Questo afflusso di aria gelida, previsto da diversi giorni, affonderà da Nord-Est, portando con sé venti forti e un sensibile abbassamento della colonnina di mercurio.
Il nucleo più freddo dell’irruzione proviene direttamente dalle gelide regioni della Finlandia e, al momento, si trova in transito sulla Polonia. Nelle prime ore di domani, questa massa d’aria artica aggirerà l’arco alpino, scivolando lungo il suo bordo orientale, per poi fare irruzione nella Pianura Padana e nel resto della penisola sospinta da intensi venti di bora e grecale.
Le raffiche, che si intensificheranno nella tarda mattinata, potranno raggiungere velocità comprese tra i 60 e gli 80 km/h, contribuendo a una percezione del freddo ancora più marcata.
Oltre all’abbassamento termico, che sarà piuttosto deciso rispetto alle giornate precedenti, l’arrivo dell’aria fredda sarà accompagnato da rovesci improvvisi, anche temporaleschi, e nevicate che potrebbero spingersi fino a quote collinari, specialmente nelle aree del versante adriatico e dell’Italia centrale.
Un cambiamento repentino, tanto più sorprendente quanto si inserisce in un contesto stagionale ormai proiettato verso la primavera. Ma qual è il motore atmosferico dietro questo drastico peggioramento?
La risposta va cercata nei livelli più alti dell’atmosfera, dove nelle ultime settimane si è verificato un fenomeno noto come Stratwarming, ovvero un riscaldamento improvviso della stratosfera sopra le regioni polari.
In questi eventi, le temperature nella stratosfera possono aumentare anche di 40-50°C in pochi giorni, destabilizzando il cosiddetto Vortice Polare, la struttura ciclonica che normalmente trattiene le masse di aria fredda intorno all’Artico.
In seguito a questo forte riscaldamento, il vortice si è frammentato, perdendo compattezza e dando origine a flussi di aria gelida che si sono riversati verso sud, raggiungendo dapprima l’Europa orientale e, successivamente, anche le latitudini più basse del continente.
Il quadro sinottico è stato ulteriormente influenzato dalla presenza di un robusto campo anticiclonico sull’Atlantico settentrionale, che ha agito come una sorta di diga, bloccando il flusso zonale delle perturbazioni e obbligando l’aria fredda a seguire una traiettoria meridiana, cioè da nord verso sud.
Questo tipo di configurazione, nonostante sia più frequente nei mesi pienamente invernali, può ancora manifestarsi nel cuore della primavera, specialmente quando dinamiche stratosferiche e troposferiche interagiscono in modo marcato, come in questo caso.
L’irruzione artica in arrivo è dunque il risultato di un complesso gioco di forze atmosferiche che, partendo da migliaia di metri di altezza, si traducono in fenomeni meteorologici tangibili e, talvolta, estremi.
L’Italia si troverà dunque sotto l’influenza diretta di questa massa d’aria fredda almeno per qualche giorno, con condizioni climatiche più simili a quelle di febbraio che non ad aprile.
Un episodio che ci ricorda quanto la meteorologia possa ancora sorprendere, soprattutto quando i grandi equilibri atmosferici dell’emisfero settentrionale vengono messi in discussione da eventi meteo eccezionali come il riscaldamento improvviso della stratosfera.
