Un’altra pessima notizia ci viene dalla Foresta Amazzonica. Oltre 5 milioni di ettari sono andati persi tra gennaio 2017 e novembre 2021. Una porzione come il Costa Rica!
Questo insulso scempio è stato documentano grazie al lavoro di miliardi di immagini radar acquisite dai satelliti Sentinel-1 di Copernicus, un sistema di schermatura satellitare avanzatissimo, che permette fotografie a risoluzione impensabile fino ad ora.
I dati e la situazione
Ormai è dal 2015 che la missione Sentinel-1 permette di monitorare con una regolarità incredibile la salute delle foreste tropicali di tutto il mondo. Che ricordiamo essere i più immensi patrimoni di biodiversità del Mondo.
Milioni di Gigabyte di dati vengono acquisiti giorno e notte, anche in presenza di nubi, nebbia, fumo o temporali, permettendo così di avere aggiornamenti sulla deforestazione ogni 6-12 giorni con una risoluzione di 20 metri. Un calcolo estremamente preciso e altrettanto allarmante.
Il progetto
Grazie al progetto scientifico appena citato, coordinato dall’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea), oltre 450 terabyte di dati (450 mila Giga byte!) sono stati rielaborati ottenendo un enorme database di tipo “cube”, ovvero una struttura di dati multidimensionale che contiene informazioni statistiche rilevanti per identificare la deforestazione.
Per merito di questo approccio così avanzato è stata condotta un’analisi dinamica della deforestazione dell’Amazzonia, con una mappa 3D ad estrema risoluzione, che indica la drammatica perdita di oltre 5,2 milioni di ettari in meno di cinque anni. Un numero semplicemente vergognoso, per cui bisogna assolutamente far qualcosa.
Il dato allarmante
Basti pensare che oltre un milione di ettari di foreste umide tropicali (preziosissime per fauna e flora) scompaiono ogni anno nel bacino amazzonico. L’anno peggiore è stato il 2021 in Brasile, con valori 20% maggiori rispetto al già gravissimo 2019.
Serve che questa situazione così grave venga divulgata con maggiore precisione e costanza, in modo da toccare l’opinione pubblica. Solo così si potrà dar freno all’irreparabile perdita di piante, animali e specie che non esistono altrove.