Durante la stagione invernale accade frequentemente che una serie di coincidenze alterino il clima, determinando una situazione meteorologica anomala con una marcata tendenza a registrare temperature insolite. Questo fenomeno si verifica soprattutto in Europa, coinvolgendo anche l’Italia. Si tratta di un evento atmosferico sempre più comune, che si differenzia dal passato perché ha sensibilmente modificato il clima invernale.
In questa circostanza lo abbiamo definito Burian al contrario. Vedremo perché. Per i meno giovani, il Burian è quel vento gelido proveniente dalla Siberia che ogni inverno si faceva sentire almeno una o due volte, o anche più. Occasionalmente generava ondate di gelo imponenti, come quella del 1985, un evento meteorologico storico. Tuttavia, si tende spesso a dimenticare il clima del passato, benché non solo il 1985 sia stato un anno significativo: la memoria collettiva rimane ancorata a quel periodo proprio per le sue conseguenze rilevanti, in particolare nelle aree densamente popolate come il Nord Italia.
Durante l’inverno, le correnti occidentali tendono a predominare per gran parte della stagione, spesso spostandosi verso nord a causa della formazione di un’alta pressione situata appena a ovest delle Isole Britanniche, che ostacola il passaggio delle perturbazioni in Europa. Questa figura meteorologica è nota come alta pressione delle Azzorre o delle Bahamas, e causa siccità ricorrenti invernali soprattutto in Spagna. Ma non solo: tende a ridurre sensibilmente i giorni di neve nella regione alpina, in particolare quella italiana.
Questa situazione è quindi definita anomala, perché il clima medio prevedrebbe nevicate frequenti sulle regioni alpine durante la stagione invernale. Inoltre, sarebbe normale che alcune volte all’anno i venti soffino da nord-est, portando in Italia il Grecale o la Tramontana, entrambi caratterizzati da aria piuttosto fredda che spesso genera nevicate a quote molto basse, talvolta in pianura. Un altro vento freddo è quello proveniente da nord-ovest, il Maestrale, generalmente meno gelido ma che, quando cattura aria fredda da est, circumnaviga le Alpi e si tuffa nel Mediterraneo, colpendo soprattutto la Sardegna e le regioni tirreniche.
Il Burian al contrario non è altro che un insieme di correnti che respingono il vento proveniente da est, dai Monti Urali, riducendo sensibilmente le occasioni di irruzioni di aria fredda siberiana verso l’Europa. Questo fenomeno potrebbe essere legato al cambiamento climatico oppure alle fluttuazioni naturali del clima. In effetti, il cambiamento climatico non dovrebbe alterare radicalmente queste correnti, e il Burian, ovvero il vento da est, dovrebbe continuare a manifestarsi, seppur con minore frequenza. Tuttavia, negli ultimi inverni, abbiamo assistito alla quasi totale assenza di queste correnti fredde.
Inoltre, non dovrebbe essere considerato anomalo vedere la neve sulle Alpi. Siamo ormai a dicembre, all’inizio dell’inverno meteorologico, quando ci si avvicina al picco minimo delle temperature annuali. Sarebbe quindi normale attendersi condizioni ideali per le ondate di gelo e nevicate a bassa quota. Tuttavia, fintanto che persisterà il Burian al contrario, le ondate di gelo resteranno lontane dall’Italia e dall’Europa. Le proiezioni a lungo termine appaiono comunque favorevoli a fenomeni di freddo, ma al momento il Burian non sembra probabile, almeno per le prossime due settimane.
In queste circostanze, è sempre importante, soprattutto durante l’inverno, restare aggiornati attraverso i bollettini meteorologici sia a breve termine che nelle previsioni a lungo termine.
