
Il contrasto tra le masse d’aria ha già dato origine a rovesci e temporali sparsi, con fenomeni localmente intensi che stanno interessando soprattutto i rilievi appenninici.
Un marcato calo termico accompagna questa nuova fase instabile, con la neve che torna a fare la sua comparsa su diverse zone del versante adriatico dell’Appennino centrale.
Le precipitazioni nevose, in alcuni casi, raggiungono quote collinari, mentre sui rilievi più alti si manifestano con tratti di vera e propria bufera. Particolarmente esposto è il settore compreso tra i 1000 e i 1200 metri di quota, dove la neve cade fitta, sospinta da venti in intensificazione.
Tra i luoghi più significativi colpiti da questo nuovo peggioramento si distingue ancora una volta Campo Imperatore, che si conferma crocevia degli eventi atmosferici più estremi dell’Appennino.
In queste ore la zona è nuovamente interessata da nevicate abbondanti, in un contesto termico rigidissimo: la colonnina di mercurio oscilla intorno agli zero gradi, mentre il vento soffia già con raffiche di 35 km/h, con la prospettiva di ulteriori rinforzi nelle prossime ore.
Campo Imperatore non è solo una delle località simbolo dell’Appennino, ma detiene anche il primato di essere la stazione sciistica più alta del Centro-Sud, situata a ben 2115 metri sul livello del mare.
La sua posizione la rende particolarmente vulnerabile – ma anche affascinante – durante le ondate di maltempo invernale. Dall’inizio di dicembre a oggi, la zona ha affrontato una serie di tempeste che hanno messo a dura prova sia le strutture che gli operatori.
Raffiche di vento impetuose hanno colpito con forza la zona della Scindarella, toccando punte impressionanti fino a 160 km/h. Al rifugio Duca degli Abruzzi, situato in posizione ancora più esposta, le raffiche hanno addirittura superato i 200 km/h, con picchi massimi registrati attorno ai 235 km/h.
Questi eventi confermano ancora una volta la straordinaria severità del clima che può caratterizzare l’Appennino centrale nei mesi freddi, rendendolo per certi versi paragonabile a scenari alpini.
Campo Imperatore, con la sua quota e la sua esposizione, rappresenta uno degli osservatori naturali più significativi per comprendere la potenza degli inverni appenninici, in un contesto che sa essere tanto spettacolare quanto estremo.



