Il weekend dell’11 e 12 gennaio si preannuncia come uno dei momenti meteo più significativi dell’inverno 2025. Un’intensa ondata di freddo artico, accompagnata da precipitazioni nevose a bassa quota e venti gelidi, interesserà gran parte d’Italia, riportando condizioni invernali che non si osservavano da diversi anni.
L’ondata di freddo: origine e caratteristiche
A partire da sabato 11 gennaio, un vasto flusso di aria fredda proveniente dal Nord Europa farà il suo ingresso sul bacino del Mediterraneo. Questo avverrà attraverso due importanti “porte atmosferiche”: la Porta della Bora, che collega l’Europa orientale con l’Adriatico, e la Valle del Rodano, che consente all’aria fredda di riversarsi verso il Mar Tirreno.
L’arrivo di questa massa d’aria gelida determinerà un drastico abbassamento delle temperature su tutto il territorio nazionale, dando il via a una fase climatica dal sapore pienamente invernale.
Sabato 11 gennaio: ciclone mediterraneo e neve a sorpresa
L’ingresso dell’aria artica favorirà la formazione di un ciclone mediterraneo sul Mar Tirreno. Questo sistema di bassa pressione innescherà una vera e propria tempesta invernale, con precipitazioni intense che colpiranno prevalentemente il Centro-Sud e le Isole Maggiori.
Le regioni del Nord-Ovest, sebbene marginalmente coinvolte, potrebbero vedere nevicate a bassa quota, in particolare nelle zone di Piemonte e Liguria, dove i primi fiocchi potrebbero fare la loro comparsa anche sulle colline.
Domenica 12 gennaio: bufere di neve e freddo intenso
Domenica 12 gennaio, un ulteriore afflusso di aria fredda intensificherà il maltempo, soprattutto lungo il versante adriatico. Bufere di neve colpiranno la Romagna, le Marche, l’Abruzzo e il Molise, con nevicate che raggiungeranno le pianure e si estenderanno fino ai rilievi più bassi. Anche il Lazio, la Campania e la Basilicata vedranno nevicate, con accumuli significativi fino alle colline.
Sul finire della giornata, il maltempo si concentrerà al Sud, in particolare su Calabria e Sicilia, dove temporali violenti potrebbero trasformarsi in nubifragi. Qui il rischio di allagamenti sarà elevato, specialmente nelle aree più vulnerabili lungo le coste.
Venti freddi e gelo diffuso
I venti settentrionali, come la Tramontana e la Bora, soffieranno con intensità su tutta la Penisola, amplificando la sensazione di freddo. Questo fenomeno, noto come wind chill, farà percepire temperature ancora più rigide rispetto ai valori reali.
Al Nord, nonostante un tempo più stabile, le temperature notturne scenderanno ben sotto lo zero, favorendo diffuse gelate mattutine. Le città della Pianura Padana, come Torino, Milano e Bologna, potrebbero registrare minime tra -2°C e -4°C.
La complessità della quota neve
Prevedere la quota neve in Italia è una sfida, data la complessità del territorio. Le Alpi e gli Appennini fungono da barriere naturali, modificando il comportamento delle correnti atmosferiche e influenzando la distribuzione delle precipitazioni. Inoltre, fattori come l’intensità delle piogge, il gradiente termico e la presenza di inversioni termiche possono alterare significativamente le previsioni.
Un fenomeno da considerare è il raffreddamento per evaporazione, che abbassa temporaneamente la quota neve durante le precipitazioni intense. Tuttavia, venti più caldi, come lo Scirocco, possono alzare la quota neve, portando pioggia anche in zone inizialmente fredde.
Un inverno che lascia il segno
Questa ondata di freddo intenso segna un importante ritorno a condizioni invernali tipiche, con fenomeni meteo di rilievo su gran parte del Paese. L’Italia, dopo un avvio di stagione incerto, si trova ora ad affrontare un clima rigido e nevoso, che potrebbe prolungarsi per diversi giorni, regalando uno scenario meteo che mancava da tempo.