(METEOGIORNALE.IT) Il meteo ci lancia messaggi importanti che spesso passano inosservati, ma oggi vale la pena fermarsi e ascoltarli con attenzione. A Est, nei territori sterminati della Siberia, sta accadendo qualcosa di davvero sorprendente: la neve è arrivata in anticipo e in quantità inusuali per il periodo. Le ultime rilevazioni sul manto nevoso, elaborate da fonti internazionali di monitoraggio della criosfera, evidenziano un’anomalia positiva clamorosa: distese bianche già presenti in regioni come la Jacuzia e il Bassopiano Centrale, dove di solito a inizio autunno prevalgono ancora terreni liberi da neve. Un segnale che, per chi osserva i fenomeni atmosferici, suona come un campanello d’allarme (o forse di eccitazione) in vista dell’inverno europeo.
Ma perché questa neve anticipata in Siberia dovrebbe interessarci? Non è solo una curiosità geografica: l’innevamento precoce su scala così vasta modifica l’equilibrio termico e dinamico dell’atmosfera. In parole semplici, favorisce la costruzione del potente anticiclone siberiano, quel “gigante freddo” che può influenzare il Vortice Polare e, di conseguenza, anche le dinamiche del jet stream. Se quest’ultimo rallenta e si ondula maggiormente, aumenta la probabilità di vedere blocchi di alta pressione e discese fredde verso l’Europa. Non è un meccanismo automatico, ma la storia meteo ci mostra più di un inverno movimentato nato proprio da queste premesse.
E c’è un altro ingrediente che rende il quadro ancora più interessante: la QBO (Quasi-Biennial Oscillation), attualmente in fase negativa. Per gli addetti ai lavori, questa configurazione favorisce ulteriormente la fragilità del getto polare e amplifica la possibilità di onde lunghe e blocchi persistenti. In poche parole, il cocktail perfetto per un inverno ricco di sorprese, lontano dall’immagine di stagioni fredde piatte e senza emozioni. Le prime settimane del raffreddamento boreale sembrano confermare questa linea, con una certa propensione alla formazione di blocchi su Scandinavia e Regno Unito: esattamente le tessere giuste per costruire scenari gelidi e dinamici sul nostro continente.
Il meteo non è una scienza esatta ma un’arte di interpretare segnali, tendenze e incastri planetari. E i segnali di quest’anno parlano chiaro: l’anticipo della neve in Siberia e la QBO negativa non sono dettagli da poco, bensì indicatori di potenziali svolte nel panorama atmosferico dei prossimi mesi. Non possiamo sapere con certezza come si svilupperà la stagione, ma una cosa è sicura: questa volta vale davvero la pena seguire passo passo ogni aggiornamento. Gli ingredienti per un inverno diverso dal solito ci sono tutti e l’impressione è che il grande spettacolo debba ancora cominciare.
Ci ritorneremo.
L’articolo è stato redatto su analisi scientifica con dati dei modelli matematici ECMWF e Global Forecast System del NOAA , ICON . (METEOGIORNALE.IT)




