
(METEOGIORNALE.IT) Gli ultimi aggiornamenti dei modelli matematici che estendono la previsione fino a 46 giorni stanno mostrando scenari davvero sorprendenti, che mettono in evidenza una netta tendenza verso un clima più estremo rispetto agli anni passati. Fin da luglio, infatti, si è osservata una forte interazione tra diversi fattori: da un lato le interferenze oceaniche, dall’altro le spinte di origine polare e le correnti provenienti dal Nord Africa, che hanno condizionato l’intera stagione estiva e ora continuano a influenzare anche l’autunno.
Secondo i principali centri di calcolo, la prima decade di ottobre sarà contrassegnata da un andamento molto irregolare delle temperature. Dopo un iniziale crollo termico causato dall’arrivo di aria fredda dalla Russia, che pur senza toccare valori invernali sarà comunque insolito per il periodo, seguirà una fase di mitigazione con valori in aumento, anche se senza eccessi. Successivamente potrebbe giungere un nuovo calo, meno intenso del precedente, legato a infiltrazioni di aria artica e a basse pressioni.
Il quadro a lungo termine resta ancora incerto, ma emerge un dettaglio importante: la media termica di ottobre, nonostante i bruschi sbalzi, potrebbe risultare superiore alle medie stagionali, a causa dei frequenti rientri di correnti calde africane che smorzerebbero le fasi fredde.
La vera sorpresa, però, potrebbe arrivare verso la fine di ottobre e soprattutto nella prima decade di novembre, quando alcuni modelli indicano la possibilità di un freddo precoce, accompagnato anche da episodi di maltempo diffuso. In questo scenario, la neve potrebbe tornare a imbiancare le Alpi, e se le condizioni termiche lo permetteranno, persino alcuni settori dell’Appennino, almeno nelle quote più elevate, con il rischio che i fiocchi possano spingersi anche più in basso.
Il contesto generale lascia quindi intravedere un autunno più rigido di quello a cui ci siamo abituati negli ultimi anni. Va ricordato che in passato abbiamo già vissuto mesi autunnali piuttosto freddi, salvo poi assistere a un improvviso ritorno di temperature miti e a un inverno attenuato. Quest’anno, però, l’attenzione resta altissima, soprattutto in vista dei grandi eventi sportivi che si terranno sulle Alpi, come i prossimi Mondiali della neve, per i quali l’accumulo nevoso sarà fondamentale.
Resta comunque da sottolineare la grande incertezza previsionale: i modelli, persino nel breve termine, stanno mostrando margini di errore significativi, rendendo difficile tracciare un quadro netto. Per questo motivo, parlare oggi di un ottobre freddo o di un ottobre caldo resta complesso. Le oscillazioni atmosferiche, aggravate dal riscaldamento globale, generano infatti variazioni improvvise che possono mutare lo scenario in poche ore, introducendo anche ondate di calore africano a ridosso delle fasi più fredde.
Credit internazionali:
- European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF) – Il principale centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine
- NOAA Global Forecast System (GFS) – Sistema globale di previsioni del NOAA statunitense
- World Meteorological Organization (WMO) – Organizzazione mondiale meteorologica per la ricerca e previsione del tempo
- NOAA Climate.gov – Polar Vortex Research – Ricerca NOAA sui disturbi del vortice polare
- World Weather Research Programme (WWRP) – Programma WMO per la ricerca meteorologica mondiale
- Geophysical Research Letters – Polar Vortex Studies – Ricerche scientifiche sui disturbi del vortice polare
- EUMETSAT – Organizzazione europea per satelliti meteorologici
- Ludwig-Maximilians-Universität München – Studi universitari sull’incertezza delle previsioni meteorologiche



