La produzione alimentare è responsabile di circa un quarto delle emissioni di gas serra causate dall’uomo. Questo impatto ambientale deriva da molteplici fonti: dai trattori alimentati a combustibili fossili, alla produzione di fertilizzanti chimici, fino alla digestione degli animali da allevamento. Tuttavia, esistono alimenti che non solo riducono le emissioni, ma riescono addirittura ad assorbire il carbonio dall’atmosfera. Questi cibi, definiti “carbon-negative”, hanno il potenziale di migliorare il clima anziché peggiorarlo.
Come i cibi a carbonio negativo migliorano il clima
Le piante, durante il loro processo di crescita, assorbono naturalmente anidride carbonica (CO₂) dall’atmosfera. Tuttavia, quando vengono consumate, la CO₂ torna nell’ambiente attraverso il metabolismo umano o animale. Per essere veramente efficaci nel contrastare il cambiamento climatico, è necessario che il carbonio rimanga intrappolato permanentemente, ad esempio nel suolo, nelle foreste o negli oceani.
Determinati alimenti e pratiche agricole possono effettivamente contribuire a stoccare il carbonio per lunghi periodi. Implementare questi sistemi nella produzione alimentare potrebbe rappresentare una soluzione innovativa per ridurre il nostro impatto climatico.
Alghe: un alimento marino sostenibile
Le alghe e altre macroalghe sono note per la loro capacità di assorbire CO₂ durante la crescita. Una parte del carbonio catturato dalle alghe viene trasferito nelle profondità oceaniche quando i residui delle piante affondano, contribuendo così a stoccare il carbonio a lungo termine.
Perché i cibi a base di alghe siano realmente a carbonio negativo, è fondamentale che la loro filiera produttiva sia estremamente efficiente, limitando trasporti, imballaggi e lavorazioni. Le alghe locali rappresentano un’opzione valida in questo senso. Inoltre, l’acquisto di alghe potrebbe incentivare la ricostituzione delle foreste marine distrutte, offrendo un ulteriore vantaggio ecologico.
Batteri che ossidano il metano
Un’altra categoria emergente di cibi sostenibili deriva dai batteri ossidanti del metano. Questi microrganismi consumano metano, un gas serra molto più potente della CO₂, trasformandolo in quest’ultima. Sebbene il processo liberi CO₂ durante il metabolismo umano, la conversione iniziale da metano a anidride carbonica rappresenta una significativa riduzione dell’impatto climatico.
Alcune startup, come Solar Foods in Finlandia, stanno già utilizzando proteine batteriche per creare alimenti innovativi, come un gelato lanciato a Singapore nel 2023. Questi sviluppi dimostrano che i prodotti derivati dai batteri potrebbero diventare una realtà commerciale nei prossimi anni.
Noci, olive e agrumi: alberi che immagazzinano carbonio
Gli alberi utilizzati per coltivare noci, olive e agrumi assorbono CO₂ durante la loro crescita, contribuendo a ridurre la concentrazione di gas serra nell’atmosfera. Questo carbonio rimane intrappolato finché l’albero è in vita. Se, a fine ciclo, gli alberi vengono utilizzati per produrre legno durevole, il carbonio può restare immagazzinato per decenni.
Agricoltura rigenerativa: un modello sostenibile
L’agricoltura rigenerativa include pratiche come il non aratro, la semina di siepi e l’incremento della copertura vegetale, che migliorano la salute del suolo e ne aumentano la capacità di stoccaggio del carbonio. Ad esempio, l’azienda britannica Wildfarmed ha riportato che ogni chilogrammo di grano prodotto dai suoi coltivatori rimuove 1,5 kg di CO₂ dall’atmosfera.
Nonostante ciò, le pratiche rigenerative non sono sempre sufficienti per rendere i prodotti ad alta emissione, come la carne bovina, completamente a carbonio negativo. Alcuni allevamenti certificati hanno ottenuto emissioni negative, ma a costo di enormi superfici di terreno utilizzate, un modello insostenibile su larga scala.
L’importanza di etichette di carbonio
Identificare i cibi a carbonio negativo sul mercato non è facile, ma iniziative come l’etichettatura del carbonio stanno guadagnando terreno. In Francia, il governo sta lavorando a un sistema di etichettatura nazionale, mentre in Nuova Zelanda le aziende agricole sono tenute a monitorare le loro emissioni. Una volta implementati questi schemi, sarà più semplice scegliere alimenti con un impatto positivo sul clima.
Strategie per risparmiare terra e ridurre emissioni
Oltre ai cibi a carbonio negativo, è cruciale adottare strategie che riducano l’utilizzo di terreni agricoli. Gli alimenti vegetali, come legumi e tofu, utilizzano una quantità significativamente inferiore di terreno rispetto alla carne bovina. Ad esempio, per produrre 100 g di proteine, la carne richiede circa 100 m² di terra, mentre i legumi ne richiedono solo 5 m².
Una transizione verso una dieta più plant-based potrebbe liberare miliardi di ettari di terra, permettendo la ricrescita di foreste e praterie naturali. Questo processo, a sua volta, rimuoverebbe una quantità significativa di CO₂ dall’atmosfera, trasformando radicalmente il nostro pianeta.
Verso un futuro alimentare sostenibile
Integrare cibi a carbonio negativo e pratiche agricole sostenibili rappresenta una sfida complessa ma necessaria per combattere il cambiamento climatico. Attraverso innovazioni tecnologiche, etichettature trasparenti e una maggiore consapevolezza, possiamo fare scelte alimentari che non solo riducano il nostro impatto, ma contribuiscano attivamente a invertire la crisi climatica.
