
(METEOGIORNALE.IT) Siamo nel cuore della stagione estiva, eppure c’è una novità per il periodo autunnale e invernale. Un evento che potrebbe cambiare in parte le sorti delle tendenze meteo stagionali. Stiamo parlando del probabile ritorno de La Niña. È una notizia abbastanza inaspettata per certi versi. Il motivo è che gli esperti sostenevano che si potesse vivere un periodo neutrale, mentre gli ultimi scenari, a cura della NOAA, hanno ribaltato la questione.
Un approfondimento tecnico ma utile
La Niña è un fenomeno di teleconnessione climatica, che si manifesta con un raffreddamento anomalo delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico in zona equatoriale. Senza entrare troppo in dettagli tecnici complicati, possiamo riassumere dicendo che questo evento fa cambiare (e non di poco) la dinamica dell’atmosfera a livello globale.
Essa modifica, anche solo in parte, la disposizione delle correnti a getto, con conseguenze note in Letteratura in numerose aree del pianeta, incluse le Americhe, l’Europa e, indirettamente, anche l’Italia. È vero che la zona Mediterranea sente un po’ meno gli influssi rispetto ad altre aree del pianeta. Ma vale la pena fare comunque un approfondimento utile per i nostri lettori.
Cosa emerge dagli autorevoli modelli
Secondo le simulazioni stagionali dei modelli “an ensemble” (click per approfondire), vi è una crescente probabilità che si sviluppi una fase di Niña, in principio di debole intensità, già a partire dalla fine dell’autunno. Uno degli aspetti più rilevanti, che merita di essere spiegato, riguarda il possibile indebolimento del vortice polare. I lettori conoscono bene questa parola chiave in inverno. In simili condizioni, è più probabile che a livello europeo si verifichino ondate di freddo, o comunque in genere di instabilità.

Ecco cosa potrebbe accadere in Europa
Si potrebbero verificare configurazioni atmosferiche europee capaci di deviare masse d’aria fredda dalle alte latitudini verso il nostro continente, per lo meno in zona mediterranea, che alla fine di tutto è quella che ci interessa. Se tutto si verificasse, potremmo assistere a un aumento delle precipitazioni nelle regioni centro-occidentali europee.
Di conseguenza, imponenti flussi umidi potrebbero governare il periodo invernale e numerose nevicate, a livello di montagna ma non escluso persino a bassa quota, potrebbero interessare molti paesi europei tra dicembre 2025 e febbraio 2026.
E in Italia?
Sappiamo bene che il nostro paese è molto variegato Per quanto riguarda il clima. Proviamo a fare una sorta di distinguo. Al Nord e nelle zone interne del Centro si potrebbero registrare temperature leggermente inferiori alla media stagionale, ma in un contesto più secco.
Questo perché il flusso Atlantico sarebbe abbastanza bloccato e vincerebbero le correnti artiche, le quali non sono particolarmente precipitative per le zone settentrionali. Al contrario, il Sud e le Isole Maggiori potrebbero essere interessati da perturbazioni più frequenti e intense, con il rischio di eventi anche violenti, a causa dei mari che saranno caldi ancora per parecchi mesi.
Una nota di margine
Cari lettori, questo articolo abbiamo approfondito una questione tecnica, ma che volevo mostrarvi. Vi invito a seguire per bene il mio concetto. Stiamo parlando di scenari meteo e non di previsioni. Oltretutto queste analisi nemmeno ci dicono con precisione come potrebbe essere il range pluviometrico e termico dell’inverno.
Impossibile parlare di stagione invernale nel cuore di luglio. Però con un episodio di Nina si può fare una sorta di statistica meteo, che andrà ovviamente confermata nei prossimi mesi. Tanto per adesso ci attende ancora una lunga estate e tutto il periodo autunnale.. (METEOGIORNALE.IT)



