La neve è un fenomeno meteorologico che affascina appassionati di scienza e amanti degli sport invernali. Si forma quando la temperatura atmosferica si mantiene a valori prossimi o inferiori a 0°C e il vapore acqueo presente nell’aria condensa, generando cristalli di ghiaccio che si uniscono fra loro. In EUROPA, soprattutto nelle regioni più fredde dell’entroterra, questo processo può avvenire in maniera diversa rispetto alle zone vicine alla costa. Ciò dipende da molteplici fattori, come la massa d’aria coinvolta e il contenuto di umidità.
La neve farinosa e la neve bagnata rappresentano due varianti di questo affascinante fenomeno. Queste tipologie possiedono caratteristiche uniche, influenzate dalle condizioni ambientali in cui si sviluppano. In particolare, i parametri termici e la provenienza dell’aria giocano un ruolo determinante nel definirne la consistenza.
Neve farinosa
La neve farinosa si presenta con una struttura leggera e asciutta, paragonabile a una finissima polvere bianca. Questa tipologia si origina quando l’aria proviene da aree continentali, come il cuore di EUROPA, e giunge con temperature inferiori a 0°C, spesso attorno a -5°C o anche più basse. In tali circostanze, l’umidità contenuta nell’atmosfera è ridotta, favorendo la formazione di cristalli dalla forma ben definita e con poca presenza di acqua liquida.
La neve di questo tipo si distingue per la facilità con cui si solleva al passaggio del vento. Chi pratica sci o snowboard la apprezza perché permette una piacevole sensazione di scivolamento e riduce gli impatti in caso di caduta. Inoltre, la neve farinosa tende a non compattarsi facilmente, poiché la scarsa quantità di acqua presente tra i fiocchi ne limita la coesione. L’aria continentale, spesso gelida, garantisce la conservazione prolungata di questo manto soffice nelle regioni montuose. Sulle ALPI, le precipitazioni che derivano da masse d’aria secca generano spesso nevicate di natura farinosa che attirano turisti e appassionati di sport invernali.
Quando si accumula in grandi quantità, la neve farinosa resta leggera e porosa, consentendo una migliore dispersione del peso su superfici ampie, come le solette degli sci. Tuttavia, proprio a causa della sua scarsa coesione, questa tipologia può essere soggetta a spostamenti repentini in presenza di vento intenso. Le valanghe di superficie, sebbene meno compatte, non sono rare in zone con grandi depositi di neve farinosa e forti correnti d’aria.
Neve bagnata
La neve bagnata si manifesta quando la temperatura dell’aria è prossima allo 0°C o leggermente superiore. In tali situazioni, l’umidità atmosferica risulta più elevata e i cristalli di ghiaccio tendono a fondersi parzialmente, incorporando una maggiore quantità di acqua liquida al loro interno. Questo fenomeno si verifica, ad esempio, quando masse d’aria più miti provenienti dal MAR MEDITERRANEO raggiungono l’ITALIA o zone costiere dell’EUROPA.
A differenza della neve farinosa, la neve bagnata possiede fiocchi di dimensioni spesso maggiori e una consistenza compatta. Tale caratteristica favorisce l’adesione dei singoli cristalli, generando accumuli più densi e pesanti. Chi cammina su questa superficie nota subito come i passi producano compressioni più evidenti e tracce marcate. Gli amanti di sport invernali, soprattutto di snowboard e sci alpino, trovano nella neve bagnata una base che può risultare più lenta a causa dell’attrito aumentato, ma anche più stabile per chi predilige percorsi meno polverosi.
Un esempio evidente di neve bagnata è osservabile nelle zone di fondovalle a media quota, dove le correnti atlantiche mantengono la temperatura atmosferica vicina allo zero. In questi contesti, la presenza di acqua tra i cristalli favorisce la formazione di palline o aggregati nevosi detti “nevischio”, che possono rallentare o ostacolare la circolazione stradale in modo più evidente rispetto alla neve farinosa.
Le differenze tra neve farinosa e neve bagnata dipendono in larga misura da temperatura, umidità e provenienza delle masse d’aria. Quando l’aria giunge dall’interno dei continenti e rimane sotto 0°C, si ottiene una precipitazione soffice e polverosa, leggera ma anche più soggetta al trasporto e allo spostamento da parte del vento. Se invece la temperatura si porta prossima allo zero o leggermente al di sopra, i fiocchi risultano più umidi e pesanti, creando superfici dense e compatte. Questo aspetto incide anche sulla sicurezza in montagna, poiché il grado di coesione tra i fiocchi influenza la stabilità del manto nevoso.
Studiare in modo approfondito le caratteristiche della neve nelle diverse fasi consente di comprendere meglio i fenomeni legati alla formazione di valanghe, alla scelta degli equipaggiamenti sportivi e alla pianificazione dei trasporti invernali.
