I prossimi mesi saranno cruciali per verificare se l’Italia, ma anche altri paesi europei, siano pronti a gestire le ondate di meteo estremo che potrebbero colpirci. Senza creare allarmismi, si tratta di condizioni meteorologiche che, in parte, si stanno già manifestando nel nostro territorio.
In questi giorni, è stato soprattutto il vento a soffiare con velocità impressionanti. Nelle vallate alpine, sono state registrate raffiche fino a 150 km/h anche in aree urbane. Si tratta di un fenomeno tipico delle forti tempeste, insolito per queste zone. Raffiche analoghe sono state registrate anche in Sardegna, interessando centri abitati e non solo crinali montuosi o località costiere normalmente esposte al vento.
Onde altissime hanno colpito le coste dell’Adriatico e della Calabria, con il mare in tempesta. I danni causati dal vento estremamente forte si contano in diverse aree.
Sull’Appennino, nel massiccio del Gran Sasso, escursionisti, soccorritori e tecnici sono rimasti bloccati tra un rifugio e l’altro. Alcuni potrebbero essere dispersi a causa del vento violento.
Il fenomeno del vento così intenso è stato causato da una marcata differenza di pressione atmosferica tra diverse aree dell’Italia. Mentre al Nord Italia prevaleva una forte alta pressione, al Sud Italia si registrava un centro di bassa pressione moderata. Questa elevata differenza di pressione ha generato il vento furioso.
La neve, caduta abbondantemente soprattutto sull’Appennino, è un evento per cui queste zone sono abbastanza preparate. Nonostante fosse da tempo che non si verificavano nevicate così consistenti, i cittadini avevano memoria di tali fenomeni e li attendevano. Ha causato disagi, ma fa parte del clima tipico del territorio. La domanda che sorge spontanea è: cosa accadrebbe se nevicate eccezionali colpissero altre parti d’Italia, dove la neve è ormai rara e quasi dimenticata?
Uno sguardo preoccupato si rivolge alle grandi città come Roma, Firenze e quelle della Pianura Padana, particolarmente vulnerabili in caso di precipitazioni nevose intense. Anche Trieste, la città della bora, potrebbe essere colpita da venti inauditi in caso di irruzioni di aria fredda siberiana, con temperature che potrebbero scendere fino a -10 °C.
Non si è mai completamente pronti per fenomeni così estremi, ma questi possono verificarsi anche in un’epoca di cambiamento climatico. Il riscaldamento globale comporta un aumento generale delle temperature e una riduzione degli eventi rigidi, ma non ne attenua la violenza.
In questi giorni, il Nord America sta affrontando un’ondata di gelo. In alcune regioni, le temperature sono scese sotto i -30 °C. A New York, la colonnina di mercurio è precipitata fino a -11 °C. Sebbene queste aree siano attrezzate per fronteggiare eventi meteorologici estremi, rimane alta la preoccupazione per fenomeni di violenza estrema, come quelli che colpiscono il Texas e altre zone del Golfo del Messico, dove i danni causati dal gelo sembrano diventare sempre più frequenti.
