New York, celebre in tutto il mondo per la sua skyline dominata da grattacieli iconici, si trova in una posizione geografica che la espone a diversi tipi di rischi naturali, anche se in misura diversa rispetto ad altre metropoli statunitensi. Le minacce più rilevanti non provengono tanto da terremoti o tsunami, quanto dagli uragani, che hanno già colpito duramente la città in passato. Tuttavia, anche le scosse sismiche, seppur rare, rappresentano un pericolo latente per le strutture verticali della metropoli.
Rischio sismico: scosse storiche e potenzialità future
Nonostante New York non sia nota per una particolare attività sismica, la città si trova in una zona sismicamente attiva, anche se con un’intensità molto più bassa rispetto a quella della California. La faglia di Ramapo, che si estende tra New Jersey e New York, è una delle principali strutture geologiche che potrebbero generare terremoti.
Uno degli episodi più significativi avvenne nel 1884, quando una scossa di magnitudo stimata tra 5.2 e 5.5 colpì la regione. I danni furono contenuti, ma l’evento dimostrò che il sottosuolo della città non è del tutto inattivo. Anche in tempi recenti, nel 2001 e nel 2011, si sono verificate lievi scosse percepite dalla popolazione, senza conseguenze strutturali, ma sufficienti a riaccendere l’attenzione sul tema.
L’ultima scossa di terremoto avvertita a New York City è stata di magnitudo 4.8 ed è avvenuta il 5 aprile 2024. L’epicentro era vicino a Whitehouse Station, nel New Jersey, a circa 64 chilometri da Manhattan.
Tuttavia, ci sono state scosse di terremoto più recenti avvenute nello stato di New York, anche se di magnitudo minore e magari non avvertite a New York City. Ad esempio, l’USGS riporta un terremoto di magnitudo 1.6 vicino a North Creek, New York, il 5 aprile 2025, e uno di magnitudo 3.4 vicino ad Adams, New York, avvenuto circa 9 mesi fa.
Grattacieli e nuove tecnologie antisismiche e antivento
La moderna ingegneria civile ha rivoluzionato la progettazione degli edifici alti, con tecniche sofisticate per garantire la stabilità strutturale sia in caso di scosse sismiche che durante le tempeste di vento. I nuovi grattacieli di Manhattan, come il One Vanderbilt o il 432 Park Avenue, sono progettati per oscillare controllatamente, grazie a smorzatori dinamici posizionati ai piani superiori. Questi dispositivi, spesso costituiti da enormi masse mobili, assorbono l’energia cinetica prodotta dal vento o da scosse leggere, riducendo l’effetto percepito negli ambienti interni e migliorando la sicurezza complessiva.
L’incremento dell’altezza media degli edifici ha reso essenziale l’applicazione di sistemi ingegneristici avanzati che tengano conto non solo delle forze orizzontali del vento, ma anche dei rischi sismici, seppur ridotti.
Tsunami: un rischio remoto ma teoricamente possibile
Il rischio di tsunami nella zona di New York è considerato molto basso, ma non nullo. La costa atlantica non è particolarmente soggetta a questo tipo di fenomeni, poiché la conformazione della placca tettonica nordamericana non favorisce terremoti sottomarini di intensità sufficiente per generare onde anomale devastanti. Tuttavia, eventi sottomarini al largo dell’Oceano Atlantico, o frane sottomarine nelle isole Canarie, potrebbero teoricamente generare onde che raggiungerebbero la costa statunitense.
Un esempio spesso citato è la frana del vulcano Cumbre Vieja a La Palma, che secondo alcuni modelli potrebbe causare uno tsunami in grado di colpire la costa orientale degli Stati Uniti, inclusa New York, con onde alte diversi metri. Tuttavia, gli scienziati considerano questa possibilità estremamente improbabile.
Gli uragani: il vero pericolo per New York
Il pericolo più concreto e attuale per New York proviene dagli uragani, amplificato negli ultimi anni dai cambiamenti climatici. Il caso più emblematico è l’uragano Sandy, che nel 2012 causò danni devastanti a gran parte della metropoli, provocando allagamenti nelle stazioni della metropolitana, black-out estesi e distruzioni lungo le coste di Brooklyn e Queens. Le acque superavano i 4 metri sopra il livello medio del mare, inondando zone basse come Lower Manhattan.
Anche l’uragano Irene, nel 2011, provocò danni diffusi, seppur meno gravi rispetto a Sandy. Il rischio uragani ha spinto la città ad adottare piani di resilienza urbana come il NYC Climate Resiliency Design Guidelines, che include barriere mobili, rialzi dei livelli stradali e sistemi di drenaggio avanzati per mitigare l’impatto delle future tempeste.
New York continua a investire in infrastrutture resistenti e adattive, consapevole che il cambiamento climatico potrebbe intensificare la frequenza e la potenza degli eventi meteorologici estremi, rappresentando la minaccia più imminente per la sicurezza urbana.
