Il meteo non è più solo una questione di pioggia o sole, ma sempre più spesso diventa il riflesso diretto di un clima che cambia, si trasforma, si destabilizza. La recente valanga di ghiaccio e detriti che ha colpito la Svizzera non è solo una notizia di cronaca, ma il simbolo di una montagna che sta diventando fragile, instabile, vulnerabile.
La scienza non procede per slogan e, al momento, non è possibile affermare con certezza che il cambiamento climatico sia stato la causa diretta di questo evento estremo. Tuttavia, sappiamo che sta alterando profondamente gli equilibri del sistema alpino, rendendolo più esposto a crolli, frane e valanghe anche in momenti dell’anno in cui un tempo non si verificavano.
Eventi del genere sono sempre esistiti, certo. Le valanghe non sono nate oggi, e nemmeno i dissesti o le frane. Ma ciò che è mutato è il contesto fisico in cui si verificano: un ambiente montano riscaldato, più umido in alcune fasi, più secco in altre, dove le escursioni termiche sono spesso più brusche e la stabilità delle masse glaciali è sempre più compromessa.
Non si tratta di catastrofismo, ma di osservazione scientifica supportata da decenni di dati. Le Alpi stanno cambiando: i ghiacciai si ritirano, il permafrost si degrada, e con essi la “colla” che tiene insieme l’alta quota perde efficacia. Ogni estate, ormai, viene battuto qualche record climatico: lo zero termico si alza, il caldo penetra in quota, e con esso la montagna si indebolisce.
Il cambiamento climatico non inventa i fenomeni, ma li esaspera. Le piogge intense diventano bombe d’acqua, le ondate di calore arrivano prima e durano di più, le valanghe non solo scendono in inverno, ma anche fuori stagione, quando i meccanismi di difesa naturale non sono pronti. È un clima che amplifica ciò che già esisteva, ne aumenta la frequenza, la severità e l’imprevedibilità. Dire che “è sempre successo” è vero solo in parte: oggi, però, succede in un contesto nuovo, alterato, più vulnerabile.
Anche il meteo di questi giorni racconta una storia che non dovrebbe lasciarci indifferenti. In Spagna, a maggio, si superano i 41°C: un tempo eventi straordinari, oggi sempre più comuni. E se accadono a due passi da casa nostra, ci riguardano. Eccome se ci riguardano. Perché il clima, ormai, non è più lo sfondo neutro delle nostre vite, ma un attore protagonista. E ignorarne i segnali equivale a rimanere immobili mentre la terra cambia sotto i nostri piedi.
Ci ritorneremo.
