L’emergenza smog travolge ancora la capitale indiana, lasciando la popolazione in balia di un’aria irrespirabile e della lentezza politica.
Una città immersa nella foschia: condizioni critiche
Martedì mattina, l’indice di qualità dell’aria di Nuova Delhi ha raggiunto un livello di 485, quasi cinque volte oltre la soglia considerata sicura. Eppure, sorprendentemente, è stato percepito come un miglioramento rispetto al giorno precedente, quando il valore aveva toccato un impressionante 1.785. Anche se la visibilità è tornata parzialmente e si è potuto distinguere la luce del sole, l’aria resta carica di particelle nocive che ostruiscono polmoni e arterie.
Vikram Singh, un autista di risciò di 58 anni, ha descritto i disagi fisici che vive quotidianamente durante questi periodi di inquinamento: “Sento un bruciore agli occhi e una stanchezza insolita. Non so cosa stia succedendo dentro il mio corpo.” Inoltre, i guadagni calano drasticamente, passando dai soliti 8 dollari al giorno a soli 6.
Misure d’emergenza e accuse reciproche
Come ogni anno, con il calo delle temperature, il fenomeno dello smog inizia a soffocare le pianure dell’India settentrionale, aggravato dall’accensione di fuochi domestici e dalla combustione di residui agricoli. La risposta politica, però, sembra sempre tardiva e insufficiente. La governatrice di Delhi, Atishi, ha dichiarato l’inquinamento una vera e propria “emergenza medica”, particolarmente pericolosa per bambini e anziani.
La Corte Suprema ha criticato duramente il governo centrale per la lentezza nell’agire, ordinando misure straordinarie come la sospensione dei lavori edili e la riduzione del traffico veicolare. Le scuole sono state chiuse a tempo indeterminato, richiamando alla memoria i lockdown vissuti durante il Covid-19, con lezioni online e mascherine recuperate dai cassetti.
Tuttavia, solo una piccola parte della popolazione può permettersi di restare a casa. Debu Jyoti Dey, un dirigente finanziario, ha raccontato di dover affrontare il tragitto verso l’ufficio con un fazzoletto legato al viso: “Sento congestione toracica, starnuti frequenti e sonnolenza.” Le persone costrette a lavorare all’aperto, come venditori ambulanti e manovali, vivono condizioni ancora peggiori.
Le cause dello smog: tra clima e conformazione geografica, ma soprattutto responsabilità politiche
Il fenomeno dello smog autunnale è causato principalmente da un’inversione termica, in cui uno strato di aria calda intrappola l’aria fredda e inquinata a livello del suolo. A questo si aggiungono le emissioni dei veicoli, i fuochi d’artificio di Diwali e la combustione dei residui agricoli nei campi.
Il dibattito politico si infiamma ogni anno. Atishi ha accusato il partito del Primo Ministro Narendra Modi di non intervenire adeguatamente nelle regioni limitrofe, dove le pratiche agricole contribuiscono all’inquinamento. Tuttavia, secondo l’Istituto Indiano di Meteorologia Tropicale, il ruolo della combustione agricola è relativamente contenuto, passando dall’1% di ottobre al 13% in novembre, ben lontano dall’essere la causa principale.
Una capitale invivibile
Secondo un recente studio, Delhi è risultata essere la città più inquinata al mondo, con livelli di inquinamento quasi cinque volte superiori a quelli di Dhaka, in Bangladesh. Lo scrittore e politico Shashi Tharoor ha sollevato una questione provocatoria: “Questa città è praticamente invivibile da novembre a gennaio. Ha senso che rimanga la capitale della nazione?”
Conseguenze sanitarie ancora poco esplorate
Nonostante l’attenzione globale sull’inquinamento di Delhi, mancano studi a lungo termine sugli effetti sulla salute. Secondo il dottor Sundeep Salvi, presidente della Indian Chest Society, l’assenza di ricerche approfondite rende difficile quantificare l’impatto sul sistema cardiovascolare, sebbene si sospetti un aumento di infarti e ictus.
Le raccomandazioni dei medici, come restare idratati, fare lavaggi nasali e mantenere piante in casa, possono offrire un sollievo minimo, ma non sono sufficienti a contrastare l’emergenza sanitaria in corso.