Temperature oceaniche in rapido aumento
Gli oceani sono tra i protagonisti più colpiti dal cambiamento climatico, registrando un aumento costante delle temperature che sta sconvolgendo l’equilibrio globale. Dal 1900 al 2019, la temperatura media della superficie marina è cresciuta di 0,062°C per decennio, ma il dato più allarmante è l’accelerazione registrata negli ultimi anni: tra il 2010 e il 2019, la velocità di riscaldamento è salita a 0,280°C per decennio, un valore 4,5 volte superiore rispetto alla media storica.
Parallelamente, il contenuto di calore oceanico nei primi 2.000 metri di profondità è aumentato in modo significativo, con una crescita che si è raddoppiata nell’ultimo decennio. Questo eccesso di energia accumulata negli strati profondi degli oceani ha conseguenze dirette sull’intensità degli uragani, sull’innalzamento del livello del mare e sulla circolazione delle correnti marine.
Acidificazione e perdita di ossigeno: ecosistemi marini a rischio
Oltre al riscaldamento, gli oceani stanno affrontando un altro problema critico: l’acidificazione. Il pH oceanico è sceso da 8,2 a 8,1 dall’inizio della Rivoluzione Industriale, a causa dell’assorbimento di enormi quantità di CO₂ atmosferica. Le proiezioni indicano che, entro il 2100, il pH potrebbe diminuire fino a 0,4 unità, compromettendo la capacità di organismi come coralli, molluschi e plancton di costruire le proprie strutture calcaree.
Un altro allarme riguarda la riduzione dell’ossigeno disciolto negli oceani. Negli ultimi 50 anni, i livelli sono calati del 2%, con una perdita stimata di 4,8 petamoli. Questo fenomeno è legato al riscaldamento delle acque superficiali, che riduce la solubilità dell’ossigeno e altera la circolazione marina, creando zone di ipossia, aree in cui la carenza di ossigeno minaccia interi ecosistemi marini.
Ghiacci in rapido declino e livello del mare in crescita
Il ghiaccio marino artico è uno degli indicatori più evidenti del cambiamento climatico. La sua estensione si è ridotta del 13,1% per decennio in estate e del 2,6% per decennio in inverno dal 1979 al 2020. Il dato più impressionante riguarda il volume del ghiaccio, che ha subito una riduzione del 75% nello stesso periodo. Questo fenomeno amplifica il riscaldamento globale a causa della diminuzione dell’effetto albedo, ovvero la capacità dei ghiacci di riflettere la luce solare.
Anche il livello del mare continua a crescere rapidamente. Dal 1993 al 2019, l’innalzamento medio è stato di 3,15 mm all’anno, con un’accelerazione costante. Dal 1900 al 2015, il livello globale è aumentato di 19 cm, di cui il 40% solo dopo il 1993. Questo fenomeno è dovuto sia alla fusione dei ghiacci polari sia all’espansione termica dell’acqua dovuta al riscaldamento.
La circolazione oceanica è sempre più debole
Uno degli elementi più critici per la regolazione del clima globale è la circolazione meridionale atlantica (AMOC), un sistema di correnti marine che influenza le condizioni meteorologiche in Europa, Africa e America. Attualmente, l’AMOC è ai suoi livelli più bassi degli ultimi secoli, e il suo continuo rallentamento potrebbe avere conseguenze drammatiche: inverni più rigidi in Europa, alterazioni nei monsoni e cambiamenti nella distribuzione delle precipitazioni a livello globale.
Le tendenze nel Mediterraneo e nei mari europei
Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire anche nei mari regionali. Tra il 1993 e il 2019, la temperatura della superficie marina è aumentata a ritmi impressionanti: +0,37°C per decennio nel Mediterraneo; +0,71°C per decennio nel Mar Nero; +0,28°C per decennio nel Mar Baltico.
Anche il livello del mare è aumentato significativamente: 2,5 mm/anno nel Mediterraneo, 1,9 mm/anno nel Mar Nero e 4,2 mm/anno nel Baltico.
Un oceano in sofferenza: conseguenze globali
L’insieme di questi sette indicatori dimostra che gli oceani stanno subendo cambiamenti senza precedenti, con effetti a catena su tutto il sistema climatico terrestre. L’aumento delle temperature, la diminuzione dell’ossigeno, la riduzione del pH e la scomparsa dei ghiacci stanno alterando profondamente gli ecosistemi marini, con conseguenze anche per le comunità costiere e la sicurezza alimentare globale.
Gli eventi meteorologici estremi, come uragani più intensi, ondate di calore marine e precipitazioni estreme, sono sempre più legati a questi mutamenti. La crescente instabilità del meteo globale è un chiaro segnale che le alterazioni degli oceani non sono più fenomeni lontani, ma realtà con impatti diretti sulla vita quotidiana.
