Non manca molto al 20° anniversario di una delle più intense ondate di freddo e neve che siano giunte in Italia nel mese di aprile.
Dodici anni dopo la neve padana dell’aprile 1991, ad essere colpita dalla tormenta fu la costa adriatica, soprattutto quella centrale e meridionale.
Primi di aprile 2003: si prepara l’ondata di freddo
I primi giorni di aprile 2003, un blocco d’aria molto fredda si era già formato tra Scandinavia e Nord-Est dell’Europa. Nel frattempo, in atlantico si era disposto un anticiclone lungo i meridiani, posizionando i suoi massimi nei pressi del Regno Unito. Fu il fattore decisivo che diede la spinta all’aria gelida per scivolare verso sud, dall’artico verso la Scandinavia, il Centro Europa e, infine, l’Italia.
Sabato 5 aprile l’irruzione fredda arrivò sul Centro Europa causando nevicate diffuse tra Polonia, Germania Orientale, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Balcani settentrionali e cominciando ad addossarsi a nord delle Alpi.
L’irruzione fredda scavalca le Alpi
Domenica 6 aprile l’aria fredda scavalcò le Alpi tuffandosi verso l’Adriatico e portandosi dietro forti venti di bora. Passando sopra il mare l’aria fredda diventa instabile e cominciano le prime precipitazioni, nevose a quote collinari. In serata, dal Veneto alla Puglia, il limite della neve si attestava sui 300-400 metri.
7 aprile: arriva la neve
Ma l’apoteosi nevosa comincia lunedì 7 aprile! Le temperature precipitano sia sulle Alpi che sugli Appennini. Una terribile tempesta di neve colpisce la zona del Gran Sasso, con vento a 160 km/h e 14 gradi sotto zero a Campo Imperatore. Inizia a nevicare anche a Potenza dove l’accumulo cresce rapidamente fino a raggiungere 30 cm.
7-8 aprile: 20 cm di neve su Termoli e Bari imbiancata
Tra il 7 e l’8 aprile bufere di neve colpiscono le coste adriatiche dalla Romagna alla Puglia, passando per Marche, Abruzzo e Molise; talvolta si abbattono persino temporali nevosi.
A Termoli cadono circa 20 cm di neve; diversi cm cadono anche su Bari, Brindisi, Lecce e il Salento. Solo su Taranto non nevica, sebbene la temperatura si mantenga sui 2°C.
Nevica persino in Calabria a quote collinari, con lieve accumulo anche su Cosenza e fiocchi su Catanzaro.
Rovesci di neve interessano anche il Nord Italia, più intensi su Bologna e l’Emilia, ma presenti anche su Veneto ed est Lombardia.
Dopo la neve, i record di freddo
La notte tra l’8 e il 9 aprile a Bari la temperatura minima scende a -0,9°C, segnando il record di freddo per aprile dal 1943 e tutt’ora imbattuto.
Diverse altre città ritoccano il proprio record di freddo mensile, tra queste Firenze con -3,2°C e Milano con -2,5°C.
Ma l’estate successiva sarà la più calda di sempre
Questa violenta ondata tardiva di gelo non condiziona però l’estate. Già pochi giorni dopo il clima si fa nettamente più mite e Bari tocca 20°C il giorno 12. L’estate esploderà già a maggio; giugno e agosto segneranno record di caldo storici e tutta l’estate sarà la più calda almeno degli ultimi due secoli. Bisognerà aspettare il 2022 per averne un’altra equivalente.
E quest’anno come andrà? Un inverno e un marzo mite non sono una garanzia per avere un aprile dal clima dolce e primaverile.
Negli ultimi vent’anni, però, anche aprile si è mediamente scaldato e le ondate di caldo hanno avuto la prevalenza su quelle di freddo. Ma anche questo dato statistico non è una garanzia per cosa deciderà di fare il meteo quest’anno nel mese primaverile per eccellenza. Non ci resta che attendere…