L’elezione del Pontefice, momento centrale per la Chiesa cattolica, segue una procedura antica, ricca di simbologia e di regole precise, custodite nei secoli e aggiornate da diversi pontefici, l’ultimo dei quali Giovanni Paolo II con la costituzione Universi Dominici Gregis.
Il procedimento si apre con la convocazione del Conclave, che si svolge nella Cappella Sistina, all’interno del Palazzo Apostolico in Vaticano. Partecipano solo i cardinali elettori, ossia quelli con meno di 80 anni al momento della sede vacante. Le porte vengono chiuse con il famoso annuncio “Extra omnes!“, e da quel momento i porporati sono isolati dal mondo esterno per garantire la massima segretezza.
Si procede quindi con una serie di scrutini, generalmente due la mattina e due il pomeriggio. Ogni cardinale vota scrivendo il nome di un altro cardinale su una scheda, che viene piegata e depositata in un’urna. Per essere eletto, è richiesta la maggioranza qualificata dei due terzi dei votanti. Se nessuno raggiunge il quorum, si ripete la votazione.
Al termine di ogni scrutinio, le schede vengono bruciate in una stufa collegata al comignolo della Sistina: fumo nero indica un voto senza esito, mentre fumo bianco segnala l’elezione del nuovo Papa.
Storicamente, la durata media di un conclave si è molto ridotta. Nel passato, specie nel Medioevo e nel Rinascimento, le elezioni papali potevano protrarsi per mesi o addirittura anni. Oggi, grazie alle nuove regole che incoraggiano una più rapida decisione, la durata media si aggira intorno ai 3 o 4 giorni.
In alcuni casi recenti, come per l’elezione di Papa Francesco nel 2013, il conclave si è concluso nel secondo giorno di votazioni. Anche per Benedetto XVI nel 2005, bastarono meno di 48 ore.
Il conclave più rapido fu quello che elesse Papa Urbano VI nel 1378. La votazione si chiuse in circa 24 ore, complice una situazione di forte pressione politica da parte del popolo romano, che chiedeva un Papa italiano.
Un altro caso di conclave brevissimo si verificò con l’elezione di Papa Pio XII nel 1939, che fu scelto dopo soli tre scrutini, il secondo giorno di Conclave.
Il conclave più lungo fu quello seguito alla morte di Papa Clemente IV nel 1268. A Viterbo, i cardinali rimasero riuniti per ben due anni e nove mesi. L’esasperazione della popolazione portò addirittura a misure drastiche: il tetto del palazzo dove si teneva il conclave venne scoperchiato per esporre i cardinali alle intemperie, e il loro cibo fu razionato per forzarli a trovare un accordo. Alla fine venne eletto Papa Gregorio X.
