Una nuova vampata di caldo sahariano risale sull’Italia, determinando condizioni di meteo diffusamente stabile. La fase acuta di questa ondata di calore è attesa ad inizio settimana, con temperature molto elevate ed in ulteriore aumento soprattutto al Centro-Sud.
La colonnina di mercurio si è già spinta oltre i 43 gradi in Sardegna. Fra lunedì e martedì i picchi estremi di calura si registreranno anche al Sud e sulle regioni centrali. Non è escluso che vengano abbattuti nuovi record di caldo, soprattutto con riferimento al mese di Giugno.
Bisogna però nel contempo seguire il vortice atlantico con perno sulle Isole Britanniche. Da un lato l’affondo dell’aria fresca verso la Spagna ed il Marocco favorisce la feroce rimonta calda sul Mediterraneo Centrale. Dall’altro lato un’onda ciclonica secondaria riuscirà a spingersi verso il Nord Italia.
Inevitabilmente avremo quindi un peggioramento sulle regioni settentrionali, che entrerà nel vivo martedì 28 giugno con il previsto transito del fronte instabile. Tuttavia, i primi spifferi d’aria fresca in quota incentivano la formazione di qualche isolato temporale su alcuni settori alpini.
Nella giornata di oggi, lunedì l’attività temporalesca prenderà forma, nel corso della giornata, sui settori occidentali alpini. Inizialmente saranno coinvolte Valle d’Aosta e Canavese, poi i temporali raggiungeranno l’Alto Piemonte e parte del nord-ovest della Lombardia entro sera.
Rischio nubifragi e grandine su alcune zone del Nord, i dettagli
Questa sarà solo un’anteprima del guasto meteo che prenderà forma martedì, a seguito dell’intrusione di un impulso temporalesco in seno ad un cavo d’onda con relativo cedimento dell’anticiclone africano. I fenomeni assumeranno quindi carattere più importante sia come diffusione che intensità.
Già nelle ore mattutine del martedì una sfilza di temporali si estenderanno dalle aree alpine alle pianure piemontesi, poi sarà coinvolta successivamente anche la Lombardia, la Liguria (specie le zone interne), l’Emilia Occidentale ed entro sera le aree pedemontane di pianura del Triveneto.
Ci sarà rischio molto elevato di fenomeni anche violenti, per via del contrasto esplosivo dell’aria più fresca atlantica rispetto alla massa d’aria più calda ed umida preesistente. Gli acquazzoni potranno quindi assumere carattere localmente di nubifragio, con anche grandine e colpi di vento.
Sul fronte della grave siccità che imperversa al Nord, queste dinamiche instabili estive non sono in grado di apportare benefici significativi, trattandosi di precipitazioni irregolari e distribuite a macchia di leopardo. Per allentare la siccità, servirebbero perturbazioni capaci di dare origine a piogge più estese e durature.