Quando Los Angeles riscoprì le stelle: il blackout del 1994 e la sorpresa della Via Lattea
Nel cuore della notte del 17 gennaio 1994, un blackout improvviso gettò Los Angeles in un’oscurità totale, regalando ai suoi abitanti uno spettacolo celeste dimenticato: la Via Lattea. Il fenomeno, scatenato dal potente terremoto di Northridge di magnitudo 6,7, colse di sorpresa migliaia di residenti, abituati a un cielo costantemente velato dall’inquinamento luminoso.
Il terremoto di Northridge e il blackout che spense la città
Alle 4:31 del mattino, la terra tremò con una forza devastante, causando danni estesi e un collasso della rete elettrica. Nel giro di pochi istanti, Los Angeles, una delle città più luminose del mondo, si ritrovò completamente immersa nel buio. Senza l’interferenza delle luci artificiali, il cielo rivelò uno spettacolo straordinario: miliardi di stelle e la fitta fascia luminosa della nostra galassia, normalmente invisibile.
Il panico dei cittadini e le chiamate d’emergenza
Abituati a un cielo notturno offuscato dal bagliore artificiale, molti abitanti rimasero sbalorditi da quella visione inaspettata. Alcuni, però, non riconobbero il fenomeno e, temendo che fosse collegato al terremoto, inondarono di chiamate i centralini del 911 e dell’Osservatorio Griffith. Segnalavano con preoccupazione una “strana nube argentea” sospesa nel cielo. In realtà, non era altro che la Via Lattea, riapparsa sopra la città dopo decenni di oblio.
L’inquinamento luminoso e il cielo “cancellato” di Los Angeles
In condizioni normali, la Via Lattea è completamente invisibile sopra Los Angeles, soffocata da un perenne bagliore arancione-grigiastro generato da lampioni, insegne al neon e fari delle automobili. Questo effetto, noto come skyglow, riduce drasticamente il contrasto del cielo, rendendo impossibile distinguere le stelle più deboli. Oltre alla luce artificiale, anche lo smog, l’umidità e le polveri sottili amplificano la dispersione luminosa, creando una vera e propria cupola artificiale che oscura il firmamento.
Un problema globale: il cielo scomparso nelle grandi città
L’episodio di Los Angeles 1994 è diventato emblematico, ma non è un caso isolato. Secondo studi recenti, circa l’80% della popolazione mondiale vive sotto cieli inquinati dalla luce e un terzo dell’umanità non può più vedere la Via Lattea. Nelle grandi metropoli del Nord America e dell’Europa occidentale, il problema è ancora più grave: per milioni di persone, il cielo stellato è ormai un ricordo del passato.
Nel corso degli anni, alcune città hanno adottato regolamenti per limitare l’inquinamento luminoso. Flagstaff (Arizona) è stata la prima a introdurre leggi sull’illuminazione già nel 1958, seguita da Tucson nel 1972. In Europa, la Francia ha imposto restrizioni sulle luci notturne per proteggere il cielo e ridurre i consumi energetici.
Eredità di quel lontano blackout: riscoprire il cielo
Il blackout di Los Angeles 1994 resta un caso unico nella storia moderna: un raro momento in cui la città tra le più luminose del mondo ha potuto riabbracciare il suo cielo naturale. L’evento ha contribuito ad aumentare la consapevolezza sull’inquinamento luminoso, dando impulso a iniziative come le “Notti senza luci” e la creazione di riserve di cielo buio per preservare il patrimonio stellare.
Quella notte, per la prima volta dopo decenni, Los Angeles ha scoperto cosa si nasconde dietro la sua coltre artificiale: un universo infinito, sempre lì, in attesa di essere visto di nuovo.
