Si rimane nel campo delle ipotesi meteo climatiche, questo è ovvio. Perché in primis dovremo prenderci il caldo d’Africa, che sta arrivando e che spingerà forte la prossima settimana. Poi potremo iniziare altri ragionamenti.
Ragionamenti che non si discostano da quella che è la nostra view di massima sui prossimi due mesi: luglio e agosto estremi. Estremi per le ondate di caldo, sì, ma anche per quelli che in gergo chiamiamo “break” e che rappresentano senz’altro delle pause rinfrescanti talvolta gradite.

Alla luce delle ultimissime proiezioni modellistiche c’è già qualcosa nell’aria. Attenzione alla prima settimana di luglio, perché dopo l’accelerazione del caldo potrebbe esserci l’accelerazione atlantica. Il centro di calcolo americano, che produce il modello GFS, ci va giù pesante. Ci suggerisce un vero e proprio ingresso ciclonico secondario, proveniente da nord-nordovest, che vorrebbe dire grande sconquasso.
I contrasti termici sarebbero enormi e gli eventuali temporali sarebbero molto pericolosi. Il crollo termico sarebbe altrettanto violento, nell’ordine dei 10°C o anche oltre.
Il modello europeo ECMWF, che come vi abbiamo detto tantissime volte è considerato – a ragione – il più affidabile, propone un affondo ciclonico più occidentale. Quindi prima sulla Penisola Iberica, con richiamo africano rovente su di noi, poi in movimento verso est e anche in questo caso i contrasti termici sarebbero esplosivi. Forse ancor di più dell’ipotesi americana e quindi anche tale scenario evolverebbe in un peggioramento temporalesco particolarmente violento.
Diciamo che i modelli sono abbastanza concordi, quindi occhio perché la prima settimana di luglio potrebbe passare dal caldo al fresco da un momento all’altro.
