(METEOGIORNALE.IT) Quanto dura davvero l’estate in Italia? La risposta non è più semplice come un tempo. Non si tratta più solo dei “classici” tre mesi da GIUGNO ad AGOSTO: la stagione estiva si è dilatata, colonizzando buona parte della PRIMAVERA e sfiorando l’AUTUNNO. Negli ultimi 15-20 anni, il nostro Paese ha vissuto una trasformazione climatica profonda, che ha mutato l’identità stessa delle stagioni.
Il volto ormai tropicale dell’Estate italiana
Un tempo, SETTEMBRE era già autunno, soprattutto al NORD, mentre al SUD si poteva assistere a varie giornate più calda, grazie a un’alta pressione africana in risalita, ma non era estate. Tornavano le piogge dopo la siccità estiva, ed entro fine mese i prati erano di nuovo verdi. Oggi, invece, le condizioni meteo tipicamente estive si protraggono anche fino a OTTOBRE, con temperature che restano elevate e assenza prolungata di piogge.
Il clima italiano sta virando sempre più verso quello tropicale, specialmente in SICILIA, dove si stanno diffondendo specie vegetali tropicali o subtropicali, come le strelitzie, i banani ornamentali, le palme non mediterranee e perfino gli avocadi coltivati in campo aperto. E lo stesso accade con il mare e le specie animali: pesci tipici di acque calde tropicali sono sempre più frequenti nei nostri fondali, mentre nuovi insetti provenienti da latitudini africane e asiatiche si stanno stabilizzando in tutta la Penisola.
La nuova durata reale dell’Estate
Oggi, in gran parte d’Italia, l’estate meteorologica inizia stabilmente, ma d’improvviso a MAGGIO e termina a OTTOBRE, ma non sono rare le annate in cui prosegue fino a NOVEMBRE. Si tratta di all’incirca di cinque mesi consecutivi di clima caldo, con una frequenza crescente di ondate di calore, siccità e notte tropicali.
Le notti tropicali sono definite in meteorologia come quelle in cui la temperatura minima notturna non scende sotto i 20°C. Nelle grandi città come MILANO, ROMA, NAPOLI, BOLOGNA, queste notti si sono moltiplicate. L’effetto delle isole di calore urbane amplifica ulteriormente la permanenza di valori minimi elevati, ma il fenomeno è ormai presente anche nelle aree rurali, segno che l’anomalia è diffusa e profonda.
Entro il 2030, Estate di sei mesi
Secondo modelli climatici come quelli illustrati nei report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), se il riscaldamento globale continuerà con l’attuale traiettoria, entro il 2030 potremmo avere stagioni estive di sei mesi nelle regioni mediterranee. Le proiezioni parlano infatti di un ulteriore mese di estate da aggiungere all’attuale configurazione: APRILE e NOVEMBRE potrebbero avere caratteristiche simili ai GIUGNI degli anni ’60 e ’70.
Ciò comporterebbe notte tropicali da MAGGIO a OTTOBRE, con temperature minime anche superiori ai 23-24°C in ambito urbano, e massime che superano i 40°C in molte zone interne del CENTRO-SUD.
Ma l’inverno esisterà ancora?
Sì, l’inverno continua a esistere. Ma ha mutato i suoi connotati. Le nevicate in pianura al NORD sono ormai rare, e le temperature minime sono molto più alte rispetto al passato. Tuttavia, episodi freddi non sono del tutto scomparsi: irruzioni artiche o siberiane possono ancora raggiungere l’ITALIA, anche se con minor frequenza.
Eventi storici come il febbraio 1956 o il gennaio 1985 — due degli inverni più gelidi del XX secolo — potrebbero ripetersi, ma saranno probabilmente sempre più sporadici e attenuati, proprio per l’alterazione delle dinamiche meteo a scala globale. Come segnalato in varie analisi del Copernicus Climate Change Service, l’Europa meridionale sta vivendo una delle accelerazioni climatiche più rapide del continente.
Il rischio crescente di meteo estremo
La prolungata durata dell’estate comporta una maggiore esposizione al rischio meteo. Ondate di calore come quelle che hanno colpito l’ITALIA nel GIUGNO e LUGLIO del 2022 con picchi oltre i 45°C in SICILIA, potrebbero diventare più frequenti e intense. L’umidità crescente in alcune zone costiere porta anche a condizioni più affini a quelle equatoriali, con valori di indice di calore (heat index) potenzialmente pericolosi per la salute umana.
Gli eventi estremi saranno sempre più legati non solo al caldo, ma anche alla pioggia improvvisa, con nubifragi e bombe d’acqua che si concentrano in brevi periodi, seguite da lunghi intervalli secchi. Questa dinamica, tipica dei climi tropicali, è già visibile in molte regioni italiane.
La meteorologia italiana sta cambiando pelle. Quella che un tempo era una stagione di tre mesi è ora un periodo climatico dominante nell’anno. E con l’avvicinarsi del 2030, tutto lascia pensare che l’estate di sei mesi non sia una fantasia, ma una realtà imminente. (METEOGIORNALE.IT)
