
(METEOGIORNALE.IT) Ci sono indici meteo che depongono a favore di una stagione invernale meno sottotono rispetto agli ultimi anni. Attenzione. Non vogliamo dire sicuramente che sarà un inverno da altri tempi. Ma almeno non dovrebbe risultare così anonimo e scialbo come gli ultimi tre. Osserviamo insieme alcuni dati importanti.
Il Vortice Polare
Molto amato e studiato da appassionati meteo. Perché non lo sapesse, si tratta di un enorme sistema di venti che ruota costantemente attorno al Polo Nord. È compatto allora il freddo rimane confinato Alle alte latitudini. Se invece è debole allora è probabile che fasi di freddo invernale riescano ad arrivare più frequentemente sulla nostra penisola.
Non emergono, per ora, indicazioni di un possibile riscaldamento stratosferico nelle prime settimane di novembre. Questo vuol dire che non ci sono le condizioni di ondate di gelo a fine novembre o nei primissimi giorni di dicembre. Però intanto qualcosa si muove.
Qualche analisi
Un vortice polare indebolito tende a condizionare pesantemente la circolazione atmosferica nei bassi strati, interferendo con la troposfera e favorendo configurazioni a AO negativa (Artic Oscillation). Questo tipo di pattern meteorologico aumenta la possibilità che masse d’aria fredde si spingano verso latitudini più basse, raggiungendo anche l’Europa.
Analizzando attentamente alcuni indici meteo a livello emisferico, si evidenziano la presenza di una QBO orientale e la rapida espansione del manto nevoso in Siberia. So che sono termici strani. Ma non sono due elementi a caso. Si tratta di condizioni che, in base alle statistiche, spesso anticipano disturbi stratosferici nel corso delle settimane successive. E che quindi possano convergere verso un periodo di maggiore dinamismo. E magari anche di nevicate a bassa quota.
Neve siberiana
Ma cosa c’entra la neve siberiana con noi? Il legame è molto più sottile e intrigante di quanto possiate immaginare. Le osservazioni delle ultime due settimane rivelano un’estensione del manto nevoso superiore alla media. Questo surplus di neve favorisce un raffreddamento precoce delle masse d’aria sulla Siberia, stimolando la formazione di aree di alta pressione persistenti che, a loro volta, possono convogliare l’aria gelida verso ovest, fino al continente europeo.
Attenzione bene cari lettori. È importante sottolineare che si tratta di correlazioni statistiche, e ovviamente non di certezze assolute: indicano una probabilità più elevata di determinati scenari, ma non forniscono garanzie su eventi meteo nevosi. Sicuramente giocano leggermente a nostro favore, ma la verità è che rimangono comunque ipotesi discretamente remote.
Cosa aspettarci nelle prossime settimane
Novembre potrebbe mostrare due volti distinti. Nella prima parte del mese ci aspettiamo, di fatti, fasi meteo di alta pressione e temperature ben al di sopra della media del periodo. Poche piogge e ovviamente assoluta mancanza di freddo.
Con la fine di questo mese e l’arrivo di dicembre le condizioni citate prima nell’articolo potrebbero rendere la stratosfera più soggetta a disturbi significativi. In tal caso, aumenterebbero le probabilità di fasi AO negative e di blocchi atmosferici persistenti sull’Atlantico.
Possiamo analizzare che, dal punto di vista statistico, questo schema favorisce il manifestarsi di ondate di freddo tra la fine di dicembre e gennaio, soprattutto sull’Europa centrale e, in misura minore, anche nel Mediterraneo. Per concludere, ci ripetiamo. Non è qualcosa di certo. Ma stiamo parlando solo in termini probabilistico statistici. Saranno le varie condizioni meteo a determinare eventuali affondi gelidi e nevicate a quote molto basse…
Credit
L’articolo è stato redatto analizzando i dati dei modelli meteo ECMWF e Global Forecast System del NOAA, ICON, AROME, ARPEGE. (METEOGIORNALE.IT)



