(METEOGIORNALE.IT) Questa nube spettacolare non è solo un elemento scenografico, ma un vero e proprio motore della meteorologia estiva, capace di trasformare l’energia accumulata nei giorni torridi in eventi violenti e talvolta distruttivi.
Il cumulonembo è una delle poche formazioni nuvolose in grado di occupare quasi tutta la colonna verticale della troposfera, spingendosi dalla superficie terrestre fino a oltre 12 chilometri di altezza, al confine con la tropopausa. Immaginate una colonna di vapore che si espande su decine di chilometri, capace di oscurare intere porzioni di cielo e cambiare in pochi minuti l’atmosfera di un luogo.
Il termine cumulonembo nasce dall’unione di due parole: “cumulo”, che richiama la base gonfia e torreggiante, simile a un’enorme montagna di vapore, e “nembo”, dal latino “nimbus”, che descrive la parte superiore che si allarga come un incudine. Proprio questa forma a ombrello lo rende inconfondibile e affascinante. Attorno a lui si formano spesso altri cumuli più piccoli, che sembrano satelliti pronti a nutrirsi dell’energia della nube principale.
Ma come nasce un gigante del cielo come il cumulonembo? Tutto comincia quando l’aria calda e umida, surriscaldata dal sole estivo, comincia a salire. La spinta che permette questa risalita si chiama forza di Archimede, la stessa che tiene a galla un pallone ad aria calda. Salendo, l’aria si raffredda e inizia a condensarsi, formando gocce d’acqua e cristalli di ghiaccio. Quando raggiunge il limite imposto dalla tropopausa, l’aria non riesce più a proseguire verso l’alto e si espande orizzontalmente, dando vita all’ampia sommità a incudine.
In alcuni casi, però, la corrente ascensionale al centro del cumulonembo è così potente da spingersi oltre la tropopausa, creando un “bozzo” che si innalza sopra la sommità: è il famoso overshooting top. Questo dettaglio non è solo estetico: è un segnale che all’interno del temporale sono presenti correnti verticali estremamente violente.
Queste correnti ascensionali determinano anche la formazione della grandine. Più forte è la velocità dell’aria che sale, più a lungo i chicchi rimangono sospesi nella nube, accumulando strati di ghiaccio fino a raggiungere dimensioni impressionanti.
Non è raro, infatti, vedere chicchi di grandine superiori a 8-10 centimetri, vere e proprie “palle” che cadono al suolo con forza devastante. Pensare alla potenza necessaria per mantenere sospeso un oggetto di quel peso fa capire quanto siano energetici questi sistemi.
I temporali alimentati dai cumulonembi sono vere e proprie macchine termodinamiche. Prelevano energia termica dall’atmosfera, trasformandola in precipitazioni intense, raffiche di vento e scariche elettriche. La violenza di questi fenomeni dipende dalla quantità di calore accumulato e dal contrasto tra le masse d’aria calda sottostanti e le incursioni di aria fredda in quota.
In estate, quando il caldo estremo domina per giorni o settimane, l’aria accumula un’enorme quantità di energia. Basta una perturbazione o un fronte freddo a innescare la miccia: improvvisamente, il cielo si oscura, il vento cambia direzione e l’aria diventa irrespirabile. Pochi minuti dopo, piogge torrenziali, raffiche violentissime e grandinate possono colpire con una potenza inattesa.
Non è un caso, quindi, che periodi di caldo eccezionale siano spesso seguiti da eventi meteorologici estremi. Quando l’alta pressione cede anche solo momentaneamente, l’atmosfera libera tutta l’energia in eccesso in un violento sfogo, creando spettacoli naturali di rara bellezza ma anche di grande pericolosità.
Comprendere la dinamica dei cumulonembi significa imparare a leggere il cielo e ad anticipare i segnali di un possibile temporale severo. Guardare queste gigantesche nubi non dovrebbe solo suscitare paura o ammirazione, ma anche spingerci a riflettere sulla forza della natura e sulla nostra vulnerabilità di fronte ai suoi capricci.
Alla prossima giornata afosa, quando noterete all’orizzonte quel “mucchio” bianco che cresce rapidamente verso l’alto, saprete di trovarvi di fronte al vero regista dell’estate: il cumulonembo, la colonna d’aria che danza tra la terra e il cielo, pronta a riscrivere in pochi minuti il copione della giornata meteo. (METEOGIORNALE.IT)
