L’allungamento del VORTICE POLARE è un tema meteo di grande rilevanza ma spesso trascurato. In molti discorsi si mette in evidenza il STRATWARMING, cioè un rapido riscaldamento della parte alta dell’atmosfera, con effetti successivi nella troposfera. Tuttavia, si parla meno di come la corrente polare, spesso denominata Jet Stream Polare, possa allungarsi verso sud e trasportare masse d’aria gelida in regioni solitamente più temperate. Nel gennaio 2025, questo fenomeno si è verificato in NORDAMERICA, spingendo aria molto fredda fin oltre il GOLFO DEL MESSICO, con nevicate a ridosso delle coste e temperature che sono precipitate fino a -10 °C.
È opportuno ricordare che le temperature sotto lo zero, come nel caso di -10 °C, possono facilitare nevicate anche in zone raramente interessate da eventi meteo invernali così estremi soprattutto per i contrasti termici, quelli che hanno prodotto nevicate straordinariamente abbondanti a New Orleans e nel nord della Florida, solo per citarne alcune.
Si ritiene che il cambiamento climatico abbia amplificato le ondulazioni della corrente polare, rendendole più marcate. Il flusso atmosferico, in media, scorre da ovest verso est a latitudini elevate, ma talvolta si estende verso meridione, trascinando aria gelida da settori artici. In NORDAMERICA, quando questa situazione si produce, l’aria freddissima proviene dal NORD DEL CANADA, dove paradossalmente possono verificarsi anomalie termiche positive a causa del deflusso dell’aria molto rigida verso aree meridionali, come gli stati meridionali degli STATI UNITI D’AMERICA.
Nelle foto che seguono, il fiume di New York si è gelato, eppure siamo alla stessa latitudine di NAPOLI, in Italia, dove la neve, in caso, è sempre stata un evento storico. A causare questo evento è il Vortice Polare che si è allungato eccessivamente, ma non ha interessato direttamente New York.
Se ci spostiamo in EUROPA, l’allungamento del VORTICE POLARE può avere conseguenze meteo differenti, dipendenti dalla traiettoria delle correnti. Se il flusso proviene da nord-ovest, cioè dalle Isole Britanniche e dunque dall’Islanda, in ITALIA non si manifestano condizioni di gelo estremo. Al contrario, se la corrente si dispone da nord spingendosi fino alle nostre latitudini, come è accaduto in NORDAMERICA, allora l’aria fredda arriva dalla SCANDINAVIA o dal MAR GLACIALE ARTICO. In queste situazioni, EUROPA può sperimentare ondate di freddo molto intense, talvolta persino paragonabili a quelle nordamericane. Alcune tra le più rilevanti ondate invernali che hanno colpito il continente europeo sono state originate proprio dalle zone artiche oppure dalla profonda SIBERIA, determinando quello che spesso si definisce GELO SIBERIANO.
Molti attribuiscono al Burian la causa del grande freddo sull’ITALIA, ma il Jet Stream Polare può essere altrettanto decisivo se le correnti si orientano da nord o nord-est, piuttosto che da nord-ovest. In questo periodo di turbolenze atmosferiche, è verosimile che anche sul Vecchio Continente possa verificarsi un “sfondamento” del VORTICE POLARE troposferico, distinto da quello presente in alta quota. Quando avviene un rilevante riscaldamento in stratosfera, ossia il STRATWARMING, può prendere forma anche un SPLIT DEL VORTICE POLARE, fenomeno per cui la struttura polare si divide in due o più lobi separati, potenzialmente in grado di innescare irruzioni fredde su diverse regioni dell’emisfero.
È importante notare che in EUROPA difficilmente si osservano ondate di gelo pari a quelle che colpiscono gli STATI UNITI D’AMERICA alle stesse latitudini. Basti pensare a NEW YORK, dove il HUDSON, il fiume appena a ovest di MANHATTAN, mostra sulla sua superficie lastre di ghiaccio in queste settimane (come da foto qui sopra). Non siamo ai livelli del 2019 quando il fiume si ghiacciò in modo più esteso, ma rimane un segnale significativo di condizioni meteo invernali estreme. In ITALIA, il gelo che provoca la formazione di ghiaccio sui corsi d’acqua è più raro e richiede ondate di freddo particolarmente intense.
Se confrontiamo la latitudine di NEW YORK con quella di NAPOLI, quest’ultima spesso registra valori minimi appena sotto gli 0 °C, mentre nella metropoli statunitense, nelle zone lontane dai grandi edifici e dal calore urbano, la temperatura può affondare anche a -18 °C e restare con massime diurne sotto lo zero.
Non è scontato stabilire se entro febbraio ci sarà una spinta d’aria gelida verso l’EUROPA. I modelli matematici di previsione meteo incontrano difficoltà quando si tratta di anticipare queste possibili irruzioni polari. Solitamente, vengono elaborate tendenze generali, spesso indicando anomalie positive di temperatura sul nostro continente, assai influenzati dal cambiamento climatico. A volte, la previsione è per un mese più freddo, ma poi la realtà mostra valori più miti e viceversa. La meteorologia contemporanea deve ancora affinare gli strumenti per prevedere con precisione le mosse del VORTICE POLARE, specialmente quando intervengono fattori come il forte riscaldamento stratosferico.
Il VORTICE POLARE è una figura cardine dell’inverno poiché gli eventi meteo estremi che ne derivano possono avere conseguenze ingenti per nazioni come la nostra. Immaginiamo una nevicata di 30 cm su ROMA: per l’amministrazione locale sarebbe fondamentale conoscere in anticipo un evento simile, così da approntare mezzi spazzaneve, sale e piani di emergenza. Anche molte altre città italiane, che da anni non sperimentano più nevicate copiose come in passato, beneficerebbero di previsioni a lungo termine. In questa prospettiva, studiare le dinamiche del VORTICE POLARE non è soltanto un interesse accademico, ma uno strumento concreto per la prevenzione meteo e la gestione del territorio.
Talvolta si afferma che le previsioni a lungo termine siano superflue. In verità, in paesi con una solida tradizione scientifica in ambito meteorologico, esse sono preziosissime. Negli STATI UNITI D’AMERICA, per esempio, i mezzi di comunicazione trasmettono previsioni meteo a breve e lungo raggio: nei notiziari televisivi, gli spazi dedicati al bollettino atmosferico sono ampi e strutturati, proprio perché si è consapevoli della grande influenza del tempo meteorologico sulla vita quotidiana e sulle attività economiche.
In ITALIA, la situazione è diversa: spesso gli aggiornamenti meteo sono marginali, e vi è esitazione nel formulare previsioni a lungo termine, per timore di essere giudicati fantasiosi. Questa chiusura mentale rallenta la crescita di una solida cultura meteorologica, necessaria per affrontare le sempre più frequenti emergenze climatiche.
L’incremento di fenomeni estremi, infatti, coinvolge anche la nostra penisola. Assistiamo a piogge torrenziali, alluvioni improvvise, ondate di calore estive molto intense e repentini cali termici invernali. Conoscere in maniera approfondita l’evoluzione di configurazioni come il SPLIT DEL VORTICE POLARE, l’effetto del STRATWARMING e i possibili influssi del GELO SIBERIANO, diventa quindi un passaggio chiave per migliorare la resilienza del territorio e della popolazione.
Le oscillazioni del Jet Stream Polare, inoltre, influiscono non solo sul freddo, ma anche su violenti fenomeni di tipo ciclonico, capaci di portare forti precipitazioni e tempeste di vento.
Studiare il VORTICE POLARE in tutte le sue sfaccettature, dalla troposfera alla stratosfera, ci permetterà di comprendere meglio le dinamiche di formazione delle ondate gelide e di prevedere dove si riverseranno le masse d’aria più rigide. Il meteo non è una scienza esatta, ma le conoscenze in continua espansione e la sofisticazione dei modelli numerici consentono miglioramenti graduali, capaci di fornire indicazioni utili ai settori della protezione civile, dell’agricoltura, dei trasporti e dell’energia.
Il 2025 ha già fatto parlare di sé per l’irruzione artica sul NORDAMERICA e per la possibilità che analoghe incursioni fredde possano colpire l’EUROPA. Nel contesto attuale di cambiamenti climatici, le anomalie si fanno sempre più evidenti, con inverni a tratti molto miti e poi improvvise discese polari. Al contempo, la SIBERIA continua a essere un serbatoio di freddo estremo, mantenendo viva la minaccia di correnti gelide in caso di allungamento del VORTICE POLARE in direzione dell’EUROPA. È quindi di fondamentale importanza un’attenta osservazione di tutti i parametri meteo, accompagnata da una solida comunicazione scientifica e da programmi di divulgazione più estesi.
La sfida che la meteorologia moderna deve affrontare è significativa, ma la comprensione dei fenomeni polari, incluso lo STRATWARMING, resta la chiave per anticipare ondate di gelo e nevicate eccezionali. Questo consente ai governi locali, alle comunità e ai singoli cittadini di prepararsi ai possibili disagi e di mitigare le criticità con interventi mirati. In definitiva, comprendere come si comporta il VORTICE POLARE non è solo un interesse da scienziati, ma una necessità collettiva che, se ben sviluppata, può fare la differenza tra un evento atmosferico gestito e uno disastroso.
