Nel corso della storia, alcune estate anomale, freddi improvvisi e cieli oscurati da una coltre plumbea hanno colpito l’emisfero settentrionale con effetti devastanti. Questi eventi meteo eccezionali, passati alla storia come anni senza estate, sono stati il risultato di meccanismi climatici estremi, quasi sempre collegati a gigantesche eruzioni vulcaniche. Il più celebre fra questi episodi è sicuramente il 1816, ma non è stato l’unico. L’analisi di questi fenomeni, oggi supportata da ricerche paleoclimatiche e studi climatici globali, ci consente di comprenderne le cause profonde e le ripercussioni meteo e sociali.
L’anno 1816: l’Estate che non arrivò mai
L’estate del 1816 è universalmente ricordata come l’anno senza estate, soprattutto in Europa, Canada e Stati Uniti nord-orientali. Le cronache raccontano di neve in pieno Giugno in Nuova Inghilterra, raccolti devastati in Francia, e carestie che colpirono vasti territori europei.
Secondo lo Smithsonian Institution, la causa principale fu la catastrofica eruzione del vulcano Tambora, avvenuta nell’APRILE 1815 nell’isola di Sumbawa, in Indonesia. Si stima che l’eruzione abbia liberato circa 60 megatonnellate di anidride solforosa nella stratosfera, creando un aerosol solforico riflettente che ridusse l’irraggiamento solare in modo significativo. Il risultato fu un raffreddamento globale di circa 0,5-1°C, sufficiente a compromettere l’intero ciclo agricolo in molte regioni dell’emisfero settentrionale (Robock, 2000).
Altri anni senza estate nella storia climatica
Nonostante il 1816 sia il più noto, esistono altri esempi di estate fredde causate da fattori vulcanici e astronomici. Gli studiosi hanno ricostruito, grazie a carote di ghiaccio, dendrocronologia e testimonianze storiche, altri episodi simili:
536 d.C. e gli anni successivi: l’inizio del secolo buio
Il 536 d.C. è stato identificato da ricercatori del MIT e da numerosi paleoclimatologi come l’anno più freddo degli ultimi 2300 anni. Lo storico bizantino Procopio di Cesarea descrisse un “sole senza luce” per oltre un anno. Studi successivi, come quello pubblicato su Nature Geoscience, confermano che una misteriosa eruzione vulcanica nell’emisfero nord, seguita da altre eruzioni nel 540 e nel 547, provocarono una lunga fase di raffreddamento e possibili epidemie (come quella di Giustiniano) legate all’insicurezza alimentare.
1258 e il Medioevo climatico perturbato
Un’altra potente eruzione, forse localizzata in Indonesia o Messico, lasciò la sua impronta nel 1258, determinando una significativa anomalia climatica in Europa e Asia. Gli anelli degli alberi e le cronache medievali segnalano estate piovose e fredde, moria del bestiame e carestie diffuse. Secondo il British Geological Survey, è molto probabile che l’evento sia legato all’eruzione del vulcano Samalas, sempre in Indonesia.
Cause principali delle Estati fredde: vulcani, Sole, etc
Eruzioni vulcaniche esplosive
Le grandi eruzioni vulcaniche sono la causa predominante degli anni senza estate. Esse rilasciano nella stratosfera enormi quantità di aerosol solforici, che riflettono la luce solare e raffreddano la superficie terrestre. I lavori del climatologo Alan Robock hanno sistematicamente dimostrato questo effetto in più pubblicazioni, come questa su Reviews of Geophysics, che analizza i casi del Pinatubo (1991) e del Tambora (1815).
Bassa attività solare (Minimi solari)
La riduzione dell’attività solare, come avvenne nel Minimo di Maunder (1645–1715), può accentuare gli effetti vulcanici o attivare cicli freddi in autonomia. Durante questa fase, coincidente con la Piccola Era Glaciale, le estati in Europa risultarono molto più fresche della norma. Uno studio su Geophysical Research Letters (Gray et al., 2010) esplora le dinamiche tra attività solare, ozono stratosferico e circolazione atmosferica.
Oscillazioni atmosferiche e oceaniche
Infine, le oscillazioni climatiche, come ENSO (El Niño–Southern Oscillation) o l’Oscillazione Artica, possono modificare sensibilmente la circolazione dei venti e delle precipitazioni. Tuttavia, da sole non bastano a giustificare eventi estremi come quelli del 536 o del 1816, ma possono contribuire ad amplificarne gli effetti locali.
Effetti socio economici, in specie in Civilità non evolute
Le estati fredde hanno lasciato un segno profondo nella storia umana: fame, epidemie, migrazioni. Dopo il 1816, ad esempio, migliaia di persone emigrarono dal Nord America orientale verso il Midwest alla ricerca di climi più favorevoli. Persino la letteratura fu influenzata: durante un’estate piovosa passata in Svizzera, Mary Shelley scrisse Frankenstein, ispirata dal clima gotico e inquietante di quel Giugno senza sole.
Questi episodi ci ricordano quanto il meteo estivo, oggi spesso dato per scontato, sia in realtà fragile e complesso, influenzato da forze globali che agiscono ben oltre i confini della meteorologia quotidiana.
