In un’ottica di innovazione sostenibile, i ricercatori della Oregon State University stanno esplorando l’utilizzo di alghe marine come integratore alimentare per il bestiame con l’obiettivo di ridurre le emissioni di metano, un potente gas serra. Questo approccio innovativo potrebbe cambiare profondamente il modo di nutrire il bestiame, contribuendo alla mitigazione dell’impatto ambientale dell’industria della carne.
L’allevamento di bovini, dalla produzione dei mangimi fino alla distribuzione finale, genera significative emissioni di gas serra. Solo in Oregon sono presenti circa 1,2 milioni di bovini tra carne e latte, che durante la digestione di fibre vegetali come erba e fieno emettono metano, un gas 28 volte più potente dell’anidride carbonica nell’assorbire il calore atmosferico.
L’idea di integrare le alghe nell’alimentazione dei bovini deriva dalla scoperta che alcune alghe contengono bromoformio, una sostanza capace di ridurre la produzione di metano fino all’82% se somministrata in dosi controllate. Finora, le ricerche si sono concentrate soprattutto sui bovini da latte, il cui regime alimentare è regolato e supervisionato. Tuttavia, il nuovo progetto dell’Oregon State University, guidato dall’assistente professore Juliana Ranches, sposta il focus sui bovini da carne al pascolo, che vivono in ambienti naturali e sono meno controllati nell’alimentazione.
Il team si concentrerà in particolare sul dulse del Pacifico, un tipo di alga coltivata lungo la costa dell’Oregon. Questo progetto è rilevante per i bovini che pascolano in ambienti di steppa nell’Est Oregon e in gran parte dell’Ovest degli Stati Uniti, dove le condizioni sono simili a quelle degli habitat naturali del bestiame da carne.
Il programma prevede che circa 20 bovini pascolino annualmente su un’area di 40 ettari nei pressi di Riley, nella contea di Harney, Oregon. I ricercatori somministreranno quantità variabili di alga ai bovini, monitorando i livelli di metano emessi tramite una serie di torri capaci di misurare e tracciare le emissioni gassose.
Oltre a ridurre le emissioni di metano, il team analizzerà la quantità di carbonio trattenuto dal suolo, poiché le praterie naturali sono conosciute per la loro capacità di assorbire e stoccare il carbonio. Sebbene sia improbabile che gli allevatori adottino immediatamente le alghe come parte della dieta del bestiame, i risultati di questa ricerca potrebbero segnare un primo passo importante.
Il progetto, della durata di cinque anni, è finanziato dall’Istituto Nazionale di Alimentazione e Agricoltura del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Questa ricerca, oltre a cercare soluzioni applicabili per gli allevatori, rientra in un più ampio sforzo di ridurre le emissioni di gas serra generate dall’agricoltura, contribuendo così alla lotta contro il cambiamento climatico.
