(METEOGIORNALE.IT) Le notti tropicali stanno diventando una presenza sempre più costante e opprimente nelle nostre città, trasformando il momento di riposo notturno in un vero e proprio incubo termico. Chi vive nelle grandi metropoli italiane e getta uno sguardo al termometro durante le ore notturne avrà notato che non solo i 20 °C non vengono raggiunti, ma spesso nemmeno avvicinati.
Il fenomeno nel Nord Italia
Questo scenario è particolarmente evidente nel Nord Italia, dove le temperature massime si registrano solitamente tra le 17:00 e le 18:00. Il risultato è che, anche dopo il tramonto, le grandi città continuano a trattenere valori termici solo di poco inferiori ai picchi diurni. La prima parte della notte si trasforma così in una vera fornace: il calore accumulato nelle aree urbane mantiene la temperatura minima anche di 5 gradi o più superiore rispetto alle zone periferiche o rurali.
Ondate di calore e notti roventi
Durante le ondate di calore più intense, le minime notturne possono restare vicine ai 30 °C, ben lontane dai 20 °C che definirebbero una notte tropicale. Vivere in queste condizioni diventa un disastro quotidiano e, in molti casi, un serio problema per la salute. Per ora questi picchi estremi non persistono a lungo, ma i cambiamenti climatici stanno già determinando un aumento graduale delle situazioni critiche, con notti tropicali destinate a moltiplicarsi.
Un problema non solo italiano
Numerosi studi scientifici condotti sia in Italia che all’estero evidenziano la stessa tendenza: il numero di notti tropicali è cresciuto sensibilmente negli ultimi decenni. Non si tratta di un fenomeno limitato al Mediterraneo. Anche il nord della Francia e il nord della Germania, dove un tempo queste condizioni erano del tutto sconosciute, sperimentano ormai estati notturne soffocanti.
Cosa significa notte tropicale
In meteorologia, si definisce notte tropicale quella in cui la temperatura minima non scende sotto i 20 °C. Questa soglia rappresenta un limite critico per il corpo umano, che fatica a mantenere un equilibrio termico durante il riposo. Quando l’aria resta stabilmente sopra questa temperatura, l’organismo non riesce a dissipare calore in modo adeguato, con gravi conseguenze sulla qualità del sonno, sulla salute cardiovascolare e sul sistema nervoso.
Le isole di calore urbano
Il fenomeno che amplifica maggiormente questa realtà nelle città italiane è quello delle isole di calore urbano (Urban Heat Island – UHI). Si tratta di aree metropolitane in cui la temperatura è significativamente più alta rispetto alle campagne circostanti.
Le cause principali sono:
- l’assorbimento e l’accumulo di calore da parte di asfalto, cemento e superfici edili;
- la ridotta evapotraspirazione dovuta alla scarsità di vegetazione;
- l’effetto canyon creato dagli edifici che trattengono l’aria calda;
- il calore prodotto da traffico, climatizzatori e attività industriali.
Le città italiane più colpite
Durante l’estate, le isole di calore urbano diventano particolarmente critiche.
- Milano, con la sua fitta urbanizzazione e la quasi totale copertura di cemento e asfalto, può registrare differenze di 6-8 °C rispetto alle aree agricole limitrofe.
- Torino, situata ai piedi delle Alpi, soffre di una conformazione orografica che trattiene ulteriormente l’aria calda.
- Bologna, con il suo centro storico in mattoni e la scarsa presenza di verde, presenta notti fino a 4-6 °C più calde rispetto alle zone collinari vicine.
- Firenze, stretta nella valle dell’Arno e caratterizzata da un tessuto urbano compatto, vive notti tropicali sempre più frequenti, con il cuore della città rovente ben oltre la mezzanotte.
- Roma rappresenta il caso più emblematico: la Capitale può registrare differenze fino a 10 °C tra il centro e la campagna romana. Quartieri densamente edificati come EUR, Tiburtina e San Giovanni superano anche i 28-30 °C nelle ore notturne.
Le nuove sfide per le città
La combinazione di notti tropicali e isole di calore urbano sta rendendo sempre più difficile la vita di milioni di italiani. Diventa urgente ripensare la progettazione delle città: servono più aree verdi, l’utilizzo di materiali riflettenti e l’adozione di sistemi di raffrescamento passivo per rendere i centri urbani più vivibili in un futuro che sarà inevitabilmente più caldo. (METEOGIORNALE.IT)



