
Le temperature globali stanno registrando anomalie sempre più marcate, con livelli che superano costantemente i +1,5°C rispetto all’era pre-industriale (1850-1900). Il grafico fornito dal Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dall’ECMWF e supportato dall’Unione Europea, mostra una situazione allarmante per il 2023, il 2024 e l’inizio del 2025. I dati evidenziano un trend preoccupante, con 19 degli ultimi 20 mesi che hanno registrato temperature superiori alla soglia critica di +1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali.
Meteo, temperature globali in continua crescita dal 2023 al 2025
Analizzando nel dettaglio i dati, il 2023 ha visto un progressivo aumento delle anomalie termiche mese dopo mese. A gennaio, la temperatura era di +1,21°C, per poi salire a +1,46°C a marzo. Ma è nei mesi estivi che si è raggiunto il livello di emergenza climatica: luglio e agosto 2023 hanno registrato rispettivamente +1,52°C e +1,51°C, sfiorando e superando il limite degli Accordi di Parigi. Il vero allarme è scattato da settembre 2023 in poi, con anomalie superiori ai +1,7°C. Ottobre ha registrato un’anomalia di +1,70°C, mentre novembre e dicembre hanno segnato rispettivamente +1,74°C e +1,78°C, il dato più alto mai registrato fino a quel momento.
Il 2024 non ha mostrato segnali di miglioramento. Dopo un gennaio con un’anomalia di +1,66°C e febbraio a +1,77°C, anche i mesi successivi hanno mantenuto temperature ben oltre il limite critico. A marzo, l’anomalia era di +1,68°C, mentre aprile ha registrato un lieve calo a +1,58°C, restando comunque a livelli estremamente elevati. Maggio, giugno, luglio e agosto hanno oscillato tra +1,50°C e +1,52°C, senza mostrare segni di inversione di tendenza.
A settembre e ottobre 2024, le anomalie hanno toccato rispettivamente +1,54°C e +1,65°C, mentre novembre e dicembre hanno mantenuto valori sopra i +1,6°C, confermando che il riscaldamento globale continua la sua corsa senza sosta.
Nel 2025, i primi mesi disponibili nel grafico confermano il trend negativo: gennaio ha registrato +1,69°C, mentre febbraio ha toccato +1,75°C. L’assenza di segnali di raffreddamento globale rende chiaro che la crisi climatica è ormai una realtà incontestabile.
Una tendenza meteo allarmante: verso un futuro sempre più caldo
L’analisi del grafico suggerisce che il pianeta sta entrando in una fase di riscaldamento senza precedenti, con temperature che ormai superano regolarmente i livelli pre-industriali di oltre 1,5°C. Questo valore, considerato critico dagli Accordi di Parigi, indica il punto oltre il quale i cambiamenti climatici diventano sempre più difficili da controllare, aumentando il rischio di eventi meteo estremi come ondate di calore, siccità prolungate, uragani più intensi e scioglimento accelerato dei ghiacci.
L’Europa e molte altre regioni del mondo stanno già sperimentando le conseguenze dirette di queste anomalie termiche. L’estate del 2023 e del 2024 è stata caratterizzata da temperature record, con molte città europee che hanno superato i 40°C per più giorni consecutivi. Inoltre, l’aumento delle temperature ha contribuito a un incremento degli incendi boschivi, della desertificazione e della perdita di biodiversità.
Meteo e cambiamenti climatici: cosa aspettarsi nei prossimi mesi?
Se il trend attuale dovesse continuare, il 2025 potrebbe essere un altro anno da record in termini di temperature globali, con ulteriori anomalie che rischiano di superare la soglia dei +1,75°C. Gli scienziati avvertono che senza una drastica riduzione delle emissioni di gas serra, il riscaldamento globale potrebbe accelerare ancora di più, portando il pianeta verso un punto di non ritorno.
Le anomalie registrate indicano che il cambiamento climatico non è un problema del futuro, ma una crisi attuale che sta già impattando il meteo globale, la disponibilità di risorse idriche e la sicurezza alimentare in molte parti del mondo.
I dati di Copernicus e ECMWF dimostrano con chiarezza che il riscaldamento globale è in atto e sta accelerando. La comunità scientifica invita i governi a prendere misure urgenti per ridurre le emissioni e limitare l’uso di combustibili fossili, prima che le temperature globali raggiungano livelli ancora più critici.
