(METEOGIORNALE.IT) Sebbene l’attenzione mondiale sia concentrata sugli effetti devastanti del riscaldamento globale, gli scienziati non escludono affatto che fenomeni di raffreddamento regionali o globali possano verificarsi come risposta o reazione non lineare al riscaldamento stesso. Questo scenario è emerso in modo evidente in uno studio pubblicato su Nature Communications Earth & Environment (link allo studio), dove i ricercatori hanno analizzato la possibilità che la circolazione termoalina possa subire fluttuazioni repentine nel corso del XXI secolo, con effetti paragonabili a quelli del passato.
Gli scenari simulati dai modelli climatici: Europa al centro raffreddamento
Secondo uno studio condotto dal British Antarctic Survey, uno dei principali centri di ricerca britannici sul clima, l’attuale rallentamento della corrente del Nord Atlantico è coerente con gli scenari previsti in caso di fusione accelerata della Groenlandia. Il raffreddamento risultante non sarebbe globale, ma fortemente localizzato nel Bacino del Nord Atlantico e in gran parte dell’Europa occidentale, portando a inverni più lunghi e rigidi, sbalzi termici intensi e anomalie meteo persistenti.
Anche il Centro Europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) ha integrato nei suoi modelli scenari di instabilità atmosferica derivanti da raffreddamenti indotti da squilibri oceanici. Le loro simulazioni, disponibili su richiesta per enti scientifici, mostrano che un evento di tipo “mini era glaciale” potrebbe colpire aree come la Penisola Scandinava, le Isole Britanniche e l’Italia settentrionale già entro la seconda metà del XXI secolo, soprattutto in presenza di una forte attività vulcanica globale combinata a fattori antropici.
L’influenza dell’attività solare: il ciclo solare
Un altro elemento fondamentale che potrebbe contribuire a un raffreddamento marcato del clima è rappresentato dalla diminuzione dell’attività solare, come osservato durante il cosiddetto “Minimo di Maunder” (1645-1715), un periodo caratterizzato da scarsissima presenza di macchie solari. Secondo l’European Space Agency (ESA) (link alla pagina ESA), un calo significativo dell’attività solare può portare a un raffreddamento della troposfera, influenzando circolazione atmosferica, pressione e regime dei venti.
Studi pubblicati sul Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics evidenziano come i prossimi cicli solari potrebbero essere insolitamente deboli, favorendo in concomitanza con altri fattori un declino termico temporaneo anche in pieno contesto di gas serra elevati. Questo renderebbe la meteorologia europea sempre più altalenante e complessa da prevedere.
Un raffreddamento europeo
Un possibile raffreddamento del clima in Europa non avrebbe solo conseguenze meteorologiche, ma anche politiche, economiche e umanitarie. Le colture invernali verrebbero gravemente danneggiate, le forniture energetiche sotto pressione, i sistemi di riscaldamento diventerebbero critici in paesi come la Germania, la Francia e l’Italia. Questo aspetto è stato trattato in modo approfondito dal World Economic Forum in una pubblicazione del 2022, dove si evidenzia il rischio di migrazioni climatiche inverse, cioè spostamenti di popolazioni da regioni fredde verso aree più temperate del Mediterraneo (link all’analisi WEF).
L’instabilità meteorologica causata da un raffreddamento potrebbe avere ripercussioni militari e strategiche in zone come l’Artico, il Mar Baltico e il Medio Oriente, influenzando alleanze, scambi commerciali e tensioni internazionali.
Il duro e freddo Inverno protagonista
Alla luce delle evidenze scientifiche raccolte da istituti meteorologici internazionali, università, organismi climatici intergovernativi e riviste peer-reviewed, possiamo affermare che il raffreddamento climatico improvviso non è una fantasia, ma una possibilità reale, anche se statisticamente rara. La scienza del clima non è mai statica: ciò che oggi consideriamo improbabile, domani potrebbe manifestarsi con forza, lasciandoci impreparati di fronte a un meteo che ritorna improvvisamente ostile. (METEOGIORNALE.IT)
