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Meteo di LUGLIO può spaccare l’Estate come nessuno vi ha detto

Federico De Michelis di Federico De Michelis
02 Lug 2025 - 12:00
in A La notizia del giorno, A Scelta dalla Redazione, Ad Premiere, Meteo News, Zoom
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Quando penso alle crisi meteorologiche di Luglio, non posso fare a meno di considerarle come i fenomeni più aggressivi dell’intera stagione estiva. A differenza dei semplici passaggi di aria fresca che durano qualche giorno, questi eventi possono protrarsi per oltre una settimana e dare la sensazione di una vera e propria rottura della stagione estiva. È proprio questa caratteristica di persistenza che li rende particolarmente insidiosi e impattanti.

 

La tipologia di cambiamento meteorologico che avremo non è solo aggressiva, ma anche significativamente più duratura del solito rispetto a una normale goccia d’aria fredda. La durata anomala sarà alimentata dalla forza delle correnti oceaniche, che possono acquisire una spinta considerevole grazie a un’altra anomalia climatica che si sta verificando proprio nel vicino Oceano Atlantico.

 

Mi colpisce particolarmente quello che sta accadendo a ridosso delle Isole Britanniche, dove la temperatura oceanica è fortemente superiore a quella media. Secondo i dati del Copernicus Climate Change Service, l’Atlantico settentrionale ha registrato temperature record per Giugno 2023, con anomalie locali che hanno raggiunto i 4-5°C sopra la media. Questa situazione crea una vera e propria anomalia della temperatura media oceanica a ovest delle Isole Britanniche che potrebbe fungere da trampolino di lancio per impulsi di aria oceanica verso l’Italia.

 

L’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti conferma che le temperature superficiali marine sono aumentate durante tutto il XX secolo e continuano a crescere, con l’Atlantico settentrionale che mostra il tasso di riscaldamento più rapido, circa 1°C per secolo. Questi impulsi di aria oceanica potrebbero dirigersi principalmente verso le regioni settentrionali d’Italia, che in questo periodo dell’anno dovrebbero comunque risentire di diverse giornate temporalesche.

 

Se questa dinamica dovesse verificarsi, l’abbassamento della temperatura potrebbe essere decisamente marcato. In alcuni scenari, le temperature potrebbero risultare addirittura inferiori ai valori medi tipici del periodo – un’eventualità che oggi sembra quasi incredibile dato il contesto di riscaldamento globale in cui viviamo. Pertanto, questa linea di tendenza merita di essere seguita seriamente, anche perché alcuni cenni da parte dei modelli matematici vengono già accennati nelle previsioni a medio termine.

 

Per quanto riguarda le regioni centrali e meridionali, la situazione si presenta diversa. La riduzione di forza dell’alta pressione africana non le proteggerà molto dall’instabilità atmosferica, e proprio qui si manifesta uno degli aspetti più affascinanti della meteorologia estiva mediterranea. Infatti, si svilupperanno soprattutto nelle ore pomeridiane quei temporali che caratterizzano l’estate italiana.

 

I temporali pomeridiani che ci aspettiamo lungo la Penisola italiana, ma anche su Sardegna e probabilmente su Sicilia, sono di carattere termoconvettivo. Praticamente, l’instabilità atmosferica viene esaltata dal riscaldamento del terreno e del suolo, formando colonne di vapore verso l’alto che innescano la creazione di nubi cumuliformi e quindi di temporali.

 

Studi scientifici pubblicati su Nature Climate and Atmospheric Science mostrano che l’area mediterranea sta sperimentando robusti aumenti dell’energia potenziale convettiva disponibile (CAPE), fino a +400 J/kg (~5-15%) per decennio nelle zone temperate vicino ai mari interni caldi, incluso il Mediterraneo. Questo significa che le condizioni per lo sviluppo di temporali intensi stanno diventando sempre più favorevoli.

 

Tuttavia, questa è una situazione da non prendere così tanto alla leggera. Come dimostrato dagli eventi estremi del 2022 documentati dall’European Geosciences Union, si possono verificare improvvisi violentissimi nubifragi, grandinate e violente raffiche di vento. Il riscaldamento del Mar Mediterraneo (fino a +6°C rispetto al periodo 1990-2020) ha contribuito largamente alla formazione di sistemi convettivi organizzati, alcuni dei quali hanno raggiunto l’intensità di veri e propri “derecho” – tempeste con venti superiori ai 120 km/h che interessano territori di oltre 300 chilometri.

 

La diminuzione della temperatura che si manifesterà da Nord verso Sud Italia porterà un certo sollievo, tuttavia vedo che sarà difficile avere valori termici sotto media nella Penisola italiana, su Sardegna e su Sicilia. Anche se su Sardegna probabilmente soffierà un po’ di maestrale, parliamoci chiaro: con un mare così caldo che segna 5-6°C sopra la media, un refrigerio marcato con temperature sotto media la vedo veramente difficile.

 

Ricerche del NOAA Climate.gov evidenziano che l’Atlantico settentrionale ha mantenuto temperature record da Marzo 2023, con gran parte dell’Atlantico tropicale, del Mar dei Caraibi e del Golfo del Messico che registravano temperature superiori agli 80°F (26°C) già a metà Giugno – la soglia necessaria per alimentare lo sviluppo di uragani.

 

Quello che mi preoccupa di più è la combinazione di fattori che stiamo osservando. Da un lato abbiamo anomalie termiche oceaniche nell’Atlantico settentrionale che possono influenzare i pattern atmosferici europei, dall’altro un Mar Mediterraneo eccezionalmente caldo che funge da serbatoio di energia per fenomeni convettivi intensi. Studi pubblicati su Scientific Reports mostrano come la co-occorrenza di ondate di calore marine e atmosferiche, insieme a condizioni di siccità, sia collegata all’attività degli incendi nella regione mediterranea.

 

La fisica dietro questi temporali termoconvettivi è ben documentata dalla ricerca scientifica. Come spiegato negli studi sulla climatologia dei fulmini nel Mediterraneo, la maggior parte dei temporali annuali nella regione sono termicamente guidati e si verificano in estate, specialmente sulle aree continentali, con un massimo di occorrenza vicino alle Alpi, ai Pirenei e alle montagne dell’Atlante.

 

Il riscaldamento diurno del suolo e del mare crea queste colonne ascensionali che, in presenza di sufficiente umidità e instabilità atmosferica, possono trasformarsi rapidamente in sistemi temporaleschi violenti. L’orografia italiana, con le sue catene montuose e la complessa configurazione costiera, amplifica ulteriormente questi processi, creando condizioni ideali per la formazione di temporali particolarmente intensi.

 

Il paradosso del nostro tempo è che, mentre cerchiamo disperatamente un po’ di refrigerio dall’afa estiva, dobbiamo prepararci ad affrontare fenomeni meteorologici sempre più estremi. La nuova normalità climatica sembra essere caratterizzata da questi contrasti violenti: caldo estremo alternato a temporali devastanti, il tutto su uno sfondo di temperature marine e atmosferiche costantemente al di sopra delle medie storiche.

 

Come cittadino e osservatore del clima, credo che sia fondamentale comprendere che non stiamo più vivendo nelle condizioni meteorologiche dei nostri nonni. Ogni previsione, ogni analisi deve tenere conto di questo nuovo scenario climatico, dove l’eccezionale rischia di diventare ordinario e dove la preparazione e l’adattamento non sono più opzioni, ma necessità assolute.

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