Nei giorni finali di Marzo, il meteo sull’Italia è diventato meno caldo. Un’area di bassa pressione, alimentata da aria fredda di origine nordorientale, ha portato un netto peggioramento delle condizioni atmosferiche soprattutto al Sud Italia e lungo il versante adriatico. Le temperature, in queste zone, sono crollate in modo marcato, scendendo anche sotto le medie del periodo.
Il cambiamento è stato particolarmente brusco per chi si era già abituato a un meteo da fine Aprile: in alcune città meridionali solo una settimana fa si toccavano i 22-24 gradi, mentre ora le massime faticano a superare i 13 gradi.
Questa instabilità, accompagnata da raffiche di vento da nord-est e cieli spesso nuvolosi, ha rappresentato il preludio perfetto all’ondata di gelo in arrivo. Un chiaro esempio di come la Primavera possa essere una stagione tutt’altro che prevedibile e lineare.
Botta gelida
Quando parliamo di irruzione artica, ci riferiamo a un movimento di masse d’aria gelida che scendono dalle regioni polari verso latitudini più meridionali. Questo fenomeno si verifica in particolare quando il Vortice Polare, ossia la struttura atmosferica che regola i flussi d’aria attorno al Polo Nord, perde forza o si disgrega temporaneamente. In tal caso, l’aria fredda, anziché rimanere confinata al nord, scende lungo meridiani verso l’Europa, compresa l’Italia.
Temperature in picchiata e fiocchi a bassa quota
La fase più intensa dell’irruzione artica è prevista tra Martedì 1 e Sabato 5. Durante queste giornate, il meteo sull’Italia sarà dominato da venti gelidi, cieli nuvolosi e precipitazioni, che in molte aree si presenteranno sotto forma di neve. I modelli indicano un calo termico molto accentuato, con temperature che potrebbero toccare punte di -4/-5 gradi Celsius nelle zone interne del Centro e Nord, specie durante le ore notturne.
Particolarmente colpite saranno le aree montane e collinari del Piemonte, della Lombardia, del Veneto e del Trentino-Alto Adige. Qui, la neve potrebbe scendere fino a 500 metri di altitudine, con accumuli modesti ma significativi considerando il periodo.
Anche le regioni del Centro Italia, come Umbria, Marche e Toscana orientale, vedranno fiocchi bianchi imbiancare i rilievi oltre i 600-700 metri, mentre le zone dell’Appennino meridionale, dalla Campania alla Calabria settentrionale, potrebbero ricevere nevicate fino agli 800 metri.
Le zone più colpite
L’intero territorio italiano verrà influenzato da questa anomala ondata di gelo, ma saranno soprattutto le regioni del Centro-Nord a sperimentare le conseguenze più rilevanti. Le aree pedemontane della Val Padana, il versante adriatico e le valli dell’Appennino vedranno i contrasti meteo più intensi.
Il Sud Italia, pur meno esposto all’irruzione diretta, non sarà risparmiato da un peggioramento. Qui, infatti, l’aria fredda in arrivo troverà ancora umidità residua e instabilità, favorendo la formazione di temporali e grandinate, specialmente tra Basilicata, Calabria, Sicilia nordorientale e Molise. La Sardegna vivrà condizioni meno estreme, ma non saranno escluse piogge sparse e un generale abbassamento delle temperature, con massime che difficilmente supereranno i 14-15 gradi
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Gelo fuori stagione
Uno degli aspetti più delicati legati a questo episodio meteo riguarda l’agricoltura. Aprile, infatti, è il mese in cui molte colture iniziano la fase vegetativa attiva. Le gelate notturne previste, specialmente nelle valli interne del Centro-Nord, potrebbero provocare gravi danni a frutteti, vigneti e coltivazioni orticole. Le minime attese, localmente inferiori a -3 gradi Celsius, sono molto pericolose per piante già in fiore o con germogli esposti.
Anche la neve fuori stagione può avere effetti significativi. Fiocchi bianchi che si posano su terreni non più gelati, e quindi più umidi, rischiano di causare ristagni idrici e sofferenza radicale nelle colture più delicate. Non è raro, in questi casi, che l’agricoltura subisca un duro colpo proprio all’inizio della Primavera.
Pattern di blocco
Questa ondata artica è il risultato diretto di un blocco atmosferico causato da un promontorio di Alta Pressione sull’Oceano Atlantico che si è spinto fin sulla Scandinavia. Tale assetto barico ha deviato il flusso zonale verso nord, aprendo un “corridoio” che ha consentito all’aria polare di scendere verso sud.
Questo meccanismo, noto ai meteorologi come blocking pattern, è tra i più efficaci nel generare ondate di freddo tardive in Primavera. In simili configurazioni, l’Italia si trova esattamente lungo il canale discendente del freddo, diventando uno dei bersagli principali del raffreddamento. La combinazione tra Anticiclone scandinavo e saccatura artica è responsabile del quadro meteo attuale: turbolenze diffuse, piogge, nevicate a bassa quota e una sensazione termica quasi invernale.
Variabilità primaverile estrema
Molti si chiedono come sia possibile un meteo tanto rigido a Primavera avanzata. In realtà, episodi simili si sono già verificati in passato, seppure con intensità diversa, anzi sovente pure ben maggiore! La Primavera meteorologica, iniziata il 1° Marzo, ha mostrato fin da subito una notevole dinamicità: dal tepore quasi estivo di metà Marzo, si è passati a un vero e proprio ritorno dell’Inverno nei primi giorni di Aprile.
Ma non è mica finita cari lettori. Alcuni modelli lasciano aperta la possibilità di ulteriori afflussi freddi nel meteo della seconda decade di Aprile! Nel frattempo, chi aveva già riposto piumini e coperte termiche farà bene a recuperarli: la Primavera 2025, per ora, è ben lontana dal mostrarsi in tutta la sua dolcezza.
