L’ictus cerebrale viene spesso percepito come un evento improvviso e inatteso, ma in realtà il corpo può inviare segnali premonitori nei giorni o addirittura nelle settimane precedenti. Riconoscere questi sintomi può fare la differenza tra la vita e la morte, oppure tra una piena guarigione e danni neurologici permanenti. Molti studi internazionali, tra cui quelli pubblicati sul British Medical Journal e dalla American Stroke Association, hanno evidenziato che fino al 43% dei pazienti colpiti da ictus riferisce segnali d’allarme nei giorni precedenti l’evento.
I mini-ictus: campanelli d’allarme sottovalutati
Il segnale più significativo e sottovalutato di un ictus imminente è rappresentato dagli attacchi ischemici transitori (TIA, Transient Ischemic Attack). Si tratta di episodi neurologici brevi (da pochi minuti a un massimo di un’ora) causati da un blocco temporaneo dell’afflusso di sangue al cervello, spesso definiti “mini-ictus”.
A differenza dell’ictus vero e proprio, i TIA non lasciano danni permanenti, ma sono precursori estremamente importanti: secondo la Mayo Clinic, circa un terzo delle persone che hanno un ictus ha avuto un TIA nei giorni precedenti.
Questi episodi possono manifestarsi con:
- Intorpidimento o formicolio improvviso a volto, braccia o gambe, spesso solo da un lato del corpo.
- Difficoltà nel parlare o nel comprendere il linguaggio, anche solo per alcuni minuti.
- Problemi visivi transitori, come visione doppia o cecità da un occhio.
- Perdita dell’equilibrio o della coordinazione, come improvvisi inciampi o vertigini.
Nonostante la loro brevità, questi sintomi rappresentano un vero e proprio SOS del cervello, che va indagato immediatamente con una visita neurologica e un esame di neuroimaging.
Sintomi neurologici intermittenti nei giorni precedenti
In assenza di TIA veri e propri, il corpo può comunque mostrare alterazioni neurologiche intermittenti, spesso ignorate o attribuite ad altre cause, come stanchezza, stress o cali di pressione. Tra i segnali più frequenti:
- Mal di testa insoliti e intensi, in particolare se improvvisi e localizzati, spesso descritti come “diversi dal solito”.
- Difficoltà a concentrarsi o annebbiamento mentale, anche solo per qualche ora.
- Incapacità improvvisa di scrivere, leggere o contare con la stessa facilità di prima.
- Confusione momentanea su dove ci si trovi o che giorno sia, specie nei soggetti anziani.
- Nausea e vomito associati a vertigini che non si spiegano con disturbi gastrointestinali.
Alcuni di questi sintomi sono associati in particolare a ictus della circolazione posteriore (che colpisce il tronco encefalico o il cervelletto), meno noti ma potenzialmente più letali.
Alterazioni nella percezione sensoriale
Nei giorni precedenti un ictus, alcune persone riferiscono cambiamenti sensoriali sottili ma significativi:
- Alterazione del gusto o dell’olfatto, come sapori metallici o perdita dell’olfatto.
- Ipoestesia: sensazione di ridotta sensibilità in alcune aree del corpo.
- Fenomeni visivi temporanei, come bagliori, lampi di luce o aree cieche (scotomi).
Questi sintomi vengono spesso scambiati per problemi oculari o disturbi ansiosi, ma possono indicare ischemie silenti in atto, particolarmente pericolose.
Segnali corporei sistemici e silenziosi
Oltre ai segnali neurologici, il corpo può manifestare sintomi sistemici indiretti, spesso legati a una pressione arteriosa instabile o a problemi cardiovascolari sottostanti:
- Aumento improvviso e persistente della pressione arteriosa, soprattutto al mattino.
- Battito cardiaco irregolare (fibrillazione atriale), che può favorire la formazione di emboli cerebrali.
- Dolori al petto o al braccio sinistro, simili a quelli di un infarto.
- Forte affaticamento, che non migliora con il riposo e si accompagna a senso di “testa vuota”.
- Insonnia o sonnolenza eccessiva, con frequenti risvegli notturni senza motivo.
La presenza combinata di alcuni di questi fattori dovrebbe portare a una valutazione medica urgente, in particolare nei soggetti oltre i 55 anni o con familiarità per patologie cardiovascolari.
Fattori di rischio che aumentano la probabilità di segnali premonitori
I segnali premonitori hanno una maggiore probabilità di manifestarsi in presenza di fattori di rischio ben noti:
- Ipertensione arteriosa non controllata
- Diabete mellito, soprattutto se mal gestito
- Colesterolo LDL elevato
- Fumo di sigaretta
- Abuso di alcol
- Sedentarietà
- Obesità viscerale
- Stati infiammatori cronici
Secondo l’American Heart Association, uno stile di vita salutare riduce fino al 80% il rischio di ictus primario, e permette di distinguere più facilmente eventuali anomalie del comportamento neurologico.
Quando preoccuparsi: il valore del tempo
Ogni sintomo che coinvolga alterazioni improvvise del linguaggio, della vista, dell’equilibrio o della forza muscolare deve essere considerato un’emergenza neurologica, anche se si risolve da solo.
La regola americana FAST (Face, Arms, Speech, Time) è utile per ricordare i segnali chiave di un ictus:
- Face: il volto è asimmetrico? C’è una caduta di un angolo della bocca?
- Arms: uno dei due arti superiori è più debole o insensibile?
- Speech: la persona ha difficoltà a parlare o a capire?
- Time: è tempo di chiamare immediatamente il 112.
L’ictus è una delle principali cause di morte e disabilità nel mondo, ma può essere previsto e spesso prevenuto se si imparano a riconoscere i segnali premonitori. Il cervello ha un suo modo di chiedere aiuto: bisogna saperlo ascoltare prima che sia troppo tardi.
