La meteo degli ultimi tempi mostra segnali di grande variabilità, e ciò si traduce in possibili cambi repentini nelle condizioni atmosferiche. Italia potrebbe trovarsi al cospetto di correnti d’aria fredda di matrice continentale, elemento evidenziato in modo costante dai modelli matematici più affidabili. Questo significa che l’irruzione di masse d’aria molto rigide è altamente probabile, anche se i dettagli sull’intensità del freddo restano da verificare. È necessario attendere ulteriori conferme per capire se, insieme alle basse temperature, si manifesteranno o meno precipitazioni significative. Spesso, in caso di alta pressione associata all’intrusione di correnti orientali, le regioni adriatiche vengono investite da nubi e fenomeni nevosi che talvolta possono raggiungere perfino le coste, generando scenari meteo inusuali.
Queste previsioni fanno i conti anche con la possibilità di afflussi caldi di origine africana, ipotesi che di tanto in tanto emerge. In effetti, negli ultimi trent’anni abbiamo assistito a un mutamento climatico evidente, con un aumento costante delle temperature. Roma, per esempio, possiede attualmente un profilo termico che ricorda più quello di Tunisi di qualche decennio fa, mentre Milano mostra similitudini con Firenze del passato. Questo è un segnale che anche in Francia, nazione particolarmente attenta alle analisi, viene spesso preso come esempio per spiegare quanto il clima si stia trasformando e per sottolineare la necessità di prepararsi a fenomeni meteo sempre più estremi.
Molti contestano la realtà del riscaldamento globale, ma ormai è riconosciuto quasi unanimemente che le temperature siano destinate a salire ulteriormente nel futuro. Ciò comporta l’urgenza di rinnovare sia le abitazioni sia le nostre abitudini. Nonostante tale tendenza al riscaldamento, l’inverno può ancora regalare eventi meteo estremi, come dimostrato dalle recenti ondate gelide che hanno interessato il Nord America. In Europa, la morfologia del territorio è diversa, ma quando il freddo arriva dalla Russia, gli effetti possono essere ugualmente rigidi. La storia insegna che in PIANURA PADANA si possono registrare valori anche al di sotto di -20 °C, mentre a Roma si è scesi fino a -10 °C e a Napoli persino a -5 °C, con la possibilità anche di nevicate diffuse anche a bassa quota. Tali episodi possono verificarsi persino in presenza di un clima complessivamente più mite.
Il mese di febbraio 2025 potrebbe riservarci sorprese meteo inattese, poiché eventi di questo tipo possono verificarsi con breve preavviso. Da un punto di vista scientifico, uno dei fattori determinanti è il VORTICE POLARE, che in quest’ultimo periodo si è mostrato particolarmente intenso, generando peraltro quella straordinaria irruzione fredda in Nord America.
Ora sembra possibile uno SPLIT DEL VORTICE POLARE, ovvero una sua divisione in diverse porzioni che potrebbero dirigersi verso diverse aree dell’emisfero. Questa dinamica spesso favorisce la discesa di correnti estremamente fredde sull’Europa, con un conseguente abbassamento significativo delle temperature. Non va poi trascurata la prospettiva di un deciso riscaldamento della stratosfera, fenomeno definito stratwarming, che può influenzare ulteriormente la circolazione generale.
Un impulso gelido proveniente da nord-est, direttamente dalle steppe siberiane, comporterebbe un raffreddamento estremo sulla Italia, incrementando le probabilità di condizioni meteo davvero rigide.
Non bisogna dimenticare che l’inverno, malgrado i cambiamenti climatici in atto, possa ancora manifestarsi con ondate di gelo di grande portata. In passato, per esempio nel 1987, un severo afflusso artico dalla Siberia (soprannominato Burian) produsse imponenti nevicate lungo le regioni adriatiche e in Puglia, con accumuli eccezionali sulla Murgia barese. I fiocchi caddero anche su Roma, un evento all’epoca notevole e raro. Anche senza tornare così lontano nel tempo, nel 2018 abbiamo assistito a un altro episodio rilevante: correnti gelide investirono gran parte del territorio nazionale, portando la neve non solo su Roma ma persino su Napoli, dove i fiocchi sono poco comuni.
L’avvicinarsi di febbraio 2025 rende plausibile rievocare queste precedenti incursioni fredde, perché la meteo può ribaltare le prospettive in poche ore.
Il VORTICE POLARE in disgregazione, o addirittura uno SPLIT DEL VORTICE POLARE, rappresenta il fattore chiave. Se ciò accadrà, si potrebbero generare movimenti di masse d’aria gelida verso l’Europa e, nello specifico, verso la Italia. In tal caso, l’ingresso di correnti glaciali da nord-est risulterebbe più probabile, innescando una dinamica che può sfociare in episodi nevosi fino a quote prossime al livello del mare, specie nelle aree esposte all’Adriatico o influenzate da venti orientali.
La complessità del quadro meteo invernale, con tutti questi possibili sviluppi, sottolinea quanto sia importante monitorare costantemente l’evoluzione dei modelli di previsione. In ogni caso, l’aumento delle temperature globali non esclude improvvisi sbalzi verso condizioni di freddo intenso. Il passato ci ricorda che persino nel mese di marzo o di novembre possono verificarsi transiti gelidi di notevole entità. L’inverno, infatti, è ancora lungo, e il passaggio alla stagione successiva non offre garanzie di stabilità nel breve periodo. Prepararsi a un eventuale ritorno del gelo siberiano, anche dopo fasi miti, è una prassi che non va trascurata in un contesto meteo influenzato dal cambiamento climatico.
