Abbiamo già detto che l’evoluzione meteo sarà piuttosto complessa, questo perché infiltrazioni di aria fresca provenienti dai Balcani tenderanno ad accentuarsi nei prossimi giorni sull’Italia, contemporaneamente aria calda proveniente dall’Africa si sovrapporrà e innescando condizioni di ancor più instabilità atmosferica.
Con l’instabilità atmosferica, soprattutto a partire da maggio si ha un incremento dell’attività temporalesca che tende ad assumere anche forte intensità, e soprattutto essere accompagnata da fenomeni sotto forma di grandine.
Attraverso l’ausilio dei nostri dati estrapolati da modelli matematici, abbiamo osservato che la possibilità di grandinate di grosse dimensioni in Italia, perlomeno per una previsione meteo di una settimana non vede fenomeni devastanti, o meglio grandinate con chicchi molto grossi. La possibilità che questi eventi meteo si verifichino è bassa.
Al contrario invece appare continuo il rischio di grandinate abbondanti. Queste sono molto dannose in questo periodo dell’anno in ambito agricolo, in quanto procurano danni ingenti alle colture.
Invece, in vari Paesi europei il rischio grandine sembrerebbe essere molto superiore, ciò a partire dalle regioni orientali del continente, qui si potrebbero già manifestare entro la settimana grandinate devastanti, con chicchi anche grossi 5 cm.
Tali fenomeni non devono allarmare, non arriva la fine del Mondo, le grandinate avvengono distribuite a macchia di leopardo, interessano aree relativamente circoscritte, e solo in talune circostanze sono piuttosto diffuse e procurano danni molto ingenti, ma i fenomeni estremi quantomeno in un territorio come quello italiano sono comunque pochi rispetto a come avvengono in altre aree del nostro Pianeta.
Ad esempio, in Georgia, le grandinate devastanti ogni anno procurano danni incredibili in ambito agricolo, tanto che il governo locale si occupa di bombardare le nubi potenzialmente foriere di grandine. Stesso metodo viene adottato anche nelle Pampas e nella regione di Cordoba in Argentina.
Il bombardamento delle nubi attraverso sostanze che determinano l’attenuazione di temporali, viene definita poco efficace in molti Paesi, perciò non viene praticata. Solo occasionalmente in alcune regioni della Spagna viene ancora utilizzata per ridurre gli effetti delle grandinate nelle zone più densamente agricole, più che altro per attenuare l’ansia degli agricoltori. In Italia, nel Nord, talune aziende agricole utilizzano ancora i cannoni antigrandine, ma i risultati che si ottengono non sembrano essere buoni.
La prevenzione delle grandinate è per ora abbastanza approssimativa, anche se vari studi si stanno conducendo sempre più a ridurne gli effetti così dannosi. Ora come ora, la soluzione ideale quella di dotare in agricolture le colture più pregiate di reti antigrandine.
Ma vediamo quelle che sono le regioni a maggior rischio grandine nel corso di questa settimana:
le zone interne del Lazio e della Campania. Poi un rischio maggiore c’è al Nord Italia, nelle basse pianure soprattutto tra Emilia e Lombardia fin sino al Piemonte. Altrove c’è il rischio di grandinate con chicchi più piccoli, ma talvolta abbondanti, come il caso del Trentino, dove continuano ad essere prospettate condizioni di grandine, ma a questo punto sul meteo del lungo termine, quindi tutto da confermare.
E comunque, una previsione in ambito locale del rischio di grandine è sempre sperimentale per ora.