(METEOGIORNALE.IT) Nel mondo delle previsioni meteo moderne, nulla sarebbe possibile senza il contributo silenzioso ma potentissimo dei modelli numerici globali. Strumenti matematici, basati su fisica dell’atmosfera e osservazioni reali, che consentono ogni giorno di anticipare l’evoluzione del tempo con grande precisione. Tra questi, spiccano due nomi: ECMWF e GFS. Ma non sono esattamente fratelli gemelli: hanno storie, accessi e filosofie molto diverse.
Che cos’è l’ECMWF e perché non è (del tutto) pubblico
L’ECMWF – acronimo di European Centre for Medium-Range Weather Forecasts – è il Centro meteorologico europeo per le previsioni a medio termine, fondato nel 1975 e con sede nel Regno Unito (attualmente trasferita parte delle attività a Bonn, in Germania). Si tratta di un’organizzazione intergovernativa indipendente, finanziata dai contributi pubblici degli Stati membri europei (tra cui l’Italia), con l’obiettivo di fornire previsioni atmosferiche avanzate a scala globale, basate su modelli fisico-matematici di altissima qualità.
Il suo modello, noto come IFS (Integrated Forecasting System), è considerato uno dei più affidabili al mondo, soprattutto sulle previsioni a 5–10 giorni, grazie a una risoluzione spaziale elevatissima, unita a una sofisticata assimilazione dei dati.
Eppure, nonostante sia finanziato con fondi pubblici, l’ECMWF non è liberamente accessibile nella sua interezza. I dati completi sono disponibili solo tramite abbonamento, con canoni variabili da Paese a Paese e differenziati per uso istituzionale, commerciale o accademico. Solo alcune mappe preelaborate – come quelle della pioggia, temperatura, pressione – sono state rese pubbliche di recente, in una mossa verso una maggiore trasparenza che però resta parziale.
GFS: la meteorologia come bene pubblico globale
In netto contrasto, il modello GFS (Global Forecast System), sviluppato e mantenuto dal NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) degli Stati Uniti, rappresenta un caso emblematico di apertura scientifica. Tutti i dati di previsione del GFS sono infatti disponibili gratuitamente, senza restrizioni commerciali. Un patrimonio messo a disposizione dell’intera comunità internazionale, accessibile da ricercatori, sviluppatori, meteorologi amatoriali, enti locali e privati cittadini.
Un po’ di storia: da MRF al GFS moderno
Il GFS ha radici storiche profonde: negli anni ‘80 e ‘90 esisteva un suo predecessore, il MRF (Medium-Range Forecast model), che fu uno dei primi modelli numerici globali a media scala ad essere pubblicato apertamente. Col passare degli anni, l’MRF fu integrato e sostituito dal sistema GFS, che ha continuato a evolversi fino all’attuale FV3-GFS, introdotto nel 2019, che unisce la griglia cubica FV3 a tecniche di calcolo parallelo moderne.
Ma perché gli USA rendono tutto gratuito? Per ragioni storiche e costituzionali: negli Stati Uniti, i dati prodotti da enti pubblici federali sono considerati proprietà della collettività, e dunque devono essere accessibili. Inoltre, vi è anche una forte volontà strategica di leadership scientifica globale: offrire un modello potente e gratuito significa diventare punto di riferimento, anche nei Paesi a basso reddito.
I tanti strumenti meteo gratuiti “Made in USA”
L’apertura americana non si limita al GFS. Gli Stati Uniti, attraverso le loro agenzie federali, forniscono una vastissima gamma di risorse pubbliche. Alcuni esempi:
- NOAA: dati satellitari, archivio storico del clima, radar meteorologici in tempo reale.
- NWS (National Weather Service): previsioni locali, bollettini di allerta, mappe di rischio.
- NASA: osservazioni da satellite, modelli di bilancio energetico, dati sull’albedo terrestre.
- CPC (Climate Prediction Center): analisi delle teleconnessioni (come El Niño), previsioni stagionali.
- USGS: mappe idrologiche e sismiche, dati su subsidenza e inondazioni.
Questi strumenti sono un pilastro invisibile ma fondamentale per la meteorologia globale, e vengono utilizzati – direttamente o indirettamente – anche in Europa e Italia, spesso integrati in piattaforme private o applicazioni meteo.
L’accesso al meteo è una scelta politica
Ciò che emerge con chiarezza è che il modo in cui un Paese o un ente gestisce i propri dati meteo è anche una dichiarazione di intenti. Da una parte, modelli come il GFS, totalmente aperti. Dall’altra, istituzioni d’eccellenza come l’ECMWF, che pur essendo finanziate con soldi pubblici, offrono accesso limitato e servizi a pagamento.
Questa differenza solleva questioni importanti sulla giustizia climatica e sull’equità informativa. Perché chi vive in Paesi vulnerabili, o chi lavora con pochi mezzi, dovrebbe avere accesso ridotto a previsioni meteo di qualità?
Il meteo, dopotutto, non è solo una questione scientifica. È una necessità sociale, una risorsa strategica, una questione di vita o di morte. E forse, proprio per questo, andrebbe trattato come un bene comune globale. (METEOGIORNALE.IT)
