La siccità, comunemente associata alle regioni aride degli Stati Uniti occidentali, sta emergendo in modo anomalo nella fascia orientale del paese. Nonostante questa zona sia generalmente caratterizzata da un clima più umido, episodi di siccità possono svilupparsi rapidamente quando le condizioni meteorologiche peggiorano. Gli effetti di questo fenomeno sono profondi, equiparabili a quelli che si verificano nelle aree desertiche, anche se le dinamiche climatiche risultano differenti.
L’autunno secco del Nord-Est americano
Nel Nord-Est degli Stati Uniti, l’autunno 2024 ha registrato precipitazioni minime, nonostante un inverno e una primavera eccezionalmente piovosi. Per sei settimane consecutive, le precipitazioni sono state quasi inesistenti, accompagnate da temperature insolitamente alte, che hanno accelerato l’evaporazione e seccato il suolo e la vegetazione. Il professor David Boutt, idrologo presso l’Università del Massachusetts Amherst, ha segnalato che i livelli d’acqua nei corsi fluviali e nei bacini della regione sono scesi di metri rispetto alla media stagionale.
Impatti diretti della siccità sulla popolazione
Gli effetti della siccità si riflettono in modo immediato sulla vita quotidiana. In Connecticut, molti pozzi privati si sono prosciugati, mentre a Philadelphia le autorità monitorano con attenzione il “fronte salino” del fiume Delaware, temendo che l’acqua marina possa invadere e contaminare le riserve di acqua potabile. Anche la città di New York, per la prima volta dopo 22 anni, ha dichiarato un avviso di siccità, invitando i residenti a ridurre volontariamente il consumo idrico.
Dinamiche climatiche dell’Est e impatti inaspettati
Il clima dell’Est si contraddistingue per precipitazioni distribuite uniformemente durante tutto l’anno, rendendo episodi di siccità meno frequenti rispetto al Nord America occidentale, dove inverni aridi e estati calde sono comuni. Tuttavia, una carenza di pioggia prolungata può avere effetti rapidi e gravi, come dimostra l’aumento degli incendi autunnali.
Aumento degli incendi nell’Est
Le fiamme, solitamente associate alle foreste dell’Ovest, hanno colpito aree insolite nell’Est. Quest’autunno, le foglie cadute degli alberi decidui hanno fornito un combustibile ideale per gli incendi boschivi, mentre la mancanza di piogge ha aggravato la situazione. Anche spazi verdi urbani come il Prospect Park a Brooklyn e aree verdi minori a Manhattan sono stati interessati. Michael Gallagher, ecologo del Servizio Forestale degli Stati Uniti, ha spiegato che l’assenza di precipitazioni regolari, che normalmente mitigano il rischio di incendi, sta esacerbando la crisi.
Variabilità climatica e prospettive incerte
Sebbene le temperature autunnali più fresche e le occasionali piogge abbiano temporaneamente limitato i danni, la situazione resta precaria. Le previsioni meteorologiche per l’inverno indicano una leggera tendenza verso temperature sopra la media, ma non vi è certezza sul livello delle precipitazioni, che potrebbero rimanere sotto la norma o eccederla.
Secondo Denise Gutzmer, esperta del Centro Nazionale per la Mitigazione della Siccità, la vulnerabilità della regione orientale agli effetti di una siccità prolungata è aumentata, considerata la crescita della popolazione e delle infrastrutture rispetto al passato. Un episodio prolungato, simile a quello che colpì il New England meridionale negli anni ’60, avrebbe oggi conseguenze decisamente più gravi.
Memoria degli ecosistemi e necessità di gestione idrica
Gli ecosistemi colpiti dalla siccità mostrano una sorta di “memoria”, con suoli, falde acquifere e corsi d’acqua che richiedono mesi, se non anni, per tornare a livelli normali. Boutt ha calcolato che per compensare il deficit attuale nel Nord-Est, sarebbero necessari almeno 250 millimetri di pioggia ben distribuiti nei prossimi mesi.
Crescente variabilità climatica
L’aumento delle temperature globali sta incrementando la frequenza delle oscillazioni tra periodi estremamente piovosi e lunghi intervalli di siccità nel Nord-Est. Questi cicli, che si ripetono con cadenza di due-quattro anni, rappresentano una sfida crescente per la gestione delle risorse idriche e la prevenzione degli incendi boschivi.
Anche se alcune recenti piogge hanno portato un lieve sollievo, gli esperti sottolineano che il rischio di nuovi incendi rimarrà alto, qualora le condizioni asciutte e ventose dovessero ripresentarsi. Le prime gelate invernali e le temperature più rigide potrebbero però ridurre significativamente il pericolo di fiamme durante i mesi freddi.