Le correnti occidentali, alimentate da un’accelerazione del flusso in uscita dal Canada, giocheranno un ruolo cruciale in questo scenario, dominando il contesto meteorologico per un periodo prolungato, potenzialmente fino alla prima decade di febbraio.
Secondo le proiezioni attuali, il freddo intenso e le tipiche ondate gelide invernali saranno assenti, sostituite da un clima più dinamico e meno rigido.
Le correnti occidentali, che caratterizzeranno questa fase, tenderanno a scorrere a una latitudine più bassa, favorendo un’alternanza di periodi instabili e momenti di relativa tregua. In questo contesto, si prevedono precipitazioni intermittenti che interesseranno principalmente il Nord Italia e le regioni tirreniche, con nevicate che rimarranno confinate alle medie quote delle Alpi, tipicamente tra i 1200 e i 1500 metri.
Episodi di instabilità potrebbero già verificarsi durante la settimana del 20-26 gennaio, con passaggi depressionari che porteranno piogge temporanee al Nord e sulla Toscana, ma senza fenomeni di rilevanza invernale.
L’assenza di condizioni tipicamente invernali è legata a diversi fattori: non si osservano né anticicloni di blocco né ingressi di masse d’aria fredda o gelida. Inoltre, il flusso delle correnti atmosferiche non presenta le ondulazioni necessarie per generare significativi sbalzi termici o episodi di freddo intenso.
Questa configurazione lascia poco spazio a eventi invernali significativi sia sull’Italia che sul resto del continente europeo, suggerendo che l’inverno resterà in una condizione di stallo per un periodo considerevole.
L’eventualità di una rimonta anticiclonica più marcata potrebbe portare al ritorno delle nebbie nelle pianure del Nord Italia, un fenomeno associato a un freddo umido, ma privo delle caratteristiche di un vero clima invernale.
Anche nel caso di un incremento dell’attività perturbata, con il passaggio di fronti più incisivi, gli effetti sarebbero comunque limitati a fenomeni organizzati, come piogge più intense e nevicate sugli Appennini e sulle Alpi, ma sempre a quote medio-alte. In nessuno scenario attualmente previsto si intravede un abbassamento delle temperature tale da riportare condizioni gelide.
Questa situazione riflette la forza del vortice polare e del flusso occidentale, che impediscono la formazione di configurazioni bariche favorevoli al freddo. Solo con un progressivo rallentamento della corrente a getto, previsto più avanti nella stagione, si potrebbe aprire la strada a cambiamenti significativi.
Per ora, tuttavia, l’inverno sembra essere destinato a restare ai margini, sostituito da un contesto climatico più autunnale, dominato da variabilità, temperature miti e fenomeni meteo prevalentemente moderati.
