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Yellowstone: migliaia di cervi bloccano la strada. Inquietudine

Gianfranco De Agostini di Gianfranco De Agostini
29 Mar 2025 - 17:40
in A La notizia del giorno, A Scelta dalla Redazione, Fantascienza
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Yellowstone, Luglio 2080. La giornata era iniziata come tante altre tra le distese verdi del Parco Nazionale di Yellowstone, tra Wyoming, Montana e Idaho, sotto un cielo limpido e il profumo resinoso dei pini. Ma alle 7:43 del mattino, l’aria si è fatta elettrica, le foglie hanno iniziato a vibrare, i cervi hanno bloccato Highway 191, immobili, come se percepissero ciò che stava per accadere. In pochi minuti, un’esplosione ha squarciato il silenzio della natura: un’eruzione improvvisa ha dato inizio a una delle giornate più drammatiche del XXI secolo.

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Questo è un racconto di pura fantasia creato dall’autore per la “rubrica di Fantascienza”. 

 

Una nube a fungo, simile a una detonazione nucleare, si è alzata all’improvviso, accompagnata da un lampo accecante che ha illuminato la zona per chilometri. Il terreno ha tremato con forza, mentre una colonna di cenere e gas si sollevava nell’atmosfera con potenza terrificante. Le immagini satellitari hanno immortalato la scena: un getto incandescente di oltre 20 chilometri di altezza ha oscurato il sole sopra il bacino centrale del parco. Le reti televisive di tutto il mondo hanno immediatamente interrotto la programmazione, trasmettendo in diretta i filmati amatoriali e i dati dei sismografi.

CNN, BBC, NHK, RAI, France 24: tutte le emittenti internazionali hanno acceso i riflettori sul cuore del Midwest statunitense, temendo il peggio. La parola più temuta è tornata a riecheggiare: supervulcano.

 

Che cos’è un supervulcano

A differenza dei vulcani convenzionali, che si manifestano con coni montuosi ben visibili, i supervulcani sono caldere enormi, fratture profonde nella crosta terrestre, capaci di produrre eruzioni mille volte più potenti di quelle normali. Non hanno bisogno di accumulare coni o lava: sono gigantesche camere magmatiche sotterranee, pronte a liberare un’energia catastrofica.

Yellowstone è uno dei più grandi supervulcani al mondo. La sua caldera attuale misura circa 55 chilometri per 72, e sotto di essa giace un’enorme riserva magmatica, larga quasi 90 chilometri e profonda decine di chilometri. In tempi geologici, questo tipo di eruzione accade raramente, ma quando si verifica, modifica il clima del pianeta, riscrive la geografia e mina la sopravvivenza delle specie.

 

Eruzioni passate nello Yellowstone

L’attività del supervulcano di Yellowstone non è una novità per i geologi. Negli ultimi 2,1 milioni di anni, si sono registrate tre eruzioni catastrofiche:

Nel super evento di Huckleberry Ridge, avvenuto circa 2,1 milioni di anni fa, furono emessi oltre 2.500 chilometri cubi di materiale piroclastico. L’esplosione oscurò il cielo del pianeta per anni, raffreddando il clima globale e modificando l’ecosistema nordamericano.

Circa 1,3 milioni di anni fa, l’eruzione di Mesa Falls fu meno intensa ma comunque devastante: circa 280 chilometri cubi di cenere vennero sparsi in tutte le direzioni, ricoprendo gran parte dell’attuale Midwest.

La più recente, avvenuta 640.000 anni fa, nota come l’eruzione di Lava Creek, fu la più studiata: liberò più di 1.000 chilometri cubi di materiale vulcanico e lasciò una caldera visibile ancora oggi.

 

L’eruzione del 2080: panico e sospetti

Tuttavia, l’evento del 17 luglio 2080 non è stato una di queste apocalissi. Gli esperti lo hanno definito un’eruzione laterale minore, avvenuta lungo una delle fratture secondarie dell’enorme sistema vulcanico. Il cratere apertosi nel Basin Geyser Field, vicino a Norris Geyser Basin, ha emesso cenere, gas solforosi e vapore, coprendo l’intera area circostante e causando l’evacuazione immediata di oltre 50.000 visitatori e residenti temporanei del parco.

La paura però non nasce solo dalla forza di questo singolo evento. La sua posizione, la profondità del sisma che l’ha preceduta, e il tipo di magma analizzato dai campioni atmosferici hanno fatto scattare gli allarmi: la camera magmatica principale è attiva, e i segnali di pressione stanno aumentando.

I cervi, gli orsi, i lupi e persino gli uccelli migratori hanno mostrato comportamenti insoliti nei giorni precedenti. I sistemi GPS hanno registrato rigonfiamenti del suolo nell’area occidentale del parco, mentre i geologi del USGS hanno rilevato una serie di sciami sismici mai osservati prima, con oltre 700 microscosse in 48 ore.

 

Un vulcano che “parla”

Yellowstone sta comunicando. Le sue centinaia di sorgenti termali, i geyser e le fumarole non sono solo attrazioni turistiche, ma valvole di sfogo naturali per un sistema sotto tensione. Il celebre Old Faithful ha interrotto il suo ritmo regolare, mentre nuovi getti di acqua bollente si sono aperti vicino a West Thumb e Mud Volcano.

I sensori di temperatura hanno registrato incrementi di oltre 8 °C nella falda acquifera sotterranea, e i livelli di gas solforico e diossido di carbonio sono triplicati in poche settimane. Gli scienziati parlano di un sistema instabile, che sta cercando un equilibrio ma che potrebbe fallire.

La paura principale non è l’eruzione già avvenuta, ma quella che potrebbe arrivare. Gli studiosi avvertono: “Questo non è il supervulcano, ma un segnale inequivocabile che ci siamo vicini.”

 

Il Mondo osserva con il fiato sospeso

Nel frattempo, le autorità statunitensi hanno dichiarato lo stato di emergenza federale nei tre stati coinvolti. Le scuole sono chiuse, le autostrade sono presidiate dalla Guardia Nazionale, e l’aeroporto di Jackson Hole è stato convertito in base logistica per i mezzi di soccorso. I voli civili sono stati cancellati per evitare i motori degli aerei vengano danneggiati dalle microparticelle vulcaniche.

Nel resto del mondo, i governi stanno attivando le unità di crisi. L’Europa, memore delle eruzioni islandesi del XXI secolo, ha chiesto aggiornamenti in tempo reale alla NOAA e all’USGS. In Cina, Russia e Brasile le borse hanno avuto un crollo temporaneo, temendo ripercussioni sulle esportazioni agricole statunitensi, già colpite dal blocco delle rotte e dal possibile calo di temperatura che potrebbe compromettere i raccolti.

 

Yellowstone, il gigante addormentato

Yellowstone, oggi, è sorvegliato come mai prima. Decine di nuovi sismografi, droni geotermici e satelliti specializzati stanno raccogliendo ogni millisecondo dati sulla pressione, sulla viscosità del magma e sull’analisi chimica delle esalazioni.

Ma il vulcano resta silenzioso. O quasi. Ogni ora, il terreno vibra appena, come un respiro trattenuto. Gli animali restano lontani dalle zone più calde. I ranger si muovono con equipaggiamento protettivo. E nel cielo sopra la Grande Caldera, i riflessi del sole si mischiano ancora alla polvere vulcanica sospesa, creando un alone surreale.

Il supervulcano non ha ancora parlato con tutta la sua voce. Ma l’umanità ha capito il messaggio: Yellowstone è vivo. E potrebbe, in qualsiasi momento, cambiare la storia del pianeta.

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