Le più recenti proiezioni modellistiche indicano, infatti, la possibilità di un afflusso di aria fredda proveniente dall’Europa orientale, con un conseguente calo delle temperature e l’aumento del rischio di precipitazioni nevose fino a quote relativamente basse.
Sebbene sia ancora prematuro delineare con esattezza le aree maggiormente coinvolte, la tendenza generale suggerisce un’evoluzione meteorologica più vicina ai canoni tipici della stagione invernale.
Il mutamento del quadro sinottico sarà determinato da un blocco della circolazione occidentale, che impedirà alle miti correnti atlantiche di raggiungere la nostra Penisola.
La formazione di un vasto ponte anticiclonico tra l’anticiclone delle Azzorre e un’area di alta pressione posizionata sul nord-est europeo favorirà la discesa di masse d’aria più fredde da est, le quali inizieranno a penetrare gradualmente sull’Italia a partire dal 5-6 febbraio. Questo flusso orientale diventerà via via più incisivo, sostituendo definitivamente le condizioni di stabilità atmosferica con un contesto più dinamico e invernale.
Uno degli aspetti più rilevanti di questa evoluzione sarà il marcato abbassamento delle temperature, con isoterme a 1500 metri che scenderanno sotto lo zero su gran parte del territorio italiano. In alcune zone, specialmente sul settore centro-orientale delle Alpi, i valori potrebbero raggiungere punte di -8°C, segnando un’anomalia termica negativa rispetto alle medie del periodo.
Il contrasto tra l’aria fredda in arrivo e la maggiore mitezza delle acque del Mediterraneo potrebbe inoltre innescare la formazione di sistemi nuvolosi capaci di generare precipitazioni nevose, soprattutto nelle regioni settentrionali e lungo il versante adriatico.
Sebbene sia ancora presto per definire con precisione le località più esposte, l’ipotesi di nevicate a bassa quota appare plausibile in alcune aree della Pianura Padana e lungo le zone interne del Centro-Sud, laddove il raffreddamento dell’aria sarà sufficiente a garantire condizioni favorevoli alla trasformazione delle precipitazioni in neve. Tuttavia, data la distanza temporale dell’evento, sarà necessario attendere ulteriori aggiornamenti per confermare la reale intensità dell’ondata di freddo e la sua distribuzione meteo sul territorio nazionale.
