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Mediterraneo subito a rischio TLC? Il possibile sviluppo di un CICLONE simil-tropicale

Luca Martini di Luca Martini
12 Mag 2025 - 12:45
in A La notizia del giorno, A Scelta dalla Redazione, Alla Prima Pagina Meteo, Meteo News
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Un fenomeno raro ma in aumento: i cicloni TLC nel nostro mare

Nel panorama meteorologico del bacino del Mediterraneo, si sente parlare sempre più spesso di TLC, acronimo di Tropical-Like Cyclone, ossia cicloni simil-tropicali. Questi sistemi, che un tempo erano considerati eccezionali, oggi vengono osservati con crescente frequenza, complici i mutamenti climatici e l’aumento della temperatura del mare, in particolare durante le stagioni intermedie come l’autunno o, più raramente, la tarda primavera.

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I TLC sono sistemi ciclonici che si sviluppano in ambienti barici instabili, ma a differenza dei normali cicloni extratropicali, possono presentare caratteristiche tipiche dei cicloni tropicali, come un nucleo caldo e una struttura simmetrica. Si tratta di un ibrido tra ciò che accade nei tropici e ciò che avviene alle nostre latitudini. Un fenomeno affascinante, ma che può essere pericoloso.

 

Come si forma un ciclone simil-tropicale

Affinché un TLC prenda forma, sono necessarie alcune condizioni chiave. La più importante è la temperatura superficiale del mare, che deve superare i 24-26°C: un livello non comune nel Mediterraneo, soprattutto in primavera, ma sempre più raggiunto tra fine estate e inizio autunno. Quando una bassa pressione si instaura in un’area del mare particolarmente calda, può innescarsi una spirale ciclonica che si autoalimenta grazie all’energia rilasciata dalla superficie marina.

Dal punto di vista didattico, è utile pensare al TLC come a una “macchina termica” che funziona finché trova il suo carburante: l’evaporazione marina. Questa alimentazione permette al sistema di rafforzarsi rapidamente, generando venti molto forti, piogge torrenziali e, in alcuni casi, anche mareggiate devastanti.

 

Quando e dove colpiscono i TLC nel Mediterraneo

Negli ultimi vent’anni, i casi di TLC nel Mediterraneo sono aumentati. Episodi noti come quelli di Medicane Ianos (2020) o il ciclone Numa (2017) hanno messo in ginocchio Grecia, Italia meridionale e Turchia, causando danni ingenti e, purtroppo, anche vittime. Le aree più vulnerabili sono generalmente quelle comprese tra il Mar Ionio, il Mar Egeo, il Canale di Sicilia e il Mar Libico.

Nel contesto italiano, a essere più spesso colpite sono le regioni del Sud, in particolare Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata. Qui, la morfologia del territorio, le condizioni orografiche e la vicinanza con masse d’acqua profonde possono amplificare gli effetti dei TLC.

 

Il ruolo del cambiamento climatico nell’aumento dei TLC

Una delle domande più frequenti riguarda il legame tra cambiamento climatico e frequenza dei TLC. Gli studi più recenti indicano che il riscaldamento delle acque marine sta modificando l’energia disponibile per questi sistemi, rendendo più probabili le condizioni necessarie alla loro formazione. Sebbene i TLC restino fenomeni rari nel Mediterraneo, il loro numero è lievemente in crescita, e con essi anche il rischio di eventi meteo estremi.

Questi cicloni, pur essendo meno intensi dei veri uragani tropicali, possono colpire aree densamente popolate e poco preparate, con un impatto importante su infrastrutture, agricoltura e ecosistemi costieri.

 

Meteo e sicurezza: cosa fare in caso di allerta per TLC

Quando le autorità meteo segnalano il rischio di un TLC, è fondamentale seguire con attenzione le comunicazioni ufficiali, evitare spostamenti nelle aree costiere e, se possibile, mettere in sicurezza abitazioni e veicoli. Il pericolo principale non sono solo le raffiche di vento, ma anche le piogge intense e le inondazioni improvvise, che possono manifestarsi in pochi minuti con esiti devastanti.

 

Il ciclone del 14-15 maggio

Il ciclone che si svilupperà tra il Nord Africa e la Sicilia e che impatterà fortemente sul Sud Italia a metà di questa settimana, probabilmente non si svilupperà come TLC, in quanto le acque del Mediterraneo in primavera non sono sufficientemente calde per permettere la formazione di questi sistemi convettivi simil-tropicali. Tuttavia, c’è ancora un margine d’incertezza, per cui sarà fondamentale seguire l’evoluzione meteo del sistema ciclonico in formazione.

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