L’estate è iniziata precocemente, e con essa si riaffaccia uno scenario climatico ormai familiare, un copione già scritto negli anni più recenti, eppure ogni volta più intenso e meno prevedibile. Il meteo di GIUGNO 2025 conferma quanto temuto: il caldo tornerà con nuove bolle di calore nordafricane, con temperature che potrebbero superare i 40°C in SARDEGNA e i 35°C in molte zone del NORD ITALIA. Ma il cielo non sarà sempre sereno: temporali violenti faranno la loro comparsa al Nord, rievocando le crisi estive che alternano calura opprimente e fenomeni estremi.
I modelli previsionali parlano chiaro: la prima decade di GIUGNO vedrà una nuova espansione dell’alta pressione africana dal deserto algerino verso l’ITALIA, portando un’impronta termica che ricorda il 2017 e il 1983. Due estati che hanno segnato la storia meteo del Mediterraneo per la persistenza e l’intensità dell’afa, con valori al limite della sopportazione.
Durante quelle stagioni, l’aria bollente proveniente dal Sahara colpì con ondate di calore record, facendo registrare temperature sopra i 45°C in molte zone del SUD EUROPA. Oggi, la SARDEGNA sembra essere di nuovo al centro del mirino climatico, pronta a sfidare nuovi limiti termici.
Come non ricordare il 24 LUGLIO 2023, quando la stazione meteo dell’aeroporto di Olbia Costa Smeralda registrò un record assoluto di 47°C, mai toccato prima nella città gallurese. In quella stessa giornata, altre stazioni in SARDEGNA segnarono 48°C, e in diversi centri urbani si superarono i 45°C. Un’ondata simile a quella dell’11 AGOSTO 2021, quando a Siracusa, presso la stazione SIAS in contrada Monasteri, si toccarono 48,8°C, valore che resta tuttora il record europeo ufficiale.
In quel caso, si trattava di un picco localizzato. In SARDEGNA, invece, il calore del LUGLIO 2023 fu diffuso e simultaneo, un fenomeno comparabile alla devastante ondata di LUGLIO-AGOSTO 1983, che durò oltre due settimane, favorendo immani incendi.
Le altissime pressioni atmosferiche, responsabili delle heat dome, generano geopotenziali elevatissimi. Questo significa che la massa d’aria viene compressa nei bassi strati, surriscaldandosi ulteriormente. La ventilazione locale, specie se discendente dai rilievi, aggrava la situazione, spingendo le temperature ancora più in alto.
È un processo ben noto alla scienza meteorologica, studiato a fondo e spiegato da enti come la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e il Copernicus Climate Change Service (C3S). Eventi meteo rari, ma sempre meno eccezionali, visto il continuo aumento della temperatura globale.
Secondo l’ultimo aggiornamento della World Meteorological Organization (WMO), c’è l’86% di probabilità che entro il 2029 la temperatura media globale superi, anche solo temporaneamente, la soglia critica di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Ancora più inquietante è la previsione di una media quinquennale (2025-2029) oltre questo limite nel 70% dei casi.
Un incremento che, seppur “solo” di +0,5°C nel giro di pochi anni, potrebbe risultare devastante per il bacino del MEDITERRANEO, dove il riscaldamento si manifesta con ondate di calore sempre più feroci, siccità estreme, e nuovi record termici.
Non solo ITALIA. Dati scientifici confermano che aree come la GRECIA, la TURCHIA, e il SUD DELLA SPAGNA sono sempre più vulnerabili agli assalti termici provenienti dai deserti circostanti. Basti ricordare i quasi 49°C sfiorati nei pressi di ATENE e i record spagnoli di temperature superiori ai 48°C.
In queste regioni, la scarsità di dati storici rende difficile una valutazione completa, ma gli esperti del Centro Europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) e dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) lanciano segnali d’allarme continui, parlando apertamente di possibili picchi futuri oltre i 50°C.
In questo contesto, l’estate 2025 si annuncia come un déjà-vu climatico, ma con tinte più accese e contorni più drammatici. Nessuno oggi può prevedere con esattezza l’evoluzione dei prossimi mesi, ma le premesse meteo ci parlano di un’estate da primato, sia in termini di caldo, sia per l’instabilità atmosferica al Nord, che potrebbe riportare scenari simili a quelli del 2014, quando si parlò quasi di un anno senza estate per l’ITALIA settentrionale.
In parallelo, le estati caldissimedel 2017, 2021 e 2023, sembrano aver tracciato una rotta pericolosa, sempre più verso picchi termici di 50°C.
Fonti: WMO, Copernicus Climate, NOAA, IPCC, ECMWF
