La transizione da La Niña a El Niño in Europa, con particolare attenzione al Mediterraneo e all’Italia
(METEOGIORNALE.IT) Il ciclo climatico tra La Niña ed El Niño rappresenta una delle più importanti forzanti globali del sistema atmosferico terrestre. Questo fenomeno, noto come ENSO (El Niño–Southern Oscillation), ha effetti che si estendono ben oltre l’Oceano Pacifico, influenzando significativamente il clima anche in Europa, nel bacino del Mar Mediterraneo e, vedremo quali sono in Italia.
Cos’è la transizione da La Niña a El Niño
La Niña e El Niño sono due fasi opposte di una fluttuazione termica e atmosferica che interessa l’Oceano Pacifico equatoriale. Durante La Niña, le acque del Pacifico centro-orientale si raffreddano rispetto alla media, mentre in fase El Niño si verifica un riscaldamento anomalo. Quando il ciclo passa da una fase all’altra, il sistema climatico globale entra in una fase di transizione, che può durare anche diversi mesi e comportare una riorganizzazione delle correnti atmosferiche, con ripercussioni evidenti sui regimi meteo continentali.
L’Agenzia americana NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) sono concordi nel sottolineare che tali transizioni possono intensificare eventi climatici estremi, modificare la traiettoria delle tempeste e alterare le temperature stagionali su vaste aree del pianeta, incluse l’Europa e l’area mediterranea.
Effetti di El Niño sull’Europa
Contrariamente a quanto accade nelle Americhe o nell’Asia sud-orientale, dove gli effetti di El Niño sono più diretti e consolidati, in Europa la sua influenza è mediata dall’interazione con l’oscillazione nord-atlantica (NAO), la jet stream polare e altri sistemi atmosferici regionali. Tuttavia, le analisi climatologiche dell’ECMWF (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts) mostrano che la fase di El Niño tende a ridurre la frequenza e l’intensità delle ondate di freddo sull’Europa centrale e meridionale, spingendo masse d’aria più miti e umide verso il continente.
Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications nel 2020, durante forti eventi di El Niño, l’Europa occidentale sperimenta spesso inverni più miti, con precipitazioni più abbondanti nelle regioni atlantiche e una tendenza all’aumento della stabilità atmosferica nel Mediterraneo orientale. Questa configurazione si manifesta spesso con periodi prolungati di alta pressione sull’Italia centro-meridionale, alternati a fasi di maltempo più intenso nelle regioni del Nord e sulla Francia.
Mediterraneo: un bacino particolarmente vulnerabile
Il Mar Mediterraneo, per la sua natura chiusa e la posizione geografica a cavallo tra la fascia temperata e subtropicale, risente in modo particolare dei cambiamenti atmosferici indotti da El Niño. La transizione da La Niña a El Niño, in questo contesto, può innescare instabilità nella circolazione atmosferica a mesoscala, con effetti sulle correnti marine, sulla precipitazione stagionale, e sulle temperature superficiali del mare (SST).
Uno studio condotto dal Copernicus Climate Change Service evidenzia come le acque del Mediterraneo tendano a riscaldarsi più rapidamente nei periodi successivi all’inizio di un evento El Niño, amplificando il rischio di fenomeni meteo intensi, come medicane (uragani mediterranei), e sistemi temporaleschi autorigeneranti lungo le coste italiane.
Impatto meteo in Italia durante El Niño
In Italia, gli effetti della transizione da La Niña a El Niño sono variabili a seconda della forza del fenomeno e della stagione in corso. Tuttavia, si possono delineare alcune tendenze ricorrenti osservate in passate transizioni documentate da Met Office UK e NOAA:
Primavera ed Estate
Durante le primavere seguenti a un forte evento El Niño, si rileva spesso una maggiore stabilità atmosferica, con periodi asciutti che possono sfociare in precoce siccità agricola, specie in Puglia, Basilicata e nelle zone interne del Centro Italia. Tuttavia, le transizioni possono anche generare ondate di maltempo isolate, con fenomeni estremi come grandinate e nubifragi.
In estate, il segnale di El Niño può contribuire a un rafforzamento dell’anticiclone subtropicale, aumentando la probabilità di ondate di calore prolungate, con picchi termici oltre i 40 °C, specialmente nel Tavoliere delle Puglie e nelle vallate interne della Toscana, le regioni interne, in generale di Sardegna, Sicilia e nella Penisola. Notiamo un trend a temperature di 40°C, localmente anche oltre, anche in Pianura Padana.
Fattori mitiganti e variabili locali
Inoltre, l’aumento globale delle temperature medie legato al riscaldamento climatico amplifica la risposta del Mediterraneo a El Niño, rendendo più probabili eventi estremi e sfasamenti stagionali difficilmente prevedibili con modelli standard.
Secondo l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), il bacino mediterraneo è considerato una “hot spot climatica”, ovvero una delle aree del pianeta più sensibili ai cambiamenti climatici e alle oscillazioni oceaniche tropicali come l’ENSO.
Dinamiche oceaniche e teleconnessioni
Una delle chiavi per comprendere come la transizione ENSO influenzi l’Italia è nel concetto di teleconnessione atmosferica. I cambiamenti termici nell’oceano Pacifico innescano onde planetarie di Rossby, che si propagano lungo le correnti a getto e possono alterare la circolazione in tutto l’emisfero settentrionale.
Queste teleconnessioni, analizzate da istituti come NASA GISS e Met Office Hadley Centre, dimostrano che l’anomalia positiva di temperatura nel Pacifico può spostare l’asse del vortice polare e indebolire le strutture depressionarie sull’Atlantico settentrionale, aprendo la strada a configurazioni più stabili su parte dell’Europa meridionale.
Previsione
Il monitoraggio continuo degli indici ENSO da parte di istituzioni come NOAA, ECMWF e il Centro europeo Copernicus è fondamentale per prevedere con maggiore precisione le conseguenze sul clima italiano. I modelli stagionali oggi disponibili integrano l’osservazione satellitare delle SST, la dinamica atmosferica e i feedback locali, permettendo una visione più completa dei rischi meteo e climatici connessi alla fase di transizione tra La Niña e El Niño.
Questi modelli indicano che, in caso di El Niño forte e persistente, è altamente probabile un aumento dei fenomeni di stress idrico, dei picchi di temperatura estiva, e della frequenza di eventi meteo estremi in Italia, specialmente nelle aree già vulnerabili per morfologia e uso del suolo.
Fonti scientifiche citate: (METEOGIORNALE.IT)
- NOAA – National Oceanic and Atmospheric Administration: https://www.noaa.gov
- ECMWF – European Centre for Medium-Range Weather Forecasts: https://www.ecmwf.int
- IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change: https://www.ipcc.ch
- WMO – World Meteorological Organization: https://public.wmo.int
- Copernicus Climate Change Service: https://climate.copernicus.eu
- Nature Communications (2020): Impacts of ENSO on the Euro-Atlantic climate variability
