Dicembre si preannuncia come un mese estremamente dinamico per l’Italia, caratterizzato da frequenti ondate di freddo provenienti dal Circolo Polare Artico. La configurazione atmosferica responsabile di questo scenario potrebbe derivare da un assetto sinottico particolare, dominato da un forte blocco anticiclonico sul Nord Atlantico e da un’anomalia di geopotenziale negativa sull’Europa centrale e meridionale. Questo assetto configurerebbe una marcata discesa di aria fredda di origine polare e artica, con implicazioni dirette sul quadro meteorologico della penisola.
Alla base di questa dinamica potrebbe esserci una combinazione di fattori. Un vortice polare disturbato o frammentato, spesso associato a un indebolimento della corrente a getto, favorirebbe lo sviluppo di onde planetarie più ampie. Queste onde permetterebbero all’anticiclone delle Azzorre di spingersi verso nord, fino a raggiungere latitudini molto elevate, come l’area della Groenlandia o addirittura l’Artico canadese. Una simile configurazione, nota come “pattern a blocco”, è tipica delle fasi invernali più dinamiche e può innescare un’intensa attività depressionaria sull’Europa meridionale.
Con l’Italia situata lungo il bordo orientale del blocco anticiclonico, verrebbe a trovarsi in una posizione ideale per ricevere ripetuti impulsi di aria fredda. Le masse d’aria artiche, scorrendo sopra i mari ancora relativamente caldi del Mediterraneo, innescherebbero una ciclogenesi esplosiva, generando sistemi depressionari particolarmente attivi. Tali depressioni sarebbero responsabili di fenomeni meteo intensi, con precipitazioni abbondanti, nevicate a bassa quota e, in alcuni casi, fino in pianura.
La combinazione di aria fredda e mari caldi amplificherebbe anche i contrasti termici, favorendo la formazione di temporali nevosi, specialmente lungo i versanti esposti alle correnti settentrionali. Le regioni adriatiche e il Sud Italia sarebbero particolarmente colpite, con nevicate significative fin sulle coste, un fenomeno relativamente raro ma non inedito in condizioni di questo tipo. Anche le regioni del Nord, soprattutto in caso di “cuscinetto freddo” preesistente, potrebbero assistere a nevicate diffuse in pianura, specie durante i passaggi perturbati più organizzati.
Un altro aspetto rilevante riguarda le temperature. Dicembre potrebbe risultare ben al di sotto delle medie climatiche, con frequenti episodi di gelo notturno anche in zone tipicamente miti. Le pianure del Nord e le valli interne del Centro registrerebbero minime significativamente negative, mentre le massime faticherebbero a superare lo zero in presenza di cieli sereni e neve al suolo. Sulle Alpi, il freddo intenso accompagnato da nevicate abbondanti favorirebbe un rapido accumulo di neve, condizione ideale per la stagione sciistica.
Infine, il ripetersi di queste dinamiche potrebbe influenzare anche i bilanci idrici regionali. Le abbondanti precipitazioni associate alle perturbazioni artiche contribuirebbero a colmare eventuali deficit accumulati nei mesi precedenti, ma potrebbero altresì causare criticità idrogeologiche in alcune aree, specie laddove le piogge fossero particolarmente insistenti. Le zone costiere e i bacini fluviali più vulnerabili rischierebbero di trovarsi sotto pressione a causa delle piene improvvise.
Un dicembre così strutturato riporterebbe l’inverno al centro della scena meteorologica italiana, con caratteristiche che lo renderebbero memorabile sia per la frequenza che per l’intensità degli eventi. L’assenza di anticicloni duraturi garantirebbe un mese movimentato e ricco di sorprese, delineando un quadro tipicamente invernale, come non sempre accade negli ultimi anni.