Questa è un’intervista a una coppia di origine italiana, che dieci anni fa ha lasciato tutto per trasferirsi a Santa Cruz de Tenerife, la capitale dell’isola di TENERIFE, nell’arcipelago delle CANARIE. Oggi gestiscono un’attività nel cuore pulsante della città, lavorano nel settore del turismo e hanno costruito una vita fatta di ritmi nuovi, scelte consapevoli e un profondo radicamento in questa terra unica.
La loro storia mi ha profondamente colpito. Perché quando penso di trasferirmi anche io, cerco esempi reali, voci vere, esperienze oneste. Ed è proprio questo che ho trovato parlando con loro.
Santa Cruz non è la solita località turistica: è una vera città viva
Mi hanno detto subito, con un tono diretto ma affettuoso:
“Santa Cruz de Tenerife non è come il Sud dell’isola, dove la costa è tappezzata di resort, hotel all inclusive e vita balneare perenne. Qui siamo in una città vera, con le sue complessità, la sua struttura, e una vita urbana che non si spegne mai.”
La città si estende dal mare fino ai piedi delle montagne del Parco Rurale di ANAGA, ed è fusa quasi senza soluzione di continuità con San Cristóbal de La Laguna, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Si arriva così a un agglomerato urbano che sfiora mezzo milione di abitanti, in una delle isole più ambite d’Europa.
In effetti, l’ho vista coi miei occhi: Santa Cruz è sorprendentemente verde, ordinata, piena di servizi, di piazze fiorite e con una qualità delle infrastrutture che raramente ho incontrato altrove.
Le Canarie non sono più un rifugio per chi sogna a occhi chiusi
“Le Canarie non sono più il luogo in cui ti trasferivi con due valigie e pochi risparmi per rifarti una vita a poco prezzo”, mi raccontano con realismo.
“Serve un progetto chiaro, una struttura economica solida. Non puoi arrivare senza nulla e sperare che vada bene. Questo periodo è finito, e anche qui il costo della vita è aumentato.”
Eppure, le agevolazioni fiscali rimangono interessanti per chi decide di aprire un’attività, soprattutto nel campo digitale. L’IGIC, l’equivalente dell’IVA, è più basso (al 7%), e ci sono ancora alcune zone ZEC (Zona Especial Canaria), pensate per attrarre investimenti.
“Se sei un lavoratore remoto, o un nomade digitale, qui puoi trovare una tua dimensione. Ma non aspettarti di vivere in infradito sulla spiaggia spendendo poco. Il mondo è cambiato, anche qui”, mi dice lui, mentre sorseggia un cortado al tavolino di un bar.
Santa Cruz è una piccola Svizzera nel cuore dell’Atlantico
È una frase che non dimenticherò mai: “Qui è tutto curato. Sembra una piccola Svizzera sul mare. Abbiamo strade perfette, sanità efficiente, parchi pubblici verdi e un sistema di dissalatori che consente, nonostante la scarsità di piogge, di avere aiuole sempre fiorite e prati verdissimi.”
In effetti, il clima è straordinario. Tenerife è nota per essere l’isola dell’eterna primavera, con temperature medie che oscillano tra i 18°C in inverno e i 26°C in estate. Non piove quasi mai, e anche quando succede è per brevi periodi. L’umidità è moderata, il vento costante ma mai fastidioso.
Qui il sole è la regola, non l’eccezione. Ma attenzione, qui nel nord dell’isola le giornate nuvolose sono parecchie rispetto al sud, e a volte pioviggina, persino tutti i giorni. Poi torna il sole.
Ma non venire a cercare lavoro come dipendente
Mi hanno guardato negli occhi, seriamente: “Sconsigliamo a tutti di venire qui con l’idea di fare i camerieri o lavorare nel turismo come dipendenti. Gli stipendi sono bassi, spesso inferiori ai 1000 euro, e gli affitti stanno salendo vertiginosamente a causa della pressione del turismo.”
Un problema che si sta allargando a macchia d’olio in tutte le isole: l’overturismo ha alzato il costo della vita, e gli abitanti locali faticano a permettersi una casa nelle zone centrali. Ci sono movimenti di protesta, campagne contro gli affitti brevi, richieste di regolamentazione più severa.
Eppure, “è proprio il turismo che porta ricchezza. Senza di lui, molte attività non esisterebbero. Quindi bisogna trovare un equilibrio.”
Santa Cruz de Tenerife è anche un polo tecnologico
Uno degli aspetti meno noti – ma più interessanti per me – è che Santa Cruz è anche una città moderna, tecnologica, innovativa.
“Ci sono molte aziende che lavorano nel digitale. Si può costruire una rete di contatti, creare sinergie. Soprattutto per chi è freelance o ha una startup, questa può essere una buona base operativa. Noi, ad esempio, collaboriamo con imprese locali e internazionali”, mi raccontano con entusiasmo. Ho intrapreso una nuova attività nel digitale ed in un anno, grazie ai contatti avuti, è praticamente esplosa.
E allora inizio a pensare, io Maria Trevisan, potrei anche io trovare un mio spazio qui. Con il mio lavoro digitale, forse sì. L’aria qui sembra più leggera, e il tempo più dilatato.
Cosa vedere a Tenerife: oltre le solite cartoline
Mi hanno sorriso quando ho chiesto: “Cosa si può vedere a Tenerife?”
“In una settimana riesci a fare il giro dei luoghi famosi: il Teide, Puerto de la Cruz, Playa de las Américas, Los Cristianos, Masca, Garachico… ma per entrare davvero nel cuore dell’isola serve tempo.”
E così mi hanno raccontato delle piramidi di Güímar, misteriose costruzioni a gradoni di cui si dibatte ancora l’origine. Mi hanno parlato dei boschi lauriferi di ANAGA, umidi e avvolgenti come foreste fiabesche, della silenziosa bellezza delle scogliere di Los Gigantes, del villaggio sospeso nel tempo di Taganana.
“Tenerife è anche la sua gente. Le feste di paese, il Carnevale di Santa Cruz, secondo solo a quello di Rio, e la sensazione che, una volta arrivato, non te ne andrai più facilmente.”
Io li ascolto e immagino. Immagino me stessa qui. In questa isola aspra, accogliente, solare, dove la vita ha un altro ritmo e il cielo sembra più vicino.
Mi raccontano con orgoglio, con verità, con quell’accento italiano che si è leggermente fuso con lo spagnolo. Ma che ancora resiste, forte, come la nostalgia di chi ha scelto di partire, ma non ha dimenticato da dove viene.
E io, forse, sto davvero per partire.
