Il nuovo scenario, delineato dagli ultimi modelli matematici, attribuisce questo cambiamento a dinamiche atmosferiche complesse e a un riassetto sinottico sul Mediterraneo e sull’Europa. Mentre le iniziali proiezioni indicavano l’arrivo di una saccatura nord-atlantica in grado di spingere aria fredda verso la Penisola, favorendo un drastico calo delle temperature e un inizio d’inverno anticipato, le ultime analisi mostrano una realtà diversa. L’Anticiclone Africano si sta espandendo verso nord, influenzando anche il Nord Italia e assicurando temperature sopra la media stagionale di circa 2-4 gradi, con conseguenti giornate soleggiate e clima mite al Centro-Sud e nelle Isole Maggiori.
La chiave di questo ribaltamento è legata all’oscillazione del jet stream. Invece di adottare un percorso ondulato che avrebbe permesso all’aria fredda di scendere verso il Mediterraneo, il jet stream si mantiene più lineare, ostacolando la discesa delle masse fredde e favorendo invece l’espansione dell’alta pressione africana verso l’Europa Meridionale. Anche le correnti atlantiche, che avrebbero potuto portare instabilità atmosferica, rimangono più a ovest, confinandosi al largo della Penisola Iberica. Questo impedisce la formazione di sistemi perturbati sul Centro Italia e sul Sud Italia, mantenendo il meteo generalmente asciutto e stabile.
Torna il caldo?
Gli effetti dell’Anticiclone Africano si faranno sentire con temperature sopra la media per i primi giorni di novembre, soprattutto al Centro-Sud Italia e nelle Isole Maggiori. In queste zone, si attendono giornate prevalentemente soleggiate con valori termici che supereranno la media stagionale. Le massime potrebbero facilmente raggiungere i 20°C, con picchi di 24-25°C nelle aree interne della Sicilia e della Sardegna. Al Nord Italia, invece, nonostante un aumento delle temperature, si potrebbero verificare formazioni di nebbie nelle prime ore del giorno e un calo delle temperature notturne, fenomeni tipici dell’autunno.
La persistenza dell’alta pressione e le sue conseguenze
La persistenza di un’area di alta pressione comporta anche una scarsità di precipitazioni. Questo fenomeno non è da sottovalutare, soprattutto per le regioni settentrionali dell’Italia, dove il problema della siccità è già in atto. La mancanza di piogge aggrava il deficit idrico, una condizione che potrebbe pesare sull’approvvigionamento d’acqua per i mesi futuri. La situazione di stabilità atmosferica, favorita dall’Anticiclone Africano, potrebbe ulteriormente accentuare la siccità in molte aree del Nord Italia.
Le conseguenze del clima mite e asciutto non riguardano solo l’ambiente, ma anche l’agricoltura. In alcune zone dell’Italia Settentrionale, la scarsità di piogge ha già creato difficoltà per le colture autunnali, e questa persistenza di condizioni meteorologiche stabili potrebbe avere ulteriori effetti negativi. Le regioni a maggior rischio di siccità includono la Lombardia, il Piemonte e il Veneto, che potrebbero vedere peggiorare il deficit idrico senza un intervento delle piogge.