L’Estate 2025 ha esordito con un meteo rovente, segnato da un’espansione aggressiva dell’Alta Pressione africana che sta trasformando il mese di Giugno in una fornace. Questa pressione subtropicale si è imposta in modo persistente, bloccando l’alternarsi naturale tra fasi calde e momenti di refrigerio, e portando con sé temperature eccezionalmente elevate in molte zone dell’Europa meridionale.
Ciò che colpisce è l’analogia con le grandi ondate di calore globali già vissute negli ultimi anni: basti pensare alle punte termiche raggiunte in Tunisia, nel sud della Spagna o nella parte interna della Turchia, dove la colonnina di mercurio ha più volte sfiorato i 50 °C. Ora, questo scenario sembra voler ripetersi nel cuore del Mediterraneo, dove la stabilità dell’Anticiclone potrebbe portare a nuovi record.
Un blocco atmosferico che congela ogni variazione
La dinamica meteorologica attuale si sviluppa secondo una configurazione conosciuta come “pattern a omega”, caratterizzata da una struttura di blocco che impedisce l’ingresso di masse d’aria più fresche dall’Atlantico. Il risultato è un cielo spesso sereno, temperature in continua ascesa e un’umidità crescente, che aggrava la percezione del caldo.
Effetti del caldo sulla salute: un rischio crescente
L’intensità dell’ondata di calore in corso colpisce tutti, ma con effetti molto diversi. I soggetti anziani, le persone affette da patologie respiratorie o cardiache e i pazienti con malattie neurologiche risultano particolarmente vulnerabili, soprattutto durante le ore notturne, quando la temperatura non scende e il corpo fatica a recuperare le energie.
Il Ministero della Salute italiano continua ad aggiornare i bollettini relativi alle ondate di calore e raccomanda di limitare le attività nelle ore più calde della giornata. Tuttavia, la realtà quotidiana rende difficile evitare completamente l’esposizione al caldo, e vivere per mesi chiusi in casa, sotto l’effetto continuo dell’aria condizionata, non è sostenibile per molti.
In questo contesto, la parola che domina sia nei pensieri della gente comune che nei modelli meteorologici è refrigerio. La speranza è riposta nelle prime interruzioni della cupola anticiclonica, previste entro la seconda metà di Giugno.
Attese di un primo sollievo a metà Giugno
I principali modelli previsionali a medio termine, come GFS, ICON e ECMWF, mostrano la possibilità di un lieve cedimento dell’Anticiclone africano tra il 15 e il 18 Giugno, che potrebbe favorire una modesta diminuzione delle temperature, specie al Nord Italia. Le massime resterebbero comunque superiori alla norma, ma si potrebbero guadagnare 2-3 gradi in meno, sufficienti a ridurre temporaneamente l’impatto dell’afa.
Una seconda fase potenzialmente più instabile è prevista tra il 25 e il 30 Giugno, quando correnti oceaniche più fresche potrebbero infiltrarsi nel Mediterraneo, generando temporali organizzati e fenomeni convettivi più diffusi, soprattutto sul settentrione e parte del Centro Italia. Tuttavia, la distribuzione dei fenomeni sarà probabilmente disomogenea, lasciando ancora alcune zone senza significativi benefici.
Escalation termica: rischio di nuovi record
Nel periodo compreso tra queste due potenziali “pause” meteo, l’accumulo di calore potrebbe intensificarsi, alimentato da un circolo vizioso in cui l’energia solare assorbita dalla superficie terrestre trova sempre meno possibilità di dispersione.
Le temperature del suolo, già molto elevate, e quelle del mare che stanno iniziando a salire in modo anomalo, potrebbero agire da moltiplicatori termici. Le aree a rischio di superare i 45 °C includono l’entroterra siciliano, la Basilicata interna, la Sardegna centro-meridionale e la Pianura Padana, dove l’umidità atmosferica amplifica la sensazione di sofferenza.
Caldo estremo e resilienza climatica
L’Estate non è più una stagione dal carattere mite e variabile, ma una fase dell’anno in cui l’instabilità meteorologica cede il passo a un caldo persistente, amplificato da fattori antropici e naturali. L’Anticiclone africano non è più una figura passeggera ma un protagonista stabile delle estati italiane e mediterranee, portando con sé effetti a cascata sull’agricoltura, sulla salute pubblica e sulla disponibilità idrica.
Gli scenari previsti dai principali centri di ricerca climatica internazionale, come l’IPCC e la NASA Earth Observatory, convergono sulla necessità di considerare questi episodi meteo estremi non più come eccezioni, ma come elementi strutturali del nuovo clima estivo. Il cambiamento non è più futuro, ma è già realtà, che si misura ogni giorno con la temperatura registrata sotto il sole di Giugno.
