(METEOGIORNALE.IT) Mentre leggo i bollettini meteorologici di questi giorni, non posso fare a meno di riflettere su come il nostro rapporto con l’estate stia cambiando radicalmente. I giornali continuano a promettere un refrigerio imminente, ma la verità è che questa grande calura che stringe l’Italia in una morsa rovente non è più un’eccezione, bensì la nuova realtà con cui dobbiamo convivere.
Le notizie che arrivano dalle cronache sono allarmanti e toccano profondamente: le prime vittime del calore estremo includono persone provenienti da paesi dove le temperature elevate sono la norma tutto l’anno. Questo dettaglio ci fa capire quanto il nostro caldo sia davvero esagerato e anomalo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la mortalità legata al calore tra le persone over 65 è aumentata di circa l’85% tra il 2000-2004 e il 2017-2021, mentre in Europa si registrano annualmente circa 489.000 decessi correlati alle ondate di calore.
Finalmente, molte regioni ed enti hanno attivato il divieto di lavorare all’esterno negli orari più roventi della giornata. È una misura di buon senso che tuttavia arriva dopo anni di sottovalutazione del problema. Come cittadino, mi chiedo spesso perché sia servito così tanto tempo per riconoscere che lavorare sotto il sole cocente delle ore centrali estive non è solo scomodo, ma pericoloso per la vita umana.
Al momento, l’estate dovrebbe subire una lievissima flessione verso il basso, accompagnata da lampi e fulmini che porteranno un abbassamento delle temperature. Tuttavia, gran parte d’Italia rimarrà con valori di temperatura sopra la media di riferimento. Questo è il nuovo clima, ci sono nuovi parametri climatici che si stanno realizzando in silenzio. Ed è proprio qui che dobbiamo fare i conti con una realtà scomoda: non possiamo più parlare di “ondata di calore” quando le temperature sono appena superiori alla media, perché quella che stiamo vivendo è diventata la nuova temperatura standard delle stagioni estive.
Questa considerazione mi porta a una riflessione amara ma necessaria: con il passare degli anni, la temperatura aumenterà progressivamente nel suo valore medio. Le vere ondate di calore saranno quelle dove il caldo diventerà estremamente atroce, con numerose stazioni meteorologiche che registreranno, secondo i criteri dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, oltre 40°C. Studi scientifici recenti pubblicati su Nature mostrano che le ondate di calore del 2022 e 2023 nel Mediterraneo occidentale hanno superato la variabilità naturale millenaria, raggiungendo anomalie senza precedenti.
Dopo questa parentesi tutto sommato non così refrigerante – ad eccezione forse per la regione alpina e prealpina e parte del Nord Italia, dove sono previste molte piogge temporalesche – emerge all’orizzonte una nuova bolla d’aria rovente dal Nordafrica che si dirige verso il Mar Mediterraneo. Anche questa massa d’aria sembra essere diretta principalmente verso la penisola iberica, ma la definizione di una traiettoria di qualsiasi massa d’aria a lunghissimo termine è praticamente impossibile da prevedere con precisione.
Si tratta quindi di una rotta approssimativa, che dovrebbe entrare in pieno vigore soprattutto a metà mese, quando la temperatura media italiana inizia a raggiungere il suo apice nell’arco dei 12 mesi. Infatti, è tra metà Luglio e metà Agosto che si realizzano le temperature più elevate dell’anno. Ricerche pubblicate su Scientific Reports evidenziano come le future ondate di calore nel Mediterraneo diventeranno significativamente più intense e durature entro la fine del secolo.
L’anticiclone africano, quel sistema di alta pressione che comprime e riscalda l’aria mentre riduce la copertura nuvolosa, sta diventando un ospite sempre più frequente dei nostri cieli estivi. Questo fenomeno non solo aumenta la radiazione solare che raggiunge il suolo, ma crea anche quelle condizioni di persistenza atmosferica che prolungano i periodi di caldo estremo.
Ciò che più mi colpisce è la rapidità con cui stiamo assistendo a questi cambiamenti. Un recente studio del World Weather Attribution ha dimostrato che le ondate di calore mediterranee come quella del Luglio 2024 sarebbero state praticamente impossibili senza il riscaldamento climatico indotto dall’uomo. Le temperature che oggi consideriamo “eccezionali” diventeranno probabilmente la normalità del futuro.
Le conseguenze sulla salute pubblica sono già evidenti: negli Stati Uniti, il calore estremo uccide in media più di 600 persone all’anno, più di tutti gli altri eventi meteorologici estremi combinati, eccetto gli uragani. In Europa, l’estate 2022 ha causato oltre 61.000 decessi correlati al calore.
Questo scenario ci obbliga a ripensare completamente il nostro approccio all’estate. Non si tratta più di sopportare qualche giorno di caldo intenso, ma di adattarsi a una nuova realtà climatica che richiede strategie di adattamento a lungo termine. Come società, dobbiamo investire in sistemi di raffreddamento pubblici, rivedere gli orari di lavoro, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e soprattutto ridurre drasticamente le emissioni di gas serra.
La sfida che abbiamo davanti non è solo meteorologica, ma profondamente umana: riuscire a mantenere la qualità della vita e la sicurezza di tutti, mentre il pianeta continua a riscaldarsi. È una responsabilità che ci riguarda tutti, individualmente e collettivamente. (METEOGIORNALE.IT)
