverili viene rapidamente consumata e i ghiacciai perdono spessore e volume a un ritmo accelerato.
Questo vuol dire che può anche fare l’inverno e la primavera più piovosi da decenni (vedasi il caso del 2024). Ma contro il meteo estivo non c’è niente da fare. I ghiacciai sono malati terminali. Eh lo so. È un termine forte. Ma è assolutamente doveroso parlare così… (METEOGIORNALE.IT)
